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Martedì, 30 Aprile 2024
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Salvò migliaia di libri dalle bombe del '43, intitolata ad Angela Daneu Lattanzi la sala lettura della Biblioteca regionale

Porterà il nome della bibliotecaria e pittrice che, nel corso della seconda guerra mondiale, si prodigò per tutelare il patrimonio librario raro e di pregio della Nazionale di Palermo portandone gran parte nel complesso gesuitico di Polizzi Generosa e nel monastero benedettino di San Martino delle Scale

Quando nel 1943 piovevano le bombe, nel corso della seconda guerra mondiale, non si diede per vinta e si sbracciò per proteggere il patrimonio librario e portarlo dai gesuti di Polizzi Generosa e nel monastero dei benedettini a San Martino delle Scale. Si è svolta oggi la cerimonia per l'intitolazione della sala lettura della biblioteca regionale ad Angela Daneu Lattanzi, bibliotecaria e pittrice nata ad Alessandria d'Egitto nel 1901 e deceduta nel capoluogo siciliano nel 1985.

Grazie all'apprezzamento all'iniziativa espresso dall''assessorato regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana, sono state recepite le richieste già avanzate dall’Unione donne italiane di Palermo, che nel 2018 aveva lanciato una petizione sottoscritta da molte personalità del mondo culturale affinché l’Amministrazione regionale tributasse il dovuto riconoscimento pubblico a Daneu Lattanzi, e dall’associazione "Salvare Palermo", che nel 2021 ha presentato la proposta d'intitolazione della sala di lettura.

"Attraverso questo giusto e doveroso riconoscimento - sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali e all'identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - vogliamo tramandare, alle future generazioni e ai tanti giovani che ogni giorno frequentano la biblioteca, i valori e gli ideali di donne come Angela Daneu Lattanzi, che si sono impegnate concretamente per la tutela e la salvaguardia del patrimonio librario e documentale, oltre che per la ricostruzione della biblioteca, dimostrando coraggio e senso civico".

Sala lettura biblioteca regionale intitolata a Angela Daneu Lattanzi

Durante la cerimonia di intitolazione è stata anche presentata la riedizione del volume "Le bibliotecarie di Alessandria" (Sellerio, 2023), fonte principale per conoscere la vita e le opere della Lattanzi attraverso il racconto appassionato e coinvolgente della figlia Alessandra Lavagnino. Sono intervenute la direttrice della Biblioteca centrale della Regione, Margherita Perez, l’ex direttrice Carmela Perretta, Ketty Giannilivigni e Anna Tschinke, nipote della Lattanzi.

Cenni storici sulla sala di lettura

La sala di lettura, al primo piano della biblioteca regionale, è stata l’aula più prestigiosa del Collegio Massimo dei Gesuiti, la grande sala utilizzata dai religiosi per le rappresentazioni teatrali.
Nel Settecento, dopo la cacciata dei Gesuiti, il grande salone viene adibito a sala di lettura della biblioteca, istituita dai sovrani borbonici, e impreziosito dal soffitto a cassettoni e dalla pregiata scaffalatura in legno su disegno dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. I bombardamenti del maggio 1943, che arrecano ingenti danni al complesso monumentale gesuitico, sventrano il soffitto e distruggono l’arredo della sala, danneggiando il patrimonio librario che contenuto. Con la ricostruzione della biblioteca, nel dopoguerra, la sala viene restituita al pubblico come luogo di studio e di lettura con una capienza di circa 170 posti a sedere. Il patrimonio bibliografico viene conservato nella torre metallica di 12 piani appositamente costruita e accessibile solo al personale in servizio.

Chi era la bibliotecaria Angela Lattanzi

Nasce nel 1901 ad Alessandria d’Egitto dove il padre Giuseppe insegna italiano e latino nel liceo statale della città. Conseguiti gli studi liceali, si trasferisce a Roma e qui si laurea in Filosofia contemporanea e prende il diploma di violoncello all’Accademia Santa Cecilia. Dopo avere vinto il concorso di bibliotecaria, nel 1935 viene assegnata alla Biblioteca Casanatense e nel 1937, a seguito del secondo matrimonio, si trasferisce a Palermo dove prende servizio presso la Biblioteca Nazionale della città e inizia a studiare i codici miniati custoditi nel fondo antico dell’istituto, qualificandosi sin d’allora come una delle più valenti studiose della decorazione del libro antico a livello internazionale.

Durante il secondo conflitto mondiale si distingue per avere messo in salvo il patrimonio librario raro e di pregio della Nazionale di Palermo, ricoverandolo personalmente nel complesso gesuitico di Polizzi Generosa e nel monastero benedettino di San Martino delle Scale. Nel dopoguerra si impegna nella ricostruzione delle biblioteche danneggiate dai bombardamenti, tra cui la Nazionale di Palermo, e nella qualità di soprintendente ricostituisce il sistema bibliografico della Sicilia centro-occidentale.

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