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Lunedì, 29 Aprile 2024
Ambiente

Il Wwf alla Regione: "Stop alla caccia, è una follia farla partire dopo gli incendi"

Chiesta la sospensione del calendario venatorio 2023-2024: "Non sussistono, dal punto di vista scientifico e oggettivo, le condizioni per l'avvio della stagione, per di più con un anticipo di ben un mese rispetto alla data dell'1 ottobre suggerita dall'Isprm". L'associazione si è rivolta anche al ministro Pichetto Fratin

Con un lungo e articolato documento firmato dalle cinque organizzazioni aggregate operanti in Sicilia, il Wwf ha chiesto alla Regione di sospendere il calendario venatorio 2023-2024. La richiesta riguarda in particolare la "preapertura" dei giorni 2, 3, 6, 9 e 10 settembre e l'apertura generale dal 17 settembre 2023 al 31 gennaio 2024.

Il documento del Wwf prende le mosse dalla "eccezionale situazione meteoclimatica, ambientale ed ecologica che ha interessato tutta la Sicilia". Secondo l'associazione ambientalista, infatti, "le perduranti condizioni climatiche estreme e i devastanti incendi che ancora stanno imperversando, hanno già comportato gravissimi danni alle popolazioni di animali selvatici, per cui non sussistono, dal punto di vista scientifico e oggettivo, le condizioni per l'avvio della stagione venatoria, per di più - ancora il Wwf - con un anticipo di ben un mese rispetto alla data dell'1 ottobre suggerita dall'Istituto superiore protezione e ricerca ambientale (Ispra)".

Nel documento inviato al governatore Renato Schifani e agli assessori Luca Sammartino (Agricoltura) ed Elena Pagana (Territorio e ambiente), il Wwf evidenzia "la palese incoerenza e contraddittorietà delle decisioni della Regione: da una parte, infatti, ha proclamato lo 'stato di crisi' e di 'emergenza di rilievo nazionale' per gli incendi e la 'concomitante' ondata di calore che si è verificata recentemente, dall'altra - ancora l'associazione -, con decreto dell'assessore all'Agricoltura del 26 giugno, è stato emanato il 'Calendario Venatorio 2023-2024' che, addirittura, anticipa l'avvio della stagione di caccia al 2 settembre anche nei confronti di specie come la tortora selvatica, in fortissimo e preoccupante declino in tutta Europa  

Il Wwf ricorda inoltre che "fino a luglio, secondo le valutazioni della stessa Regione riportate nelle due delibere sullo stato di calamità, caldo e incendi hanno causato danni generali che, in una primissima quantificazione, ammontano a circa 60 milioni di euro, oltre a danni specifici al settore agricolo che ammontano a circa 200 milioni di euro", tuttavia "sugli altrettanto catastrofici danni alla fauna ed agli equilibri ecologici, il governo regionale fa finta di non vedere - sottolinea il documento del Wwf - e, pur di non scontentare la lobby delle doppiette, apre in anticipo la caccia in una regione dichiarata in 'stato di crisi e di emergenza'".

Per il Wwf, quindi, aprire la stagione venatoria "dopo un'estate torrida e le fiamme degli incendi sarebbe una follia", perché "decimerebbe gli animali sopravvissuti determinando un danno ulteriore, gravissimo e irreversibile al patrimonio faunistico". Il documento è stato già notificato anche al ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, con l'invito "ad intervenire presso la Regione Siciliana in caso di difetto o inerzia, anche coi poteri sostitutivi e contingibili previsti dall'ex legge 59 del 1987, onde impedire - conclude il Wwf - l'ulteriore compromissione della fauna selvatica". Nel caso in cui la richiesta di sospensione della caccia venisse respinta dalla Regione, il Wwf ha ufficialmente preannunciato che si vedrà "costretto a promuovere le azioni giudiziarie ritenute più opportune".

Fonte: Dire

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