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Martedì, 19 Marzo 2024
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Lagalla ancora al centro delle polemiche per un post, Maria Falcone: "Sgradevole, nessun endorsement"

L'ex rettore cita una frase, riportata su Facebook, della sorella del magistrato ucciso a Capaci e si riaccende lo scontro sulla mancata partecipazione al trentennale delle stragi: "Contro di me un premeditato linciaggio, ho protetto la città da potenziali violenze". Presentata la lista Lavoriamo per Palermo: "E' il contributo civico alla coalizione"

Non si è ancora spenta l'eco delle polemiche per l'assenza di Roberto Lagalla, candidato sindaco del centrodestra e dei renziani, al trentennale della strage di Capaci. Polemiche che oggi si sono riaccese per via di un post pubblicato sulla pagina Facebook dell'ex rettore in cui viene attribuita alla professoressa Falcone, sorella del magistrato ucciso il 23 maggio 1992, la seguente frase: "Lagalla è stato un ottimo amministratore".

Lo stesso Lagalla l'ha citata stamattina durante la conferenza stampa di presentazione della lista Lavoriamo per Palermo (passata giocoforza in secondo piano), obbligando Maria Falcone alla precisazione: "E' stata estrapolata da un discorso ben più ampio" nel quale si lanciava l’allarme sui rischi di inquinamento mafioso della politica. "Questa frase è diventata un mio endorsment alla sua campagna elettorale, cosa che non era affatto" ha detto Falcone, bollando come "poco gradevole il post pubblicato da Lagalla".

Post Lagalla-Falcone-2

"Al di là delle qualità personali dei singoli candidati - ha aggiunto - qui si pone una questione di principio: la politica non deve dare il minimo sospetto di relazioni con la mafia". Parole nette, che riportano alla ribalta il tema dell'appoggio di Cuffaro e Dell'Utri a Lagalla.

"Non sono gli ispiratori della mia candidatura". Questa la replica dell'ex rettore, che ha motivato così la mancata partecipazione alle commemorazioni di ieri: "Ho ritenuto di dover chiamare Maria Falcone, con cui intrattengo un personale rapporto per annunciarle la mia assenza e la professoressa Falcone ha condiviso con me che quella fosse la migliore scelta. Le ho annunciato che ci vedremo nei prossimi giorni. Mi ha fatto molto piacere che ieri la dottoressa Falcone rispondendo a una domanda ha detto che sono un ottimo amministratore. Ho informato naturalmente della conversazione con la Falcone il prefetto che non ha potuto fare altro che prenderne atto".

Più nello specifico, Lagalla ha spiegato: "Volevo partecipare ma sono stato costretto a prendere questa decisione per evitare che qualche facinoroso, sensibile al fascino di certe feroci parole, potesse macchiare uno dei momenti simbolici più importanti della nostra città. Domenica, dallo stesso palco in cui si sono poi tenute le celebrazioni di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, sono stato oggetto di un dileggio sgradevole e greve: un premeditato linciaggio morale, camuffato in pièce teatrale da Pif. Non è mia intenzione esporre Palermo a potenziali violenze e al pubblico ludibrio. Era mio dovere salvaguardare la sua immagine di fronte alle più alte cariche dello Stato e all'intero Paese".

Lagalla, che si è detto "profondamente addolorato per il clima d'odio creato strumentalmente", ha annunciato che oggi pomeriggio si recherà all'Albero Falcone "da solo e lontano dalla mediaticità che altri candidati hanno cercato". Mentre rispetto a eventuali "scorciatoie" di portatori d'interesse che intendono sostenerlo alle urne, Lagalla ha provato a sgombrare il campo da dubbi di sorta: "Chiunque pensi di votarci per poi proporre patti scellerati sappia che troverà la porta chiusa. A questi signori dico 'non votateci' o vi accompagneremo in Procura". 

lista lavoriamo per palermo-2

Tutto chiarito? Non proprio, secondo l'assessore alla Mobilità Giusto Catania (candidato al Consiglio con Sinistra Civica ed Ecologista), che ha parlato di "motiviazioni ridicole": "Sarebbe stato più serio dichiarare di non volere il sostegno elettorale dei condannati per mafia e avrebbe avuto il pieno diritto di partecipare. Come giustificherebbe la sua assenza qualora, malauguratamente, diventasse sindaco di Palermo?". Immediata la risposta: "Catania ha posto un problema inesistente. Ho partecipato per trent'anni a questa manifestazione e non avrei nessun problema a continuare a farlo".

I vari botta e risposta sono stati preceduti dalla presentazione di quella che è la lista di diretta emanazione del sindaco. "Una lista che innerva la coalizione di un contributo civico". Un "civismo operoso" lo ha definito Lagalla, ripetendo un refrain più volte usato nella precedente tornata elettorale da Leoluca Orlando. Dietro il civismo, a ben guardare i nomi di chi è stato inserito in questa lista, si celano però vari esponenti politici che tra l'altro in passato hanno militato proprio con il sindaco uscente: da Dario Chinnici a Francesco Bertolino, passando per Giusi Scafidi, Luisa La Colla, Paolo Caracausi e Carlo Di Pisa. Si tratta della componente che fa riferimento a Italia Viva, presente alla conferenza stampa con Toni Costumati (segretario cittadino) e Totò Orlando (presidente del Consiglio). Lagalla ha ringraziato i renziani "per aver fatto un passo di lato rinunciando al simbolo di partito".

"Saremo chiamati, se eletti, ad amministrare la città e non ad usarla per scopi politici o strumentali. Ricordatevi - ha aggiunto rivolgendosi a tutti i candidati - che quello che è perdonato ad alcuni non sarà perdonato a noi, per questo sarà fondamentale essere meticolosi e trasparenti negli atti". Un appello raccolto da Costumati, che ha sottolineato "il passo indietro di Italia Viva per appoggiare una persona competente" e ha rivendicato la primogenitura della convergenza a Lagalla. Sulla stessa scia Toto Cordaro, assessore regionale all'Ambiente, in rappresentanza dei centristi: "Coloro che dentro il centrodestra ci osteggiavano si sono ricreduti e noi li abbiamo accolti perché crediamo che l'unità sia un valore". Totò Orlando, citando un discorso del 2012 di Felice Bruscia in Consiglio, ha concluso: "La prossima consiliatura non sarà una passeggiata, per questo bisogna spostare l'attenzione sulle cose da fare e lasciar stare le polemiche".

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