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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Disabili senza genitori, dopo un anno la firma del decreto: "Pronti 11 milioni"

L'assessore Mangano annuncia di avere ripartito le risorse 2016 e 2017. Il provvedimento "Dopo di Noi" introduce il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono

L'assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Carmencita Mangano, ha firmato il decreto relativo al programma regionale “Dopo di Noi”, il provvedimento introdotto da una legge nazionale del 14 giugno 2016, oltre un anno fa, al fine di sostenere e dare assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono. L'assessore, inoltre, annuncia di avere ripartito le risorse 2016 e 2017 del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare ai 55 distretti socio-sanitari, per un totale di 11 milioni di euro. La firma arriva a 20 giorni dalle elezioni regionali del 5 novembre, una coincidenza?

"Già più di un anno fa ho partecipato ad un convegno dedicato al "Dopo di noi", molto prima che la Mangano venisse nominata assessore - commenta Giovanni Cupidi, membro del comitato #siamohandicappatinoncretini - e al convegno venivano date le cifre per il Piano Triennale di intervento (era presente il dirigente dell'assessorato alla Famiglia) che erano quindi già note. La firma di questo decreto è quindi tardiva rispetto allo stesso finanziamento che addirittura parte dal 2016".

I fondi potranno servire per accedere a tirocini formativi, a finanziare programmi e interventi innovativi di residenzialità come il co-housing e a favorire l’indipendenza dei disabili in abitazioni o gruppi a casa propria o in altre strutture. Sarà anche possibile accedere ai finanziamenti per eliminare barriere architettoniche, per l'acquisto di attrezzature, macchinari o strumentazione a supporto della residenzialità nonché per la ristrutturazione di immobili che possano garantire l'autonomia alle persone con disabilità a cui vengono a mancare parenti o amici.

Adesso, i distretti socio-sanitari e le aziende sanitarie, attraverso le Unità di valutazione multidimensionale dovranno, nel rispetto della legge, dei decreti ministeriali e delle linee di indirizzo regionali, presentare un Piano distrettuale in grado di garantire un percorso personalizzato, capace di dare una risposta all'esigenza di autonomia economica e abitativa, ad ogni persona disabile che si trovi senza il supporto della famiglia. A breve il decreto e tutte le informazioni saranno pubblicate sul sito del Dipartimento delle Politiche Sociali della Regione Siciliana.

“La nostra -  dichiara l'assessore Carmencita Mangano - non è solo una risposta assistenziale ma la concreta possibilità di costruire un progetto di vita che consenta, anche alle persone con disabilità, di emanciparsi dalla tutela familiare".

"Reputo questi interventi - aggiunge Giovanni Cupidi - assolutamente insufficienti: bisognerebbe pensare a come intervenire prima che queste persone perdano l'unico supporto che hanno, cioè quello della famiglia, e cercare dei percorsi virtuosi seguendo le leggi vigenti affinché le persone possano avere la propria indipendenza e autonomia, un approccio culturale completamente diverso".

Insomma, siamo ancora lontani da quanto chiedono i diretti interessati che più volte si sono espressi su quanto (non) fatto ad oggi dalla Regione Sicilia per garantire i loro diritti. Con lo scopo di vivere una vita dignitosa, lo scorso 25 luglio hanno anche redatto un piano per Palazzo d'Orleans ma la politica non ha ancora fatto quanto suggerito. Da qui l'idea di rivolgersi ai potenziali futuri amministratori della Regione. In sintesi chiedono: la presa in carico delle persone con disabilità (questo significa mapparli, realizzare un sistema informatico unico con i dati Inps, sanitari e sociali e stendere dei progetti individuali attraverso le unità di valutazione multidisciplinare); l'incremento delle somme per l'assistenza diretta, indiretta e complementare, l'assistenza scolastica e l'inserimento lavorativo; la riorganizzazione della macchina organizzativa attraverso un unico dipartimento; la creazione dei punti di accesso unici e dell'osservatorio per la disabilità.


 

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