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Sabato, 27 Aprile 2024
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Centrosinistra, la candidatura di Miceli mette all'angolo gli orlandiani: si complicano i rapporti col Pd

Il sindaco e i suoi fedelissimi sostengono che sia un errore non fare le primarie, motivo per cui viene contestata la scelta del presidente nazionale dell'Ordine degli Architetti, che tra l'altro taglia fuori Giambrone. Sinistra Civica Ecologista: "Ora una coalizione senza le ambiguità del campo largo"

Se da un lato il sindaco Orlando e pochi altri dicono "no" alla candidatura a sindaco di Franco Miceli per una questione di metodo; dall'altro lato, nettamente maggioritario nel centrosinistra, cresce il numero dei soggetti politici che convergono sul presidente nazionale dell'Ordine degli Architetti. Attorno a Miceli, se dovesse accettare la candidatura, tocca ora costruire la coalizione che dovrà presentarsi alle elezioni. Una coalizione "senza le ambiguità del cosiddetto campo largo", insiste Sinistra Civica Ecologista, che si è già detta "indisponibile" ad includere il polo dei moderati (Italia Viva su tutti).

Da Antonio Rubino, coordinatore regionale degli orfiniani, arriva perciò l'invito al Pd a "sciogliere definitivamente i nodi politici" e in tal senso "sarà decisiva" l'assemblea provinciale del 14 marzo. Intanto, annuncia Rubino, "ho ritenuto opportuno convocare per questa sera il coordinamento palermitano di Left Wing alla presenza di Matteo Orfini. Noi faremo la nostra parte".

Sono invece al limite della rottura i rapporti degli orlandiani con il Pd. Il sindaco e i suoi sostengono che sia un errore non fare le primarie. Anche perché la scelta di Miceli - passata sostanzialmente sopra la testa del sindaco uscente - taglia fuori a priori Fabio Giambrone, le cui uniche chance nella corsa a sindaco erano riposte nelle primarie. Orlando e i suoi fedelissimi (quasi tutti tesserati del Pd) si trovano ora chiusi in un angolo, dal quale non sarà facile uscire senza conseguenze.

Ma il Pd tira dritto e in un documento politico approvato dalla segreteria provinciale afferma: "Franco Miceli rappresenta una personalità di valore indiscusso. La sua disponibilità è, dunque, un importante punto di partenza. Adesso è necessaria la massima condivisione, all’interno della coalizione, di un progetto politico e programmatico progetto inclusivo e capace di espandere ulteriormente i confini della coalizione stessa. La segreteria provinciale del Pd di Palermo, approvando la relazione del segretario Rosario Filoramo, dà mandato al segretario e al gruppo di lavoro sulle elezioni amministrative già costituito di proseguire il lavoro svolto, e d'intesa con gli organismi del partito, puntare a concludere positivamente la designazione di Franco Miceli quale candidato sindaco dei progressisti palermitani".

Anche Sinistra Civica Ecologista punta forte su Miceli perché - da ex segretario del vecchio Pds - sarebbe il profilo ideale per circoscrivere l'alleanza all'asse giallorosso. Che poi è ciò che politicamente vogliono Catania e compagni.

"Inoltre - aggiungono - la candidatura di Miceli evidenzia una competenza e una dote di concretezza in grado d'interpretare le esigenze di una città che, nei prossimi anni, dovrà gestire cospicue risorse economiche provenienti dallo Stato e dall’Europa. Auspichiamo che Franco Miceli possa accogliere positivamente la richiesta che viene da settori importanti della società civile palermitana e dalle forze politiche che, con grande senso di responsabilità, stanno mostrando capacità di sintesi e lungimiranza". Sinistra Civica Ecologista ha convocato l'assemblea per sabato 12 marzo allo scopo di "assumere tutte le decisioni necessarie all’avvio della campagna elettorale".

Il presidente di Ance Palermo, Massimiliano Miconi, pur dichiarando di "non voler entrare nel merito di scelte di partito", si schiera con Miceli: "Ci sembra una personalità valida e credibile perché permette a tutta la città di affrontare temi ai quali noi costruttori siamo molto sensibili come quello delle infrastrutture cittadine e della rigenerazione urbana e sui quali in diverse occasioni abbiamo avuto modo di collaborare".

C'è anche chi dice "no". E' il caso dei Giovani Democratici: "A scegliere Miceli - commenta il segretario Manfredi Germanà - è stato chi da 20 anni governa il partito nel chiuso di una stanza. Sempre gli stessi. Ma a me, che 20 anni fa avevo solo 6 anni, viene spontanea una domanda: perché dovremmo puntare su una persona che ha fatto politica 20 anni fa? Perché dovremmo puntare su esperienze passate? E poi, qualcuno ha chiesto all’architetto Franco Miceli la disponibilità?".

Germanà contesta anche il metodo con cui è stata avanzata la candidatura di Miceli. "I Giovani Democratici che rappresento non sono stati coinvolti nella scelta, nessuno ha avuto neanche il buon gusto di comunicarcela. E no so come spiegare ai ragazzi che non c’è mai stato nessun organismo che ha deliberato di chiedere la disponibilità all’architetto Miceli. Penso alla generazione zeta, ai millennials, a tutti quei ragazzi palermitani che non capiscono come funzionano le scelte politiche in città".

Articolo aggiornato alle 18,06 del 3 marzo con documento politico approvato dalla segreteria provinciale del Pd

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