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Domenica, 28 Aprile 2024
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I sogni azzurri di Quagliata: "Ma se non sfondo vado a lavorare nella trattoria di mio padre al Capo"

L'esterno della Cremonese cresciuto al Papireto - che ha già assaporato la Nazionale per uno stage - è stato protagonista di una bella intervista su Sky per il programma la Giovane Italia: "Quei mesi difficili in Olanda..."

I primi passi a Palermo, l'emigrazione in Olanda, i sogni e le incognite del futuro ("se va male vado a lavorare nella trattoria di mio padre al Capo". C'è tutto questo nell'intervista di Sky Sport a Giacomo Quagliata, l'esterno palermitano che negli scorsi giorni è stato protagonista a La Giovane Italia, il programma che accende i riflettori sui giovani talenti azzurri. Il terzino classe 2000 ha mosso i primi passi al Papireto ed è poi esploso in Olanda con l’Heracles. Adesso brilla alla Cremonese in B.

"Ho iniziato nella scuola calcio di mio nonno, avevo 4-5 anni, ero piccolissimo - ha raccontato -. Era solo divertimento. Poi andai alla Polisportiva Calcio Sicilia, una delle migliori realtà nella mia città e lì feci 5 anni fino a guadagnarmi la convocazione con la rappresentativa regionale in Lega Dilettanti. A 16 anni sono andato via di casa, trasferendomi a Vercelli. Entrai nella rosa degli allievi e della primavera ma senza trovare molto spazio. Fisicamente ero piccolino ed ero impiegato in un ruolo che non era il mio. Il mio passaggio fondamentale è stato quando andai a giocare in D con i grandi. Là sono cresciuto in modo esponenziale. Ero nello spogliatoio con gente più grande, compagni che mi massacravano ma che mi hanno fatto crescere. Ho avuto la fortuna di finire in due grandi piazze come Latina, dove feci sei mesi, e poi Bari per altri sei mesi: qui vincemmo il campionato".

Quagliata ha proseguito: "Mi sono sempre posto degli obiettivi, anno dopo anno. Finora sono sempre riuscito a centrarli. Ricordo la felicità quando venivo convocato nella rappresentativa regionale e vedevo il mio nome nella lista". Dopo le esperienze con Latina e Bari, Quagliata è tornato alla Pro Vercelli ("per sei mesi sono stato allenato da Alberto Gilardino"), quindi il grande salto in Eredivisie. "Era il gennaio del 2020, mi si è presentata questa possibilità e non ci ho pensato due volte. Passai dalla C al massimo campionato olandese. E' stata l'esperienza che mi ha stravolto la vita in modo positivo. Ho imparato l'inglese, l'olandese invece no, non ce l'ho fatta. E' impossibile...". 

Un salto nel buio. "Già da Palermo è difficile andare a vivere a Vercelli, ancor di più lo è trasferirsi in un altro Paese con mentalità e abitudini diverse. I primi mesi non sono stati facili, avevano chiuso tutto quando arrivai perché era il periodo in cui si stava diffondendo il Covid. Ero da solo in Olanda e stavo provando a entrare in un gruppo che era già formato, inevitabile fare fatica. Poi quell'anno lì è finito, sono tornato dopo le vacanze e lì è cambiato tutto". Un exploit che gli è valso la chiamata della Cremonese. Nella scorsa stagione in Serie A, il palermitano ha collezionato in campionato 20 presenze (di cui 6 da titolare con un assist) più 4 presenze in Coppa Italia (di cui 3 da titolare) con 1 gol (quarto giocatore più giovane ad aver segnato nella competizione 2022-23). Quagliata è stato anche nella Nazionale Under 21 di Nicolato, con la quale ha collezionato 5 presenze condite da un gol e 2 assist. Un anno fa è stato convocato in Nazionale maggiore dall'ex ct Roberto Mancini per uno stage.

"Sono una persona venuta dalla strada e capisco gli atteggiamenti delle persone - ha detto Quagliata parlando di sé -. Parlo sempre in faccia, non ho mai avuto problemi, neanche anche da piccolo. Quello che posso consigliare è di non mollare mai e credere sempre in se stessi. E non aver paura di partire dal basso: è lì che puoi crescere velocemente. E se le cose andassero male? Ho sempre pensato di giocare a calcio da grande. Se va male - ha detto ridendo - vado a fare il cameriere da mio padre, a Palermo, alla trattoria Supra i mura...".

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