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Rap, si dimettono due componenti del Cda: il renziano Norata decade da presidente

Ecco il primo effetto della rottura politica tra il sindaco e Italia Viva. Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano rimettono il mandato; l'assessore Marino annuncia una nuova governance: "Necessario un radicale cambio di passo nell’azienda". Norata: "Mai un feeling perfetto tra me e Orlando"

Il primo segnale di rottura tra il sindaco Orlando e Italia Viva si consuma alla Rap: le dimissioni dal Cda dell'azienda rifiuti di Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano, rese note stamattina, faranno decadere dalla carica di presidente Giuseppe Norata, indicato proprio dai renziani.

Un terremoto che comporterà la nomina di un nuovo Cda alla Rap, come lascia intendere l'assessore al ramo Sergio Marino: "Nel ringraziare i due componenti del Cda per il lavoro svolto, occorre prendere atto del fatto che è necessario un radicale cambio di passo nell'azienda che ha certamente più di altre un impatto immediato e diretto nel quotidiano di tutti i cittadini, sulla qualità della vita, sull'ambiente e sul decoro. Un cambio di passo che non può non partire da una governance adeguata, all'altezza delle aspettative che l'Amministrazione e tutti i cittadini ripongono".

Le dimissioni di Maniscalco Basile e Miliziano - che saranno formalizzate nella prossima assemblea dei soci - sono l'effetto di quanto accaduto ieri in Consiglio comunale, dove Italia Viva si è astenuta sul piano triennale delle opere pubbliche determinando la bocciatura dell'atto.

Una spaccatura all'interno della maggioranza che ha spinto il sindaco e parte della Giunta (tutti gli assessori esclusi i renziani Costumati e Piampiano) a dichiarare pubblicamente che il "ripetersi di voti anomali pone di fatto al di fuori di un percorso politico e amministrativo" quei consiglieri di maggioranza "che sono rappresentati all'interno della Giunta comunale". Un riferimento neanche troppo velato ad Italia Viva, partito che ha indicato Norata alla Rap.

E proprio Norata così commenta a PalermoToday le dimissioni dei due consiglieri del Cda che ne determinano la decadenza: "Tra me e il sindaco Orlando non c'è stato mai un feeling perfetto. A gennaio avevo pianificato le mie dimissioni che ho congelato in relazione ad un'apertura del Comune. Entro marzo il socio unico di Rap aveva preso determinati impegni - Pef Tari, ricapitalizzazione, pagamento dei 40 milioni di vecchi crediti - che non ha rispettato. Niente di niente. Da un punto di vista personale e aziendale mi sento sereno perché ho dato il massimo, nella quasi totale assenza dell'amministrazione comunale".

Le dimissioni di Maniscalco Basile e Miliziano, consiglieri vicini al sindaco Orlando, impediscono al momento l'approvazione in Cda del nuovo piano industriale di Rap. "Un piano che - sottolinea Norata - racchiude in sè la visione della Rap dei prossimi 20 anni e prevede la creazione di 500 nuovi posti di lavoro con la chiusura della filiera impiantistica. Il ciclo dei rifiuti verrà gestito interamente da Rap con impianti da costruire nel giro di 5 anni, che consentiranno di non abbancare in discarica più del 5-8% dell'immondizia prodotta a Palermo. Il piano è pronto, ma non mi è stata data possibilità di approvarlo in Cda. Se qualcuno - conclude Norata - politicamente mi vuole massacrare sbaglia di grosso. Io sono un professionista e non sto dietro alla politica".

Così il segretario generale Fit Cisl Sicilia, Dionisio Giordano, interviene dopo la decadenza del Cda di Rap: "Non entriamo nel merito di scelte che competono al Socio unico, Comune di Palermo, ma sia chiaro che l’Azienda ha urgenza di avere immediatamente una governance politica. Al presidente Norata va il nostro ringraziamento per il lavoro e l’impegno profuso in questi anni. I temi dell’equilibrio economico-finanziario della società, la copertura degli extracosti, la ricapitalizzazione, il recupero dei crediti sono rimasti irrisolti e vanno affrontati con estrema urgenza, per non mettere a rischio la continuità aziendale. Sia l’intero consiglio comunale e non solo la maggioranza, a far prevalere decisioni nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori. In caso contrario, ci spiacerebbe dover riprendere iniziative sindacali di sensibilizzazione di tutte le parti coinvolte".

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