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Cronaca

Traffico di droga con il Messico: undici palermitani coinvolti

Alcuni vicini al clan mafioso dei Graviano. La "roba" nascosta in un forno assieme a 450 chili di hashish. L'indagine è partita nel 2006 in seguito a una segnalazione della Dea americana

Scoperta dalla polizia un'organizzazione internazionale di trafficanti di droga che importava cocaina e hashish in Italia. Trentaquattro i provvedimenti restrittivi emessi dal Gip di Palermo su richiesta della Dda ed eseguiti dalla squadra Mobile, in collaborazione con la Direzione Centrale Servizi Antidroga e la Direzione Centrale Anticrimine nell''operazione denominata "Monterrey" (guarda il video). Undici dei 34 ordini di custodia hanno raggiunto palermitani ritenuti vicini al clan mafioso dei Graviano di Brancaccio. L'indagine è partita nel 2006 in seguito a una segnalazione della Dea americana e ha portato, sei anni fa, a due grossi sequestri di droga: 5 quintali di cocaina dall'elevatissimo principio attivo (84%). La droga era nascosta in un forno assieme a 450 chili di hashish e trasportata su un camion da tre polacchi. Il forno era stato prodotto in Messico, ma la cocaina secondo gli inquirenti era colombiana.

Dopo un viaggio intercontinentale, il carico aveva fatto tappa in Olanda ed era stato sdoganato a Milano. Poi il forno era stato caricato su un camion diretto a Napoli e intercettato però dalla polizia. Sercondo gli investigatori il valore medio sul mercato italiano della droga oscillerebbe tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Contrariamente al solito, gli inquirenti sono partiti dai vertici dell'organizzazione per arrivare poi ai pusher e ai consumatori. In Messico, uno degli arrestati avrebbe fatto da intermediario con un gruppo di “narcos”. L'indagato titolare di un'azienda di manifattura, secondo la Procura, poteva utilizzare la sua attività per occultare la droga. Inizialmente i 5 quintali di cocaina sarebbero stati destinati all'Emilia Romagna, ma per un motivo che i poliziotti non hanno chiarito, il carico era stato poi dirottato su Napoli.

I palermitani coinvolti nell'inchiesta avrebbero avuto contatti con soggetti campani alcuni dei quali vicini alla camorra. Per gli investigatori un quinto della cocaina avrebbe dovuto essere spacciata sul mercato palermitano. L'hashish, proveniente dal Marocco attraverso la Spagna, sarebbe stato movimentato da campani. I palermitani coinvolti nell'inchiesta sono in alcuni casi già noti alla Procura e hanno precedenti specifici legati al traffico di droga: è il caso dei fratelli Geraci ai quali nel 2001 erano stati sequestrati ben 1.200 chili di cocaina. Altrettanto noto un altro degli indagati, Fabio Cucina che avrebbe avuto contatti anche con il clan di Brancaccio, così come i fratelli Salvatore e Vincenzo Inzerra.

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