rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
AMARCORD1983

AMARCORD1983

A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

Il massacro della circonvallazione: quei carabinieri uccisi e le lacrime di Dalla Chiesa, una ferita lunga 41 anni

Agguato a colpi di kalashnikov in viale Regione: la strage del 16 giugno 1982 resta una delle più cruente nella storia di questa città: un favore che i corleonesi di Totò Riina "volevano" fare al loro alleato catanese

Doveva essere un favore che i corleonesi di Totò Riina "volevano" fare al loro alleato catanese, Nitto Santapaola. Passò alla storia come una strage. La strage della circonvallazione. E' la storia di una tragedia, avvenuta in viale Regione Siciliana. E' un altro 16 giugno, come oggi, è il 1982. Sono passati 41 anni esatti. Succede tutto intorno alle 10 di mattina. Una Mercedes proveniente da Enna, guidata dall'autista civile Giuseppe Di Lavore e con a bordo i carabinieri Silvano Franzolin, Salvatore Raiti e Luigi Di Barca, e il detenuto Alfio Ferlito, catanese, sta per entrare in autostrada, la Palermo-Mazara del Vallo.

Cinquecento metri prima dello svincolo per Sferracavallo, direzione Trapani, improvvisamente la Mercedes viene raggiunta da una Bmw 520 e da un'Alfetta 2000. Un commando di sicari armati di kalashnikov, spara centinaia di colpi. L'obiettivo è ammazzare il boss catanese, Alfio Ferlito. 

L'autista, Di Lavore, rimane ucciso sul colpo e, per questo motivo, la Mercedes sbanda, andando ad invadere la corsia di marcia opposta e scontrandosi violentemente contro una Fiat 500 che passava di lì per caso. Al volante c'è una donna, Nunzia Pecorella, rimasta ferita. Franzolin, seduto sul sedile anteriore (essendo caposcorta), riesce ad uscire dall'auto impugnando la pistola nel tentativo di rispondere al fuoco, ma viene freddato all'istante. I sicari si avvicinano poi alla Mercedes sparando agli occupanti rimasti (compreso Ferlito), dandosi poi alla fuga.

Sul luogo della strage arriva subito dopo il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, che si è insediato a Palermo da pochi giorni. Dalla Chiesa trattiene a stento le lacrime di fronte ai carabinieri massacrati.

Siamo nel cuore del 1982, l'estate del "mundial" vinto dall'Italia di Bearzot, l'anno di grandi delitti eccellenti, quando la mafia uccide Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Carlo Alberto Dalla Chiesa. E in mezzo c'è pure questo agguato militare messo a segno il 16 giugno 1982 in viale Regione Siciliana. La vicenda è stata poi inquadrata nel corso dei processi nello scontro che si era venuto a creare tra i Santapaola e i Ferlito  per il predominio criminale sul territorio di Catania.

Le vittime: l’appuntato Silvano Franzolin, nato a Pettorazza (Rovigo) il 3 aprile 1941 (sposato con due figli), il carabiniere Luigi Di Barca, nato a Valguarnera (Enna) il 10 aprile 1957 (che lasciò la moglie incinta della figlia) ed il carabiniere Salvatore Raiti, nato a Siracusa il 6 agosto 1962, tutti in servizio nella stazione dei carabinieri di Enna. Oltre ai carabinieri rimase ucciso, come detto, anche Giuseppe Di Lavore.

Anche quest'anno Palermo non dimentica. Questa mattina, in via Ugo La Malfa, hanno avuto luogo le celebrazioni per il 41° anniversario dell’eccidio. Sono intervenuti il comandante della legione carabinieri Sicilia, il generale Rosario Castello, il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, oltre ai familiari delle vittime. Una cerimonia toccante culminata con la deposizione di una corona d’alloro sul luogo dell’eccidio e la lettura della motivazione della concessione della Medaglia d’Oro al valor civile alla memoria assegnata ai carabinieri morti.

LEGGI LE ALTRE STORIE DI AMARCORD CLICCANDO QUESTO LINK

SEGUICI SU FACEBOOK CLICCANDO QUESTO LINK

Si parla di

Il massacro della circonvallazione: quei carabinieri uccisi e le lacrime di Dalla Chiesa, una ferita lunga 41 anni

PalermoToday è in caricamento