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Cronaca Pallavicino / Via Pescia

Nonna e nipote picchiate e rapinate, ma la giovane era la basista: arrestata

In due fecero irruzione nell'abitazione di una pensionata di 74 anni, a Pallavicino, portando via contanti e gioielli. Ma il racconto della ragazza non ha convinto gli investigatori. Decisivi i tabulati telefonici e le intercettazioni ambientali

Nemmeno più della famiglia ci si può fidare. Prima fa finta di essere vittima insieme alla nonna di una violenta rapina, poi invece si scopre che è stata lei ad architettare il colpo. Oggi la polizia è riuscita ad arrestare due presunti rapinatori che lo scorso 15 dicembre terrorizzarono una donna di 74 anni, irrompendo incappucciati ed armati di coltello nella sua abitazione di via Pescia, a Pallavicino. In quell'occasione, oltre all'anziana poi ricoverata in ospedale con una prognosi di sette giorni, fu "maltrattata" anche la nipote, che si trovava in casa per "accudirla". Ma la ragazza, Elena Campedonico di 23 anni, invece è finita in manette insieme a loro con l'accusa di essere la basista. Gli altri arrestati sono Giuseppe Calvaruso, 31 anni, la moglie Rosalia Schillaci di 50.

Dopo la rapina sul posto intervennero gli agenti del commissariato San Lorenzo che, raccolte le prime testimonianze, capirono che qualcosa non quadrava. I rapinatori dopo aver colpito con calci e pugni la pensionata, riuscirono a portare via mille euro, un libretto Inps ed alcuni gioielli, lasciando intendere di sapere esattamente dove andare a cercare. "Sin da subito le due donne fornirono una versione discordante sulla dinamica - spiega Carla Marino, vice questore aggiunto e responsabile dell'unità investigativa del commissariato di San Lorenzo -, nello specifico su chi avesse aperto la porta. La nipote, inoltre, spiegò agli agenti di aver avuto sottratto il cellulare, ma di non ricordare né il modello né il proprio numero". E quest'altro elemento fece storcere il naso agli investigatori.

Nelle settimane successive alla rapina, da quel cellulare, rubato, non denunciato e con la sim ancora attiva, erano partite numerose chiamate, ai parenti della ragazza e ai due criminali poi assicurati alla giustizia. "Abbiamo eseguito alcuni accertamenti tecnici di natura ambientale - prosegue Marino -, trovando conferma sui contatti intrattenuti dalla nipote incensurata con i due coniugi pregiudicati, di 31 anni lui e di 50 lei. Che, tra l'altro, erano vicini di casa. Di loro - conclude - l'anziana non aveva potuto fornire alcuna descrizione somatica, se non il fatto che ricordasse un soggetto dalla stazza corpulenta e di un altro soggetto (la moglie), di cui ricordava soltanto un dettaglio: le mani piccole e rugose".

Degli arrestati, su disposizione della Procura, sono state fornite le foto "così da permettere ad altri cittadini di riconoscere, eventualmente, il loro volto in relazione ad altri casi di rapina". Il trentunenne pregiudicato era stato arrestato nell'ambito dell'operazione Apocalisse per poi essere scarcerato. Scorrendo la sua fedina penale si trovano precedenti per rapina, estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso. Ricollegando tutti gli elementi la polizia è riuscita ad incastrare anche la giovane nipote, attualmente impiegata in un call center, che avrebbe permesso di portare a compimento il piano. Le due donne, detenute al Pagliarelli, e l'uomo, finito invece all'Ucciardone, dovranno rispondere del reato di rapina aggravata.

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