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Lunedì, 29 Aprile 2024
Mafia

La strage in cui morirono Barbara Rizzo e i due figli di 6 anni: condannato il boss Vincenzo Galatolo

Nell'attentato avvenuto nel 1985 a Pizzolungo nel Trapanese avrebbe dovuto essere ucciso il magistrato Carlo Palermo, ma nell'esplosione rimase invece coinvolta l'auto guidata dalla donna che stava accompagnando i gemellini a scuola. Per il mafioso, considerato uno dei mandanti, la sentenza è diventata definitiva: dovrà scontare 30 anni

Confermata dalla Cassazione la condanna a 30 anni di carcere per il boss Vincenzo Galatolo in relazione alla strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985, in cui la mafia avrebbe voluto eliminare il magistrato Carlo Palermo e invece uccise Barbara Rizzo assieme ai suoi due figli gemelli, Salvatore e Giuseppe Asta di appena 6 anni. La donna li stava accompagnando a scuola e stava percorrendo la stessa strada dell'auto blindata del giudice.

La sentenza definitiva aggiunge un tassello alla ricostruzione della verità giudiziaria sul terribile attentato avvenuto nel Trapanese e per il quale sono già stati condannati Totò Riina, Balduccio Di Maggio, Nino Madonia e il capomafia di Trapani, Vincenzo Virga, tutti ritenuti mandanti.

Galatolo è stato condannato anche in seguito alle dichiarazioni della figlia Giovanna, che aveva riferito della rabbia del padre contro la madre il giorno in cui venne diffusa in televisione la notizia della strage: l'imputato avrebbe brutalmente aggredito la moglie quando gli avrebbe detto che "i bambini non si toccano".

Secondo la ricostruzione dell'accusa - ma il movente non è mai stato del tutto chiarito - i boss avrebbero temuto le indagini di Carlo Palermo che da circa 40 giorni si era insediato a Trapani, dove avrebbe voluto riprendere le inchieste che gli erano state tolte a Trento, tutte legate a traffici di armi e droga e sul denaro ripulito da Cosa nostra.

"Con la sentenza della Cassazione un altro importante tassello di verità viene scritto nella ricostruzione del contesto e delle responsabilità di quella strage". A dirlo è associazione Libera per la quale si tratta di una sentenza "importante" che "riconosce il grande, tenace lavoro dei magistrati Amedeo Bertone, Gabriele Paci e Pasquale Pacifico".

"Il nostro pensiero lo rivolgiamo a Margherita Asta, la figlia maggiore di Barbara che non si è mai arresa per far emergere la verità e chiedere giustizia - prosegue Libera - e Margherita, da molti anni è una delle colonne portanti di Libera ed, è riuscita a trasformare l'immenso dolore di quegli affetti strappati nell'impegno a dare speranza a tutti coloro che si disperano di trovarla".

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