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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Furti di benzina, tute da lavoro e carta igienica alla Rap": dopo 10 anni assolti 5 lavoratori

L'inchiesta risale al dicembre del 2013 e secondo l'accusa i dipendenti dell'ex municipalizzata avrebbero fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata non solo a rubare il materiale ma anche a rivenderlo. I reati erano prescritti, ma il tribunale ha deciso di scagionare gli imputati nel merito

Ci sono voluti quasi dieci anni per chiarire che cinque dipendenti della Rap non avrebbero rubato gasolio, tute, scope, ma anche carta igienica e bacinelle all'ex municipalizzata e che soprattutto non avrebbero fatto parte di alcuna associazione a delinquere dedita a questo tipo di furti e alla vendita della refurtiva. Dieci anni, talmente tanti che i reati sono addirittura prescritti, ma la terza sezione del tribunale, presieduta da Fabrizio Lo Forte, ha deciso di assolvere gli imputati nel merito con la formula "perché il fatto non sussiste".

I giudici hanno così accolto non solo le tesi degli avvocati Salvino Pantuso, Domenico La Blasca e Giuseppina Restivo che, tra gli altri, difendevano i lavoratori della Rap Vittoriano Muscarello, Walter Rocca, Giuseppe Di Giovanni, Maurizio Vella e Giuseppe Assennato, ma anche le conclusioni del sostituto procuratore Pierangelo Padova che, al termine del dibattimento, aveva chiesto la prescrizione. Tuttavia Muscarello, Vella e Di Giovanni avevano poi deciso di rinunciarvi. Il pm aveva quindi nuovamente discusso, chiedendo l'assoluzione nel merito per loro. Che il tribunale alla fine ha disposto per tutti.

L'inchiesta era scattata nel lontano dicembre del 2013 e secondo l'accusa i cinque, assieme ad altre quattordici persone che sono state processate con il rito abbreviato, si sarebbero appropriati di gasolio, di tute da lavoro, di mazze, di scope, di carta igienica, di bacinelle e detersivi, ma anche di altro materiale della Rap nell'arco di circa otto mesi. Accuse che ora, dopo dieci anni, sono cadute.

"Dieci anni di sofferenze, di privazioni e mortificazioni, Vittoriano Muscarello è stato licenziato dalla Rap in tronco, ha patito il carcere e gli arresti domiciliari, ha subito la gogna mediatica e l'isolamento sociale. Unico conforto - spiega l'avvocato Pantuso che assiste l'imputato - la famiglia che ha sempre creduto nella sua innocenza e la tenace fiducia nella giustizia. Ne è prova il fatto che nonostante il reato fosse estinto per prescrizione, Muscarello ha respinto tale insoddisfacente soluzione e ha chiesto di essere giudicato nel merito. Questa assoluzione assume un valore immenso, in termini di dignità e risposta sociale. Un monito severo ai facili e scontati giudizi. Una dolorosa testimonianza di errore giudiziario".

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