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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, iniziative nelle scuole di Carini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Nel giorno che precede la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” in onore di tre donne domenicane ammazzate per le loro idee politiche, gli alunni della classe 5 A del plesso Vanni dell’Istituto Comprensivo Statale Renato Guttuso di Carini (PA) hanno lanciato un nuovo messaggio di positività sociale e la relativa locandina postata sui social e sulla stampa; ed inoltre hanno inviato una missiva al ministro dell'Istruzione la professoressa Lucia Azzolina. “Siamo invasi da immagini di volti tumefatti e di donne messe all'angolo; basta, adesso! È necessario celebrare il coraggio e la resistenza delle donne, in questa giornata” ha sottolineato uno degli alunni, Vincenzo Tinervia, nella missiva, inoltrata al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. “Si tratta di una narrazione in cui gli uomini spariscono” sottolinea il docente di classe nel condannare la modalità cruda del messaggio “immagini di donne dai volti tumefatti, corpi ritratti in posizione fetale, accovacciati, chiusi, confinati in un angolo”; si tratta di “una retorica livida e dolente della violenza contro le donne”, ma i messaggi “dovrebbero e devono essere altri” ribadisce Vincenzo Tinervia gridando, ad alta voce, “caro ministro ritengo, e sono un ragazzino di soli 10 anni, che questo non sia l’unico modo socialmente valido e riconosciuto per raccontare la donna”.

Numerosi i messaggi dei giovanissimi studenti inoltrati al ministro Azzolina. Augusto Bolignari “le donne devono essere riverite; si è superiori solo amando le donne e rispettandole”; Stefano Sardina “io odio le ricorrenze; si rischia di parlare di un fenomeno solo in quella data e, invece, come in questo caso, le donne devono essere rispettate, sempre”; Laura Savasta “le donne ci hanno messo al mondo, hanno sofferto per darci la vita, l’unica cosa che puoi fare è amarle”; Gabriele Calandrino “le donne non vanno maltrattate; sono loro a guidare le famiglie e la società”; Vincenzo Tinervia “la donna ci ha messi al mondo, la donna ci ha cresciuti, la donna ci aiuterà sempre…allora, perché maltrattarla, umiliarla, toglierle la voglia di sorridere al mondo che nasce?”; Mattia Gianì “le donne sono, come noi uomini, essere umani, perché mortificarle in questa maniera?”; Alessia Ingrassia “l’uomo dovrebbe stringersi ai sentimenti più nobili e vivere la piacevolezza del dono alla vita…non la bestialità che, spesso, c’è in lui”; Ginevra Seidita “dal momento che tutte le persone sono uguali, perché l’uomo per manifestare la sua superiorità, ha necessità di maltrattare le donne? Le sue donne della vita, quasi sempre?”; Matilde Caravello “cosa ti resta, caro uomo, dopo avere maltrattato le donne? Il nulla più assoluto, neppure la tua dignità calpestata e macchiata dal sangue”; Paola D’Alcamo “le donne ci accompagnano lungo tutta la vita…perché ucciderle?”; Francesco De Caro “se non ci fossero le donne non esiterebbero la famiglia e non ci sarebbe la bellezza dei figli: crescete e finitela di maltrattare le donne”; Giulia Lanzalacqua “le donne le dobbiamo trattare bene”.

Giuseppe Davì “le donne non sono animali”; Giuseppe Toscano “il messaggio di questa giornata, in realtà, è quello d’amare le donne, giorno dopo giorno, nella loro più nobile essenza. Non è una data per ricordare il dramma ma per ricordarci di considerare nella loro onorabilità le donne”; Sirya La Manna “le donne profumano la casa come un mazzo di fiori, privarsene renderebbe cupo il mondo che ci circonda”; Antonino Villano “le donne sono preziose; costelliamo la vita di rubini, diamanti, smeraldi” e, infine, Asia Rubino “Ogni giorno, sempre, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche quando ci usate contro parole, come pietre, e i lividi non li vedete. Rispettateci, e basta!”. Il messaggio deve essere unico e chiaro “raccontare la solita cantilena della presa di distanza, sottolineare il fatto più che ovvio che non siano tutti uguali e tutti assassini (inconfutabile, ci mancherebbe!), non basta più. Bisogna che gli uomini, certi uomini, facciano uno sforzo e comincino a parlarsi tra di loro, a cambiare. Il mondo è stracolmo di pazienza, ma non basta più” ha concluso Ginevra Seidita.

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