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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Corruzione negli appalti": arrestato l'ex assessore regionale Maurizio Croce

Le indagini della guardia di finanza hanno coinvolto il candidato sindaco di Messina alle ultime elezioni e attualmente direttore gli uffici regionali della Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico. Insieme a lui un’altra persona è finita ai domiciliari. Un terzo è stato interdetto per un anno a contrattare con la pubblica amministrazione

Un sistema corruttivo che riguardava l'aggiudicazione e l'esecuzione degli appalti promossi dal commissario del governo contro il dissesto idrogeologico per la Regione Sicilia è stato scoperto dalla guardia di finanza di Messina. Tre le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di tre persone, due ai domiciliari e uno destinatario della misura interdittiva della capacità di contrarre con la pubblica amministrazione. Tra gli arrestati c'è Maurizio Croce, che era candidato a sindaco nelle ultime elezioni amministrative con il centrodestra ed ex commissario per il dissesto idrogeologico. Eseguiti contestualmente sequestri per oltre 230 mila euro. In passato l’ex commissario, ora sostituito dal presidente Schifani, ha avuto ruoli come dirigente con Raffaele Lombardo, è stato assessore di Rosario Crocetta ma anche al vertice della struttura commissariale per il dissesto idrogeologico su nomina dell’ex presidente, oggi ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci.

Dopo la notizia degli arresti è intervenuto il governatore Schifani che ha annunciato un provvedimento per garantire la continuità della struttura commissariale: "Massima fiducia nei confronti della magistratura. Incontrerò a breve il capo dell'Ufficio legale della Regione per adottare i provvedimenti opportuni e necessari. Mi risulta che la Struttura, al di là di queste accuse, sia stata estremamente efficiente. Ad ogni modo, adotteremo tutti i provvedimenti per garantire la continuità".

E in serata il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, Marcello Caruso, ha disposto la sospensione dal partito di Croce. "Sono assolutamente fiducioso e rispettoso del lavoro svolto dalla Magistratura, che è soltanto all'inizio del proprio iter - afferma Caruso - così come auspico che la vicenda possa essere al più presto risolta e che il Consigliere Croce possa chiarire la propria posizione. A conferma del nostro impegno costante per la trasparenza e la legalità ed allo stesso tempo per sottolineare la posizione chiara ed inequivocabile di Forza Italia nel pretendere che sia fatta chiarezza in tempi brevi, abbiamo ritenuto di sospendere il consigliere Croce dal partito e da qualsiasi incarico."

L'indagine ha preso il via dopo il controllo disposto dal prefetto di Messina, ed eseguito dal Gruppo Interforze, nel cantiere dei lavori di "riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell'alveo del torrente Cataratti-Bisconte e opere varie nel Comune di Messina". Controlli che hanno portato alla luce un giro di mazzette, regali e lavori edili gratis in cambio di "una più favorevole e celere gestione delle fasi esecutive dell'appalto, ovvero di garantirsi future commesse pubbliche, in accordo con il vertice della struttura commissariale". Durante le indagini è emerso il ruolo del gestore e rappresentante di fatto dell'impresa esecutrice cui risultava affidato il cantiere e che era indagato per traffico di influenze illecite, aggravato dal metodo e dalla finalità mafiosi, nell'ambito di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro alcuni anni fa.

Gli approfondimenti delle "fiamme gialle", sotto il coordinamento della procura di Messina, hanno fatto emergere il coinvolgimento di componenti della stazione appaltante, pubblici ufficiali, in accordi illeciti con il gestore dell'impresa esecutrice dei lavori. Gli accertamenti hanno svelato "l'esistenza di un rapporto privilegiato - sottolineano gli inquirenti - consolidatosi nel tempo, tra il vertice della struttura commissariale e il rappresentante legale dell'impresa esecutrice dei lavori che, al fine di ottenere una più favorevole e celere gestione delle fasi esecutive dell'appalto, ovvero di garantirsi future commesse pubbliche, in accordo con il vertice della struttura commissariale, ha erogato utilità varie ai funzionari incaricati di sovrintendere all'opera e, segnatamente, sia al direttore dei lavori sia al funzionario incaricato di validare i lavori svolti".

La campagna elettorale finanziata con soldi "sporchi"

L'imprenditore avrebbe effettuato lavori edili presso le abitazioni private dei funzionari pubblici per importi complessivi quantificati in circa 80 mila euro e avrebbe pagato le tasse universitarie, per un valore di oltre 7 mila euro, per un corso di laurea che il funzionario impiegato direttamente presso la Struttura commissariale intendeva frequentare. Inoltre, sottolineano gli investigatori, "lo stesso vertice della struttura commissariale, avendo preso parte ad una competizione elettorale, aveva ricevuto dall'imprenditore, per il tramite di un fidato intermediario, benefici economici sotto forma di finanziamenti illeciti della campagna elettorale per oltre 60 mila euro".

Per scongiurare il rischio della ricostruzione della provenienza dei finanziamenti, l'imprenditore, attraverso un meccanismo di fatturazione per operazioni inesistenti intestate alla contabilità dell'appalto pubblico, aveva costituito la provvista finanziaria in capo ai responsabili di ulteriori imprese con cui aveva ordinari rapporti economici, affidando loro il compito di effettuare i pagamenti a sostegno della campagna elettorale. Da qui la contestazione provvisoria agli indagati anche del delitto di illecito finanziamento ai partiti. "Queste condotte - si legge nella nota della procura - chiarivano la volontà dell'imprenditore di tentare di reperire le risorse utili alla conclusione degli accordi corruttivi, facendole pesare direttamente e indebitamente sui costi dell'appalto pubblico, di cui era affidatario".

Rolex e vestiti in cambio di favori

Il rappresentante di fatto della società affidataria dell'appalto avrebbe anche acquistato un orologio Rolex Daytona, del valore di oltre 20 mila euro, da regalare alla persona che intermediava le dazioni illecite a favore della campagna elettorale e, a beneficio di quest'ultimo, avrebbe anche effettuato i lavori di ristrutturazione di un noto negozio di abbigliamento di Messina, per un valore di oltre 30 mila euro. Infine, sempre su richiesta del vertice della struttura commissariale e, in questo specifico caso, con l'intermediazione di un soggetto legato da rapporti di fiducia al commissario, la società appaltatrice si sarebbe occupata dei lavori di messa in sicurezza di una struttura ricettiva privata per un importo di quasi 100 mila euro.

Nel cantiere posizionati 291 in meno rispetto al progetto

Nel corso delle indagini una mirata attività di perquisizione delegata dalla Procura ha impedito la consumazione di due truffe: la prima, la 'truffa dei pali', consistita nel collocare presso il cantiere, sfruttando la difficoltà di rilevare la difformità tra il dato formale/progettuale e quello reale, di ben 291 pali in meno rispetto a quelli previsti dal progetto per ottenere un maggiore ed indebito esborso di somme, a suo favore, per un valore di oltre un milione e ducentomila euro, la seconda consistita nel simulato conferimento a discarica di rifiuti provenienti dal cantiere Catarratti-Bisconte riguardante, di contro, materiale proveniente da un diverso cantiere gestito dalla società esecutrice dell'appalto pubblico e posto all'interno di un immobile di proprietà di un privato, in modo da consentire all'impresa di richiedere il rimborso a carico della stazione appaltante e ottenere, contestualmente, il pagamento dello smaltimento realmente avvenuto anche dal committente privato.

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