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Comune in deficit, stop a concorsi e stabilizzazioni: "Pronti a ricorrere al Tar"

Il decreto che ha modificato in corsa i parametri di regolarità finanziaria impone lo stop alle assunzioni programmate e alla stabilizzazione di 600 precari. L'attacco del sindaco: "Cittadini danneggiati da un ghiribizzo, ignoranza istituzionale o disegno per indebolire i Comuni?"

Un ricorso al Tar contro il decreto del governo nazionale che ha modificato i parametri di funzionamento e regolarità finanziaria per gli enti locali, determinando una condizione di deficit strutturale del Comune. Il sindaco Leoluca Orlando non ci sta e assieme alla Giunta ha deciso di ricorrere alle vie legali per cancellare quello che ritiene un "ghiribizzo del governo", reo di aver cambiato le regole in corsa - anzi, per usare una metafora calcistica, poco prima del triplice fischio finale - bloccando di fatto le assunzione tramite concorso di giornalisti, dirigenti tecnici e maestre di asilo, nonché la stabilizzazione di 600 precari.

La strategia del ricorso al Tar è forse l'unica arma in mano all'amministrazione Orlando per evitare l'aumento obbligatorio delle tariffe dei servizi a domanda individuale (retta degli asili nido, mensa scolastica, impiantistica sportiva, servizi cimiteriali) ed il sostanziale stop a qualsiasi procedura di assunzione o stabilizzazione dei lavoratori (anche delle società partecipate).

"Non è pensabile che con un decreto del 28 dicembre, la cui pubblicazione è stata comunicata ai diretti interessati solo il 12 gennaio, il governo nazionale modifichi in modo radicale dei parametri di funzionamento e di regolarità finanziaria per gli enti locali relativi all’anno precedente. Non si è mai visto un governo che emana decreti con valore retroattivo che mettono a rischio la tenuta finanziaria dei Comuni e a questo punto viene da chiedersi se sia soltanto frutto di ignoranza istituzionale o di un preciso disegno di indebolimento delle amministrazioni comunali". Così Orlando durante i lavori della Giunta comunale, che ha dato il via libera al bilancio consuntivo 2018, sul quale incombe il commissario ad acta nominato dalla Regione.

In base ai nuovi parametri introdotti a gennaio 2019, il Comune ha sforato alcuni dei "paletti" fissati per lo stato di deficit strutturale. In particolare, due su otto: quello legato alle anticipazioni di cassa e quello legato alla presenza di debiti fuori bilancio in via di riconoscimento per importi superiori al 1% delle entrate ordinarie. Una vera e propia mazzata che ha fatto saltare la già precaria "impalcatura" sulla quale si reggevano i conti di Palazzo delle Aquile. Che comunque, a leggere la relazione di accompagnamento al bilancio del ragioniere generale Bohuslav Basile, erano formalmente in regola: "Durante tutto il corso dell’esercizio finanziario 2018, le attività sono state condotte valutando in maniera costante i parametri vigenti", cioè quelli stabiliti nel 2009 dalla Conferenza Stato-Città ed autonomie locali. "Secondo tale metodo di valutazione - ha scritto Basile - l'ente, analogamente al 2017 e per gli stessi motivi, non sarebbe risultato in situazione di deficit strutturale".

La mutata situazione dei conti ha invece aperto la strada ad un intervento del governo centrale, che potrà chiedere una riduzione generalizzata delle spese per il personale delle società partecipate e potrà bloccare le assunzioni, incluse quelle previste all'Amat con il concorso per la selezione di 100 autisti. Una sorta di "commissariamento", che il sindaco Orlando non ha digerito: "Per colpa di un 'ghiribizzo' del governo che ha cambiato le regole ad anno praticamente finito e le ha addirittura comunicate dopo il 31 dicembre, i cittadini palermitani dovranno ora pagare tariffe più alte mentre dovranno interrompersi le procedure di stabilizzazione dei lavoratori già in servizio, così come dovranno interrompersi le procedure per l’assunzione delle maestre e dei giornalisti".

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