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Sabato, 27 Aprile 2024
Tribunale

"Impianti pubblicitari abusivi", giudice condanna società e ordina di coprire 130 spazi

Provvedimento nei confronti della Fastcom srls che avrebbe comprato da una società in liquidazione, la Sicilia Affissioni srl, solo le strutture e non le autorizzazioni comunali necessarie per il loro utilizzo. Il ricorso presentato dall’Associazione pubblicità affissioni Sicilia e dalla Damir srl

"Quegli impianti sono abusivi e vanno oscurati". Così ha stabilito il giudice della quinta sezione civile condannando la Fastcom srls e ordinandole di coprire circa 130 spazi pubblicitari acquisiti da una società in liquidazione, la Sicilia Affissioni srl, da cui avrebbe comprato materialmente solo gli impianti e non le autorizzazioni comunali necessarie per il loro utilizzo. Il provvedimento arriva dopo il ricorso presentato dall’Associazione pubblicità affissioni Sicilia e dalla Damir srl, rappresentate dall’avvocato Davide De Caro.

Le precisazioni della Fastcom

"Con questa decisione - spiega il legale - si è evitato che si configurasse una condotta di concorrenza sleale che avrebbe potuto arrecare danni anche ai clienti che, in buona fede, si fossero affidati a questa impresa acquistando gli spazi che erano della società ormai in liquidazione". Il ricorso presentato dall’Associazione pubblicità affissioni Sicilia e dalla Damir srl, era fondato sul mancato pagamento, per un periodo di 5 anni, dell’imposta comunale necessaria per ottenere l’autorizzazione per l’utilizzo degli impianti da parte della Sicilia Affissioni.

Il giudice, ritenendo fondato uno dei motivi, ha sottolineato come alcuni avvisi di liquidazione fossero stati già annullati con una sentenza della Commissione tributaria. A ciò si aggiunge la comunicazione, inviata a dicembre 2021 dalla società in liquidazione al Comune, in cui si faceva presente che, a partire dal 2022, gli impianti autorizzati non sarebbero stati più utilizzati e che inoltre erano stati ceduti, con una scrittura privata, alla Fastcom con l’unica finalità di smontarli, sostanzialmente per utilizzarne i materiali per nuovi impianti ancora da autorizzare.

La Fastcom, però, avrebbe utilizzato gli spazi pubblicitari pur non avendo ricevuto alcuna nuova autorizzazione che, in quanto bene immateriale, non poteva essere acquisita al pari degli impianti. "Pertanto la società - scrive il giudice - sta svolgendo attività di sfruttamento commerciale degli impianti oggetto di vendita, senza l’autorizzazione comunale e dunque in modo abusivo" e quindi ciò "configura una condotta di concorrenza sleale". Questo in quanto, alla luce del mancato pagamento delle imposte comunali, ciò potrebbe alterare il mercato e porteare un ingiusto vantaggio all’impresa che sfrutta spazi non autorizzati.

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