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Cronaca Libertà / Via Giacomo Cusmano

Bufera sull'ufficio veterinaro dell'Asp, sospesi in quindici

Lo ha deciso il manager Antonio Candela, firmando le lettere che terranno dirigenti e tecnici lontani dal lavoro. Rientrano fra gli indagati dalla Procura perchè potrebbero aver chiuso un occhio durante i controlli a imprese amiche. Ora rischiano il licenziamento

Sospesi in quindici tra dirigenti e tecnici dell'Asp per la bufera che si è abbattuta sul direttore del dipartimento di prevenzione veterinaria dell'Asp di Palermo Paolo Giambruno. Lo ha deciso il manager Antonio Candela, che nella notte ha azzerato l'intero Ufficio veterinario. Le accuse mosse contro Giambruno, culminate con un sequestro milionario, vanno dai controlli irregolari, alle violazioni delle norme deontologiche, aggravate dalla possibilità di aver avuto legami con personaggi legati a cosa nostra. L'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino: "Un atto doveroso nei confronti dei professionisti dell'Azienda sanitaria palermitana".

Candela ha firmato le lettere di sospensione dal servizio, o non solo dalla carica, di Carlo Milletarì (dirigente dell'unità di Igiene urbana e lotta al randagismo), Nicasio Lodato (responsabile delle unità di Cefalù e Termini Imerese), Rosario Filippo Pistoia (responsabile dell'unità Coordinamento e servizi ispettivi), Pippo Giardina, Patrizia Lucia, Carmelo Murania, Giacomo Lo Monaco, Paolo Ingrassia, Carlo Josè Dispenza, Nicolò Di Bartolo (veterinario), Angelo Foresta (tecnico della prevenzione), Pietro Fazio (tecnico), Rosario Aliotta (tecnico), Vittorio Macaluso (tecnico), Lorenzo Quartararo (tecnico). I loro nominativi rientrano fra i 29 indagati dalla Procura della Repubblica.

I pm hanno ricostruito l'accaduto scoprendo che avrebbero chiuso un occhio quando venivano eseguiti accertamenti su allevamenti e imprese amiche. Giambruno, già colpito nel portafoglio lo scorso 8 aprile, dovrà rispondere di "interposizione fittizia di beni aggravato dall'avere agevolato esponenti di Cosa nostra". Alla luce di ciò, e del sospettoso silenzio dell'Ufficio veterinario, Candela ha deciso di mandare tutti a casa, avviando parallelamente un procedimento disciplinare. Il commento della Borsellino: "Si tratta di provvedimenti assunti sulla base di atti ufficiali da me richiesti e che hanno consentito l'adozione dei procedimenti consequenziali da parte della azienda. Bene ha agito il manager sulla base degli elementi in atto noti perché per pochi non si macchi la credibilità del sistema".

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