Le inumazioni al cimitero dei Rotoli: "Nessun rispetto per i defunti"
Come afferma il "cittadino Marchese" in uno dei suoi celebri cartelli disseminati per le vie della città "a Palermo non si può morire"! E di questo ci siamo resi conto quando, venti giorni fa, abbiamo perso purtroppo nostra madre che si è spenta dopo mesi di lunghe sofferenze. Dovendo occuparci del triste capitolo della sepoltura, ci siamo scontrati con l'odiosa burocrazia di uno dei cimiteri privati cittadini secondo cui nostra madre, per un errore su un documento, non poteva entrare nella sepoltura di famiglia se non con il consenso con firma autografa di tutti gli eredi aventi diritto.
Poiché questi risultano sparsi per l'Italia e considerato che la clinica in cui nostra madre è deceduta ci aveva dato 24 ore di tempo per il funerale, essendo anche impossibile l'acquisto di un loculo in tempi brevi, siamo stati costretti ad optare per un cimitero comunale, quello dei Rotoli. Ci avevano assicurato che non ci sarebbero stati problemi per la sepoltura e in effetti l'inumazione è avvenuta dopo "soli" 13 giorni dal decesso! Convocati il giorno prima per procedere al tristissimo adempimento dell'inumazione, con nostro grande sconcerto abbiamo assistito a manovre con escavatori, operai vocianti in mezzo al fango che trattavano le bare come se avessero a che fare con pezzi di cemento, mentre tutto avveniva senza alcun rispetto per i defunti, per il dolore di noi familiari o per la nostra esigenza di raccoglimento mentre davamo l'addio a nostra madre.
Anche il numero sulla croce della sepoltura è stato scritto con un pennarello blu! Eravamo tutti increduli, nessuno dei parenti delle tante salme in lista di attesa aveva la forza di parlare e tutti ci guardavamo attoniti... Ma ciò che ci ha più sconcertato è stata la contemporanea esumazione di altre salme per procedere al cosiddetto "spurgo" dell'area, il ritrovamento delle casse di zinco con i resti mortali che venivano conservati sotto gli occhi di tutti in casse più piccole, mentre le grandi casse di metallo venivano accatastate sul viale. Una settimana dopo queste casse sono ancora lì, nell'incuria assoluta, tra i rifiuti e lo sbigottimento dei parenti che si recano a visitare i loro defunti. Mai avremmo immaginato di passare anche attraverso questa esperienza così dolorosa in un luogo che dovrebbe essere il nostro ultimo rifugio, un luogo ameno e di pace ma che in realtà si presenta come un incubo soprattutto per chi resta e per chi ha avuto la sfortuna di doverlo scegliere come unica soluzione!