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Venerdì, 26 Aprile 2024
Mafia

Ancora guai per Paolo Giambruno: sequestrati altri tre yacht

Si tratta del proseguimento dell'attività dello scorso aprile. I sigilli sono scattati nei cantieri nautici di Termini Imerese e Milazzo, dove sono state sequestrate tre imbarcazioni della serie Aicon, per un valore complessivo di 700 mila euro

Ancora guai per il direttore del dipartimento di prevenzione veterinaria dell'Asp di Palermo Paolo Giambruno. Gli agenti della Digos hanno sequestrato beni per un valore di 800 mila euro: tra questi una società che commercializzava ed esportava imbarcazioni, natanti e navi "Nautimed srl" con 116.000 euro di capitale sociale. Nella compagine della società - secondo quanto rende noto la polizia - figura anche un familiare di Giambruno. (GUARDA IL VIDEO)

Il provvedimento rappresenta la prosecuzione dell'attività dello scorso 8 aprile. I sigilli sono scattati nei cantieri nautici di Termini Imerese e Milazzo (Me), dove sono stati sequestrati tre imbarcazioni della serie Aicon, per un valore complessivo di 700 mila euro. Oltre all’intero capitale e alle quote societarie, sono stati sequestrati anche i conti correnti dell’azienda dove erano presenti depositi per decine di migliaia di euro e tutta la documentazione sulla contabilità aziendale.

"Tale provvedimento - spiegano dalla Questura - si è reso necessario in estensione al provvedimento di sequestro eseguito in data 8 aprile 2015, su disposizione del Tribunale di Palermo Sezione Misure di Prevenzione, per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale redatta ai sensi degli artt. 4,16, e segg. del decreto legislativo n. 159 del 2011 (Testo unico Antimafia)". Ad aprile erano stati sequestrati a Giambruno la Penta Engineering Immobiliare nella cui compagine societaria figurava il mafioso carinese, al momento detenuto, Salvatore Cataldo, la Unomar S.r.l. e la Marina di Carini S.r.l.

LA DIFESA DI GIAMBRUNO - Ma qualche giorno dopo Giambruno ha respinto tutte le accuse. “L'inchiesta era iniziata quattro anni fa - ha spiegato il presidente dei veterinari -. Un dipendente del servizio veterinario aveva denunciato che imprenditori pagavano tangenti per avere favori. Ebbene dopo quattro anni di indagini e non c'è stata traccia di questo denaro. Si parla di milioni di euro movimentati in borsa da me. Ma queste sono operazioni virtuali. Io ho movimentato poche migliaia di euro che sono diventate, solo virtualmente, milioni di euro. Il consulente della procura questo aspetto l'aveva chiarito ma mi è stato contestato lo stresso”.

Giambruno ha anche contestato l'accusa di aver disposto alcuni trasferimenti come metodo coercitivo per costringere i dipendenti a eseguire determinati ordini. "La rotazione del personale - ha affermato Giambruno - è un obbligo imposto dal Ministero, non è discriminatoria. La rotazione, anzi, è utile a evitare incrostazioni che nel corso degli anni potrebbero crearsi tra un funzionario e un utente. Agirò legalmente contro chiunque continuerà a infangare l'onore mio e del dipartimento dove lavoro”.

Hanno respinto le accuse mosse dagli agenti della Digos e dalla Procura di Palermo i veterinari indagati nell'inchiesta. "L'accusa di avere consentito l'accesso agli atti a personale non autorizzato non esiste - aveva detto Paolo Ingrassia presidente del Sivemp, il sindacato dei veterinari italiani - il personale era autorizzato ed è stato pagato per svolgere un servizio di aggiornamento della banca dati d'intesa con l'azienda di Teramo. I capi affetti da tubercolosi ad un solo organo normalmente vengono dati al libero consumo. Nel 2014 su 764 capi affetti solo 30 sono stati distrutti. Le carni degli animali affetti da tubercolosi, purchè non in una fase generalizzata dell'organismo, possono e devono essere commercializzati"

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