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Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

Etimologia, origine, significato, diffusione dei cognomi a livello provinciale e regionale: fenomeni migratori. Collegamenti e riferimenti storici sulle famiglie nobili siciliane, tradizioni popolari, personaggi del mondo della cultura, della politica, dell’arte, della cronaca. “Nomen omen”, locuzione latina che significa “un nome, un destino” o “il destino nel nome”: per i Romani nel nome della persona era indicato il suo destino, appunto “I cognomi come brand”, “marchio” che ti accompagna per tutta la vita, insieme dei valori che nel tempo le generazioni hanno costruito.

Cognomen omen

L'origine dei cognomi Aloi, Donato, Capuano, La Torre 

L'origine dei cognomi Aloi, Donato, Capuano, La Torre 

Aloi

(come Andrea Aloi, giornalista e scrittore, fondatore della rivista satirica Cuore)

Aloi: probabilmente originato dalla forma dialettale campano-calabra del nome medioevale ALOISIUS (da cui poi derivarono Eligio e Luigi). Altra ipotesi etimologica lo vuole derivato dal latino alõe risalente al greco alõē, con il significato di giardino. Aloi è un cognome greco dell’Area dello Stretto, diffuso quindi in Calabria (Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia) e in Sicilia, nel messinese (Messina, Pace del Mela, Terme Vigliatore, Milazzo, Gualtieri Sicaminò, Lipari, Roccavaldina, Rometta, Gioiosa Marea, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.), ma anche nel siracusano (Siracusa, Lentini, Melilli; Carlentini, Augusta, ecc.), nel catanese (Mirabella Imbaccari, Sant’Agata Li Battiati, Acireale, Catania, ecc.), nel palermitano (Palermo, Monreale, Villabate, ecc.), nell’agrigentino (Sciacca, Realmonte), nel nisseno (Mazzarino, Serradifalco), nell’ennese (Piazza Armerina, Aidone). Famiglie Aloi sono attestate, inoltre, in Lombardia, Liguria, Lazio, Campania, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. La famiglia Aloi, oriunda dalla Spagna, fu nobile nel Regno delle Due Sicilie, poi, nel corso dei secoli, si propagò in varie regioni italiane ed europee. Il casato ebbe sede a Messina, città in cui nel XV secolo si trova un fra’ Nicolò Aloi, cappellano e regio deputato nella cappella del castello di Matagrifone nel 1416. Furono molti poi i personaggi che resero illustre il casato: un Luigi, capitano d’armi, vivente nel 1490; un Niccolò, dottore in legge, vivente nel 1511, e tanti altri. FORTUNATO ALOI (Reggio Calabria 8/12/1938), docente nei licei, politico, deputato al Parlamento nazionale nella VI, IX, XII, XIII Legislatura, Gruppo MSI – Alleanza Nazionale. Negli anni 1994/95 è stato sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, Università, Ricerca, nel Governo Berlusconi: dirigente missino, fu uno dei protagonisti, nel 1970/71 della Rivolta di Reggio, sommossa popolare contro la decisione di assegnare il capoluogo di regione a Catanzaro, nel quadro dell’istituzione degli enti regionali. Ha pubblicato diversi testi spaziando in campi diversi, dalla saggistica alla storia, dalla filosofia alla narrativa e alla sociologia. GIOVANNI ALOI (Milano 22/10/1984), regista; laureato al DAMS di Bologna (corso di laurea per Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), ha lavorato come autore al programma Tv “Le Iene Show” nella stagione 2007/2008. Poi si spende come regista di documentari, soprattutto biopic, ricostruendo biografie di personaggi realmente esistiti. Nel 2014 realizza il cortometraggio “A passo d’uomo”, selezionato al Festival di Cannes e nella cinquina finale del Davide di Donatello; un suo secondo cortometraggio E.T.E.R.N.I.T., nel 2015 viene nominato all’European Film Award, in competizione nella sezione “Orizzonti” della 72^ Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia. “Tensione superficiale”, film del 2019, è il suo lungometraggio d’esordio. ANDREA BATTISTA ALOI (Torino 30/11/1950), giornalista, scrittore, padre di Giovanni Aloi. Ha lavorato per “L’Unità” alle pagine delle province, degli interni e degli spettacoli. Con Michele Serra e Piergiorgio Paterlini ha fondato la rivista satirica “Cuore”: Aloi ne è stato direttore fino alla sua chiusura nel 1996. Ha scritto diversi libri di argomento sportivo. È coautore, con Stefano Frosini, delle storie satiriche a fumetti dedicate a famosi personaggi del calcio italiano, da Moratti a Cassano, usciti su Linus nell’autunno del 1999.

Donato

(come Stefano Donato, pittore contemporaneo)

Il cognome Donato ha numerose varianti, Donadel, Donadelli, Donadello, Donado, Donadi, Donadini, Donadon, Donadona, Donadoni, Donadono, Donadu, Donatello, Donati, ecc; tutti derivano, direttamente o tramite forme ipocoristiche o accrescitive, sia dal nome Donato e da sue alterazioni dialettali, sia dal cognomen latino Donatus e Donatianus; in latino donato = dato da Dio, dono di Dio. Donato è uniformemente distribuito in Italia; è diffuso in circa 900 comuni di tutte le regioni, Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio, Liguria, Campania, Friuli, Toscana, ecc. Nell’isola è diffuso in tutte le province, particolarmente nel messinese (Messina, Santa Lucia del Mela, Pace del Mela, Castroreale, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Villafranca Tirrena, Torregrotta, Falcone, ecc.), nel palermitano (Palermo, Giardinello, Collesano, Bagheria, Valledolmo, Misilmeri, Capaci, Cerda, Monreale, Termini Imerese, ecc.), nel catanese (Catania, Adrano, Caltagirone, Misterbianco, Mascalucia, Paternò, Randazzo, Belpasso, Acireale, ecc.), nel trapanese (Marsala, Trapani, Alcamo, Mazara del Vallo, Erice, Valderice, ecc.), nell’agrigentino (Porto Empedocle, Canicattì, Naro, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Augusta, Carlentini, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi - La famiglia Donati di Firenze fu una delle più nobili e favorita con numerose cariche e privilegi dagli imperatori germanici; Corso Donati di Simone, nel 1300 a capo della fazione guelfa dei Neri, fu ucciso nei contrasti con i Cerchi a Firenze nel 1309; Dante sposò Gemma Donati. Una famiglia Donato, proveniente da Firenze, ritenuta discendente da Junio console romano, ebbe dimora a Messina e a Reggio Calabria ed i titoli di barone di Migliardo, nobile dei baroni, nobili di Reggio Calabria. Stefano Donato era barone di Migliardo nel periodo dell'abolizione della feudalità. Luigi Donato, cavaliere della Corona d'Italia, cavaliere dell'Ordine Mauriziano, consigliere della Corte d'Appello del Regno d'Italia, fu decorato della medaglia commemorativa della guerra 1915/18. Questa famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana del 1922 e nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana del 1933. FRANCESCA DONATO (Ancona 25/8/1969), avvocata, politica, europarlamentare eletta nel 2019 nella lista Lega-Salvini premier, circoscrizione Isole. Al Parlamento Europeo è componente del Gruppo Identità e Democrazia e membro della Commissione per i problemi economici e monetari, della Commissione per lo Sviluppo Regionale e della Delegazione all’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo. ANGELO DONATO (Chiaravalle Centrale, Catanzaro 12/4/1934), avvocato, già senatore della Repubblica per due legislature (dal 1987 al 1994), eletto nella lista della Democrazia Cristiana. È stato sindaco di Chiaravalle Centrale, sindaco di Catanzaro e più volte assessore regionale in Calabria. STEFANO DONATO (Messina), pittore contemporaneo, vive e lavora a Roma dove ha compiuto i suoi studi artistici diplomandosi in arredamento e scenografia. Ha collaborato con l’architetto Andrea Crisanti alla realizzazione di alcune scenografie per il cinema e il teatro lavorando con illustri maestri. Come Francesco Rosi e Michelangelo Antonioni. La Sicilia è sempre profonda fonte di ispirazione per le sue opere. Ha allestito numerose mostre personali nelle più prestigiose gallerie della capitale riscuotendo consensi da parte del pubblico e della critica; frequenta gli ambienti artistici della capitale quale il Caffè Greco e Piazza del Popolo, fa parte dei Cento Pittori di Via Margutta, la famosa via degli artisti.

Capuano

(come Antonio Capuano, scenografo, regista, pittore, docente di Scenografia)

Il cognome Capuano (ma anche Capuana e Capuani) potrebbe derivare dall'etnico “capuano”, cioè originario di Capua, comune della Campania, in provincia di Caserta. Potrebbe derivare anche dal toponimo Capuano, località del comune di Gangi (Palermo).

Capuano, presente in circa 650 comuni italiani, è diffuso prevalentemente in Campania (nel napoletano, salernitano, casertano), in Puglia (province di Foggia, Barletta-Andria-Trani) nel Lazio (zone Roma, Frosinone, Latina), ma anche in Lombardia, Sicilia, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Basilicata, Calabria, Veneto, Abruzzo, ecc. Nell’isola è noto in prevalenza nel palermitano (Palermo, Sclafani Bagni, Caltavuturo, Monreale, Termini Imerese, Trabia, Villabate, ecc.), nel catanese (Catania, Aci Sant’Antonio, Paternò, Misterbianco, San Pietro Clarenza, Belpasso, Tremestieri Etneo, San Giovanni La Punta, Mascalucia, ecc.), nell’ennese (Agira, Valguarnera Caropepe, Regalbuto, Enna, ecc.), nel ragusano (Ragusa, Scicli, Ispica, Chiaramonte Gulfi, ecc.), nel messinese (Messina, Santa Marina Salina)

 Riferimenti storici e personaggi - Capuano è il cognome di una antica illustre famiglia di Amalfi, di origine longobarda. Nel 1809 era inserita nel Libro d'Oro della Nobiltà napoletana. Venne riconosciuta di “antica nobiltà” nelle prove della Regia Commissione per l'ammissione nelle Regie Guardie del Corpo dell'esercito delle Due Sicilie. Nel 1900 a questa famiglia venne riconosciuto il titolo di Patrizio Napoletano e, nel 1922 venne iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano. (Portale del sud). Michele Capuano, alfiere del 2^ Reggimento Dragoni (cavalleria pesante) partecipò alla campagna del 1860/61 in difesa del Regno delle Due Sicilie contro i piemontesi. Orazio Capuano nel 1660 ottenne la castellania di Mineo col titolo di barone e il titolo di Don. ANTONIO CAPUANO (Napoli 9/4/1940), scenografo per sceneggiati e programmi televisivi e cinematografici, pittore, regista, è titolare della cattedra di Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Esordisce nel cinema nel 1991 con “Vito e gli altri”, vincitore del Premio Internazionale della critica di Venezia nel 1992; nel 1996 è presente alla Mostra del Cinema di Venezia con “Pianese Nunzio: 14 anni a maggio”, nel 2001 con “Luna Rossa”. Un altro film di successo è “La guerra di Mario (2005), con il quale Capuano vince il Premio dei critici al David di Donatello 2006. Seguono poi “Giallo” (2009), “L’amore buio” (2010), “Il buco in testa” (2016), “Achille Tarallo” (2018). ANTONIO CAPUANO (Frattaminore, Napoli 11/9/1971), politico, deputato nazionale nella XIV Legislatura (2001/2006), eletto nella lista “Forza Italia”; è stato componente della XI Commissione - Lavoro pubblico e privato. ENRICO CAPUANO (Roma 27/7/1964), cantautore ribelle, anticonformista; è considerato il capostipite del Folk Rock italiano. Con lui nasce la Tammuriatarock, un progetto artistico basato sulla fusione dei generi musicali, una fusione ideologica di folk, musica del popolo, e il rock dell’evoluzione, non convenzionale, provocatorio e combattente, un linguaggio multiculturale e universale. Da qui i numerosi concerti all’estero, dall’Iraq a Cuba, dalla Germania al Lussemburgo, agli USA e in Canada.

La Torre

(come Pio La Torre, politico e sindacalista italiano, vittima della mafia)

La Torre o Torre (ma anche Latorre) è un cognome molto diffuso in Italia: i capostipiti furono alcuni fratelli, discendenti di un signore esiliato dalla Francia, detto Della Torre; essi si rifugiarono in Italia e assunsero il cognome Della Torre. Poi la famiglia si diramò in molte regioni italiane fra cui la Sicilia, dove sono ampiamente rappresentati. Alcune varianti del cognome si sono formate come cognominizzazione di toponimi o derivati da “torre” o dai relativi etnici comunissimi in tutta Italia. Attualmente i La Torre sono diffusi in tutta l’isola, in particolare nel messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Pagliara, ecc.), nel catanese (Catania, Gravina di Catania, Aci Catena, ecc.), nel palermitano (Palermo, Monreale, ecc.) nel trapanese (Erice, Trapani, Custonaci, ecc.); sono presenti con grossi nuclei anche in Puglia (nel foggiano, barese, tarantino), in Lombardia, Calabria, Lazio, Piemonte, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia La Torre da Milano passò in Sicilia e un Giovanni La Torre ottenne, nel 1400, la concessione di una vigna in Castronovo (PA) e forse egli stesso fu castellano nella città di Girgenti nel 1421. Diversi altri La Torre ebbero nei secoli successivi cariche pubbliche in molte città siciliane, Caltagirone, Catania, Mazara, Palermo, Siracusa, ecc.: la famiglia risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. PIO LA TORRE (Palermo 24/12/1927 - Palermo 30/4/1982), sindacalista e politico, vittima della mafia, caduto in un attentato alla sua auto, una Fiat 131, guidata dal suo compagno di partito Rosario di Salvo. Laurea in scienze politiche, fin da giovane si impegnò nelle lotte a favore dei braccianti, fu segretario regionale della C.G.I.L. Aderì al P.C.I. e nel 1960 entrò nel Comitato centrale del Partito, nel 1962 divenne segretario regionale. Fu deputato regionale dal 1963 al 1971, dal 1963 al 1971 fu deputato nazionale, VI-VII- e VIII Legislature. Nel 1979 fu componente della Commissione Parlamentare Antimafia, nel 1980 fu primo firmatario di una proposta di legge, elaborata con la collaborazione di due giovani magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che introduceva il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni patrimoniali ai mafiosi (Legge Rognoni-La Torre del 1982). Nel 1981 svolse una dura battaglia contro la costruzione della base missilistica NATO di Comiso e contro la speculazione edilizia.  Nel 1982 gli fu conferita la Medaglia d’Oro al merito civile con la seguente motivazione: «Esponente politico fortemente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso, promotore della coraggiosa legge che ha determinato una innovativa strategia di contrasto alla mafia, mentre era a bordo di una vettura guidata da un collaboratore, veniva proditoriamente fatto oggetto di numerosi colpi di arma da fuoco da parte di sicari mafiosi, perdendo tragicamente la vita nel vile agguato. Fulgido esempio di elevatissime virtù civiche e di rigore morale fondato sui più alti valori sociali spinti fino all'estremo sacrificio.»
 

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