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Sabato, 27 Aprile 2024
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La precisazione di Cammarata: "La storia dei brogli elettorali è un'abile messa in scena in mio danno"

L'ex sindaco torna su quanto accaduto alle Comunali del 2007: "I voti falsificati dai due presidenti di seggio per favorire un candidato consigliere furono 580 ed io vinsi quelle elezioni con 30 mila voti di scarto". Gli Lsu? "Con me non è stato aggiunto al bacino neppure un solo precario"

Riceviamo e pubblichiamo quasi integralmente una lettera inviata alla redazione di PalermoToday dall'ex sindaco Diego Cammarata, che fornisce alcune precisazioni in merito all'articolo dal titolo "Migranti, Primavera, Tram: l'alfabeto di Orlando, il sindaco 'emerito' dalla A alla Z", pubblicato domenica mattina.

"La storia dei brogli elettorali del 2007 rappresenta una delle vicende più inquietanti, costruite da Orlando in mio danno.
Si è trattato di un’abile 'mise en scène' per poveri allocchì e finti disattenti (tra questi certamente l’estensore della sentenza del Tar)". Questo l'incipit della lettera di Diego Cammarata, sindaco di Palermo per due mandati consecutivi (2001-2012), secondo cui "affermare che il tar abbia confermato 'le illegittimità in quelle elezioni che andavano rifatte' è un errore".

"Il Tar - aggiunge Cammarata - non confermò un bel niente, dichiarò, invece, il ricorso improcedibile, per sopravvenuto difetto di interesse. Successe, però, che in maniera impropria e irrituale il presidente del collegio, in una sentenza che non decise sul merito e che era non impugnabile, avvertisse il desiderio di esprimere una sua personale opinione, che nulla aveva a che fare con i brogli ed i voti assegnati (che riguardavano uno scassapagghiaro che si accordò con due presidenti di seggio per imbrogliare sui suoi voti), ma con le procedure di consegna dei plichi (un delirio), definendo 'perplesso l’esito dell’intera consultazione', aggiungendo nel paragrafo seguente che 'tale constatazione non assurgeva a principio di diritto'. Perché lo fece allora? A me hanno dato diverse spiegazioni, ma io che non sono malizioso, ho solo pensato che fosse stato scarso ed in quell’occasione anche distratto".

"Fatto sta che Orlando profittò di quel delirio per fare una conferenza stampa e dichiarò: 'Mi assumo la piena responsabilità di affermare che tutto questo è stato organizzato da una vera e propria organizzazione di stampo mafioso'. Mise addirittura nero su bianco questa sua idea e la mandò al procuratore Agueci, al presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia, al ministro dell’Interno, al presidente del Senato, al presidente della Camera dei Deputati, al presidente della commissione parlamentare antimafia e al segretario generale delle Nazioni Unite. Dico sul serio, non è uno scherzo. Queste dichiarazioni vennero riprese da oltre trenta testate tra carta stampata, giornali online e blog. Dissi allora pubblicamente, prendendolo per i fondelli, che volevo, come lui, vederci chiaro e lo invitai a presentare un esposto alla Procura a firma congiunta. Niente, non mi diede conto. D’altro canto, perché avrebbe dovuto? Nella sua visione, dovevo essere io l’abusivo e lui la vittima ed io gli 'avevo sconsato il gioco'. Decisi, allora, di non aspettare e l’esposto lo presentai io".

La ricostruzione di Cammarata prosegue: "Dopo qualche anno l’inchiesta, su richiesta del pm, è stata archiviata dal gip e nella nota della Digos del 16 ottobre 2015 trasmessa al pm si legge: 'Si trasmette l’esito dell’attività di indagine esperita da questa divisione dalla quale non emerge alcun elemento investigativo che possa dimostrare qualsivoglia infiltrazione di organizzazione mafiosa nella competizione elettorale indicata'. Ovviamente la Digos diede la stessa logica e naturale spiegazione. Per la cronaca i voti falsificati dai due presidenti di seggio per favorire il candidato consigliere (e non certamente il sindaco) furono 580 ed io vinsi quelle elezioni con 30 mila voti di scarto".

Per gli Lsu, conclude Cammarata, "non ho molto da spiegare, ma solo affermare, senza tema di smentita, che durante la mia sindacatura non è stato aggiunto al bacino creato da Orlando neppure un solo precario (per questo ricevetti anche pressioni e minacce)".

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