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Cronaca

Il velista Sergio Frattaruolo a Palermo

Il velista bolognese, reduce dalla Rolex Middle Sea Race a Malta, ha accolto sulla sua barca, Calaluna, alcuni ragazzi presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Sergio Frattaruolo e la solidarietà. Un binomio ormai indissolubile, che ha spinto il velista bolognese, reduce dalla Rolex Middle Sea Race a Malta, ad accogliere sulla sua barca, Calaluna, alcuni ragazzi presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile. "L'iniziativa è partita grazie alla collaborazione instaurata con Lega Navale Italiana di Palermo", ha spiegato Sergio Frattaruolo, "è un progetto particolare che punta al reinserimento a livello sociale e professionale di questi ragazzi". Il progetto è stato lanciato dal Centro Giustizia Minorile per la Sicilia a seguito di un protocollo d'intesa firmato dal Direttore Dott. Angelo Meli e dal Dott. Giuseppe Tisci, Presidente Lega Navale Italiana (Sez. Palermo Centro).

"Sul piano personale, il primo incontro ha scatenato forti emozioni, è stato straordinario, e sono sicuro accadrà anche nei prossimi. Dovevamo ripetere l'esperienza, ma le condizioni meteo ce l'hanno impedito. Ci saranno sicuramente altre opportunità". Il racconto di quelle ore trascorse in compagnia in mare aperto sono ancora ben vive in Sergio Frattaruolo. "All'inizio i ragazzi erano titubanti, quasi indifferenti e poco motivati. Ho creduto che fosse fondamentale trasferire loro il forte senso di libertà che si vive in barca in quanto sul mare non ci sono confini. Non avevano mai visto la loro città dal mare. Palermo o Mondello sono apparse in maniera diversa. Osservandole dal largo, c'è un'altra prospettiva. In mare la mente è libera da ogni pensiero, sono stati molto attivi a bordo, hanno cominciato a dirigere loro Calaluna. Alla fine erano così coinvolti e felici che non avrebbero più voluto ritornare a terra. Per questi motivi abbiamo deciso di ripetere l'esperienza. Ho avvertito sensazioni simili a quelle provate quando ho fatto la Mini Transat".

Un piccolo gruppo alla scoperta del mare. "A bordo non possono salire più di 5 ragazzi, la barca ha ospitato 8 persone, compreso il Presidente Tisci ed il Dott. Elio Lo Cascio operatore sociale dell'Istituto Don Calabria entrambi molto attivi a Palermo per gli interventi di inclusione sociale rivolti a minori a rischio ", ha aggiunto Sergio Frattaruolo, "la prima volta siamo rimasti fuori in mare quasi 3 ore. La prossima volta riprenderò un'idea lanciata con il progetto "Bologna in Oceano": proporrò ai ragazzi di scrivere un messaggio con un desiderio, un sogno o un progetto per il futuro, da inserire dentro a una bottiglia e lanciarle al largo durante la navigazione. Mi è dispiaciuto molto non ripetere subito questa esperienza, ma è solo rinviata". Durante la Transat, nel 2011, Sergio Frattaruolo lanciò in mare delle bottiglie contenenti alcuni messaggi, una di queste è stata ritrovata lo scorso luglio su una spiaggia brasiliana. Non resta che aspettare, l'appuntamento con i suoi ragazzi palermitani è solo rinviato, e non cancellato.

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