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Lunedì, 29 Aprile 2024
Elezioni comunali 2022

Elezioni comunali, per la commissione Antimafia a Palermo ci sono 4 candidati "impresentabili"

Ecco di chi si tratta: tre sono del centrodestra (Totò Lentini, Giuseppe Milazzo e Francesco La Mantia) e uno invece è del Pd, Giuseppe Lupo. Non ci sono invece i due arrestati, ovvero Pietro Polizzi e Francesco Lombardo

Alle elezioni comunali di Palermo sono "quattro" i nominativi finiti nel mirino della Commissione parlamentare Antimafia che ha vagliato le candidature cosiddetti "impresentabili" sulla base del codice di autoregolamentazione e della legge Severino. Lo ha riferito il presidente della Commissione Nicola Morra, rendendo noti i nominativi.

I 4 "impresentabili" a Palermo sono tre del centrodestra Totò Lentini, Giuseppe Milazzo e Francesco La Mantia e uno del Pd, Giuseppe Lupo. La Mantia corre con la lista "Noi con l'Italia-Noi di Centro-Mastella" che sostiene Patrizio Lodato che guiderà la lista di Noi con l'Italia. La candidatura di La Mantia risulterebbe in violazione dell'articolo, 1, lettera f del Codice di Autoregolamentazione. Nei suoi confronti è stata emessa una condanna in primo e secondo grado per riciclaggio.

Nella lista dei 4 "impresentabili" a Palermo va sottolineato che non ci sono i due arrestati, ovvero Pietro Polizzi, candidato al Consiglio di Forza Italia, e Francesco Lombardo, inserito nella lista di Fratelli d'Italia, e finito in manette proprio oggi con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso.

"Si spera - ha detto Morra - che per la prossima tornata elettorale i partiti, tutti, forniscano ai cittadini liste senza 'impresentabili' facilitandoci il lavoro nei controlli preventivi sui candidati". La nota della Commissione parlamentare Antimafia si conclude sottolineando come in questa tornata elettorale, "la Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie ha esaminato 19.782 nominativi, un numero record di candidati verificati, con un incremento del 65% circa rispetto alla precedente tornata elettorale".

Giuseppe Lupo, ha commentato in modo laconico la presenza del suo nome alla lista degli 'impresentabili' resa nota dalla commissione parlamentare Antimafia: "Non commento - ha detto -. Chiedete al mio partito".

Giuseppe Milazzo, eurodeputato di Fratelli d'Italia, ha appreso dall'Adnkronos di essere stato inserito nella lista degli impresentabili e si dice "sorpreso". "Io sono nella lista degli impresentabili? Non ho parole. Sono in una lista definita di impresentabili senza mai essere stato condannato in primo grado. Io non ho nulla da vergognarmi, e posso guardare i miei figli a testa alta". Milazzo ribadisce ancora: "Non ho nulla di cui vergognarmi e non ritengo assolutamente di essere impresentabile, anche perché sono stato rinviato a giudizio per un reato non grave".

Milazzo è sotto processo per concussione. "Nei suoi confronti è stata emesso decreto che dispone il giudizio per il reato di cui agli artt. 56, 317 cp. (concussione). E' in corso il dibattimento", scrive la Commissione Antimafia. "Peraltro io partivo con due capi di imputazione, abuso d'uffico e tentata concussione, e sono stato prosciolto dall'accusa di abuso ufficio e l'accusa ha chiesto il rinvio di un anno. Io mi sono sempre presentato volontariamente all'interrogatorio. Sono sempre stato disponile. Ho anche dato i miei telefoni cellulari volontariamente". Poi dice: "E' piuttosto vergognoso che la Commissione antimafia pubblichi un elenco su una persona non condannato per niente". Ma si dice "rispettoso dei magistrati".

La replica di Lentini

"Apprendo con rammarico di essere stato inserito nella lista dei cosiddetti 'impresentabili' stilata dalla Commissione Antimafia, organo nei cui confronti ho sempre nutrito e nutro profondo rispetto. Scopro di trovarmi in tale lista per un rinvio a giudizio in relazione ad un'ipotesi di reato segnalata nel comunicato della Commissione. Ciò che però quel comunicato non dice è come e perché questa vicenda ha avuto inizio: a denunciarmi nel 2015, infatti, è stato l'allora direttore generale dell'Asp di Palermo Antonino Candela, già condannato per le gravissime accuse allo stesso mosse nell'ambito dell'operazione 'Sorella Sanità' e noto alle cronache per l'uso spudorato di dossier e ricatti al fine di ottenere nomine ed incarichi". Lo dice in una nota Totò Lentini, candidato capolista di "Alleanza per Palermo".

"Candela ha sostenuto che io avrei abusato del mio ruolo di deputato chiedendogli il trasferimento di una donna - dipendente della stessa azienda - da una sede ad un'altra. Per inciso -afferma Lentini - io non ho neppure mai personalmente conosciuto o incontrato la persona che avrebbe beneficiato della mia richiesta, mi sono fatto tramite soltanto in ragione del fatto che la lavoratrice era madre di un minore affetto da una grave forma di autismo. Insomma la pretesa 'concussione' sarebbe consistita nello spendere il mio ruolo istituzionale non certo per ottenere qualche vantaggio, ma per garantire ad una persona un diritto che le spettava e che si vedeva negare. Credo - sottolinea - che fare questo sia un dovere per un uomo politico e, senza preoccupazioni, dico che sarei pronto a rifarlo per tutelare una persona in difficoltà, per garantire i diritti di chi è più debole. Confido con la massima serenità di poter dimostrare la mia totale innocenza nel corso dell'istruttoria dibattimentale, con la piena fiducia che ho avuto ed ho nella giustizia e nel rispetto delle leggi".

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