"La scuola è uguale ma non per tutti": Coronavirus, lo sfogo di una collaboratrice scolastica
Sono un ATA operativa in Palermo, e voglio fare la mia segnalazione perché la tutela della salute dovrebbe essere un diritto per tutti i lavoratori. Nella fattispecie quando la scuola provvedeva alla prima chiusura per la sanificazione dei locali, io e le mie colleghe ci ritrovavamo all’ interno della stessa a svolgere le nostre consuete mansioni. Forse non si è pensato che se è stata disposta una sanificazione è perché si ipotizza la presenza di agenti patogeni per cui si rende necessario in via preventiva la disinfezione? Considerando ciò la scuola doveva essere sanificata in maniera adeguata da personale specializzato (non dai collaboratori scolastici) per garantire a tutti, bambini, insegnanti e ATA compresi un ambiente più sicuro.
Trovo che questa mancata riflessione da parte del Presidente della regione e del Sindaco leda il diritto alla salute dell’intero corpo scuola. Per quanto riguarda i docenti che avvalorano il diritto esclusivo di non recarsi a scuola in quanto loro hanno a che fare con i bambini e noi con le carte, voglio fargli presente che anche gli ATA sono un’aggregazione di persone all’interno della scuola con nuclei familiari alle spalle e dunque un ambiente sanificato da parte di specialisti in assenza del personale, TUTTO, doveva essere più che logica. Che ognuno lavori a seconda delle rispettive competenze fuoriesce dall’i idea di ambiente di lavoro salubre per i dipendenti (TUTTI).
In queste ore si sta decidendo se procedere ad una nuova chiusura e sanificazione delle scuole, mi auguro, per la mia salute e per quella di tutti i miei colleghi ATA, che stavolta vi sia quella riflessione mancata che porti a rivedere le direttive., Che si presti dunque attenzione ai termini utilizzati in quanto “sospensione dell’ attività didattica” significa che la scuola è APERTA per gli ATA che devono recarsi sul luogo del lavoro, diversamente da “scuola chiusa” che in tal caso sarebbe per tutti.