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Regione, Pagliaro (Cgil): "In Finanziaria misure insufficienti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

“Nella legge di stabilità per il 2018 c’è quello che non dovrebbe esserci e non c’è quello che dovrebbe esserci. Nonostante la promessa che non avremmo avuto una legge omnibus ci troviamo di fronte a un provvedimento di ben 34 articoli che sembra un insieme di atti amministrativi piuttosto che di scelte programmatiche. Troppo poco in ogni caso per una regione in caduta libera come la Sicilia”. Lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia.

“Ci saremmo aspettati norme per accelerare la spesa per investimenti previsti dai Patti per la Sicilia e per le città metropolitane”, dice Pagliaro sottolineando che “sono disponibili tanti soldi e non abbiamo a oggi procedure e progetti per spenderli. Invece il governo - sottolinea il segretario della Cgil - inserisce temi come la fusione di Irfis, Crias e Ircac ( per la natura giuridica argomento sensibile in quanto l’Irfis  in qualità di intermediario finanziario iscritto all’albo ex art.107 del testo unica bancario è soggetto al controllo della banca d’Italia) o quelli di Esa, Eas e delle partecipate, argomenti che meritano tempi di discussione a approfondimento ben più ampi di quelli esigui previsti per l’approvazione della Finanziaria”. Pagliaro dice che “ avendo percepito di non avere maggioranza come dimostra la questione del Def,  il governo pensa probabilmente a un’azione di forza nei confronti dell’assemblea, nella confusione dell’ultimo minuto, mettendo sul tavolo l’inventario delle questioni irrisolte in questi anni, delle quali non si può venire a capo in pochi giorni”.

Quanto alle disposizioni per lo sviluppo, Pagliaro rileva che “si concentrano nel biglietto unico per il trasporto locale, su un ipotetico frazionamento del rischio bancario , su interventi per l’acquisto della prima casa a a partire dal 2019 e su interventi a sostegno dell’agricoltura già visti in precedenti programmazioni”. “Siamo lontani insomma - conclude il segretario della Cgi l- da quello di cui la Sicilia avrebbe bisogno”.

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