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Sabato, 27 Aprile 2024

Frida Bollani Magoni, "One woman show" al Politeama da doppio bis e dieci minuti di applausi

Indossa un blazer rosa shocking, dei calzini bianchi e scarpe da tennis. Con tutta la fragilità di un’adolescente davanti a un pubblico che l’attende trepidante, si muove alla conquista del cuore di un tempio della musica sinfonica quale il Teatro Politeama Garibaldi. Perfettamente incastrata nei suoi bellissimi 19 anni, toglie le scarpe e scalzasi sistema sullo sgabello. Davanti a lei un pianoforte a coda, nero e lucidissimo. Smanetta con una loop station e poi inizia, senza preavviso, sulle note di “The Man whoisn’tthere” di Oren Lavie, alla sua maniera, mostrando una sicurezza da grande artista. Il talento dall’orecchio assoluto, di chi ama e conosce la musica tanto da scomporla e ricomporla con ogni parte del proprio corpo.

Sperimentare è la parola d’ordine, racconterà lei stessa nel corso della serata, in cui si potranno apprezzare anche dei suoi brani. “Seventeen” composto a 17 anni, "brano che non amo, ma che eseguo lo stesso perché è finito" dirà con quella ironia genuina che è da subito contagiosa.Il testo è lo spaccato di vita di una giovane artista minorenne alle prese con un mondo di adulti in cui concerti e spettacoli sono vissuti con le limitazioni da “scendi dal palco cenerentola ché è mezzanotte”. Piglio e disinvoltura da grande artista la dicono lunga sulle sue doti, non si fatica a credere all’enorme successo che sta riscuotendo nei teatri di tutta Italia con il suo spettacolo ‘Piano e voce’, primo concerto del turno serale 2024 degli Amici della Musica al Teatro Politeama Garibaldi. Prima volta a Palermo, non in Sicilia dove svela essere venuta. Il dialogo aperto con il pubblico è una delle cifre di questo spettacolo in cui Frida Bollani Magoni gioca con il siciliano improvvisando (e neppure tanto male) una parlata dalle vocali aperte e cantilenanti, fa apprezzamenti sulla bontà del cibo tradizione con l’immancabile derby culinario Catania-Palermo, riuscendo a strappare oltre agli applausi tanti sorrisi. 

Spettacolo intimo, nonostante la monumentalità dello spazio in cui si esibisce e che forse un po’ intimorisce chi, seppur con capacità innegabili come le sue, mostra dei tratti acerbi quando intona brani del repertorio classico italiano quale “Caruso” o quando sperimenta con qualche, perdonabile imperfezione, una seppur coinvolgente versione di "Take Five” del jazzista Paul Desmond, sassofonista del Dave Brubeck Quartet. La versione Bollani Magoni del capolavoro di Dalla, che unisce arte ‘alta’ e popolare, è tecnicamente perfetta, riuscendo a far proprio il brano sia vocalmente che musicalmente, un proprio che a tratti rimane comunque quello di una giovane diciannovenne che plana sopra il tema dell’amore struggente. Intenso piano e voce di‘NothingCompares2 U’ più vicina alla versione originale di Prince; e una commovente Hallelujah di Leonard Cohen eseguita come secondo brano concesso per i galatei del bis, insieme a ‘Futura’ di Dalla. Applausi e commozione anche per “La Cura” omaggio al maestro Franco Battiato, che la giovane interprete toscana introduce parlando della matrice spirituale dell’opera a cui ognuno attribuisce il proprio significato. Il suo? La musica, "spazio di cura e rifugio", ci svelerà.

Teatro Politeama - foto di Rossella Puccio

A completare la tracklist altri brani come “Toxic” di Cathy Dennis, poi resa celebre da Britney Spears; “Just the two of us” di Bill Withers; “Inmy rooms” di Brian Wilson (The Beach boys); “In Your Hands” di Charlie Winston e “Teardrop” del gruppo di Bristol, Massive Attack. Si spazia dal genere pop al rock, dal blues all’elettronica passando per indie, jazz e canzone popolare.Brani riarrangiati che mostrano la conoscenza profonda della musica tra passato e futuro, un binomio portato sul palcoscenico attraverso sintetizzatori e loop station. Frida Bollani Magoni è un’orchestra a “one woman show”, come lei stessa dice:«quintuplicandosi nell’orchestra Frida and Frida", regalando uno spettacolo che alleggerisce l’animo e coinvolge. Diciamolo, ci sa proprio fare! So che non sempre è bello sentirsi definire ‘figlia di’, ma è inevitabile non pensare alla sua straordinaria mamma, Petra Magoni, mentre sale di ottave con una facilità incredibile, controllo e pulizia della voce da soprano, soprattutto quando scherzando introduce l’emozionante versione di Hallelujah di Cohen con le note del più noto canto liturgico ‘Alleluia’.

Perché oltre a essere brava è divertente, anche lì si intravedono i geni del padre Stefano Bollani, pianista dalla bravura e dalla sensibilità straordinaria che nella trasmissione Rai “Via dei Matti n° 0”, a cui lei stessa ha preso parte, mostra grandi doti da intrattenitore, ironico e spigliato. Frida Magoni Bollani ha dopotutto uno splendido rapporto con entrambi i suoi genitori, con cui si è spesso esibita, e la famiglia la porta anche in tour. "La famigghia è importante" dirà proprio durante il concerto, mentre ringrazia tutti i tecnici a supporto dello spettacolo, tra cui lo zio che è nello staff. Farà strada, è cosa nota. La sua è iniziata molto tempo fa quando studia regolarmente pianoforte classico all’età di sette anni sotto la guida di Paolo Razzuoli, che le insegna la notazione musicale in Braille. Ha anche esperienza nel mondo del musical come cantante a “The Adventures of Peter Pan” e “Jesus Christ meets the Orchestra”. L’esordio live di Frida si è tenuto al Giardino Scotto di Pisa nel 2020.Ha accompagnato Roberto Bolle in “L’Opera Meravigliosa”, ospite anche nel suo show “Danza con me” in prima serata su Rai1; e inaugurato la nuova edizione de “Il tempo delle donne” in Triennale.Nonostante i numerosissimi impegni e progetti, continua a portare avanti gli studi di pianoforte, la produzione di brani e un podcast con il producer inglese Jimmy Brixton, intitolato “Music Up Drama Down”.

Modello per tanti giovani: «Sono ipovedente ma lo considero un dono, anzi. Proprio per questo la natura mi ha dato tante altre cose, come la capacità di ascoltare in modo diverso rispetto agli altri e l’orecchio assoluto.  […] La fortuna di non vedere, o vedere pochissimo, mi ha permesso insomma di sviluppare e tenere allenato l’udito. Certo, potrebbe essere uno svantaggio a volte…» ha dichiarato in una delle tante interviste in cui racconta come la ‘musica’ sia il suo spazio di cura, la sua medicina grazie alla quale ha trovato «nelle note i colori che non percepisce con gli occhi".

Prossimi appuntamenti al Teatro Politeama Garibaldi venerdì 2 febbraio alle21 e sabato 3 febbraio, secondo appuntamento della nuova stagione della Foss, con BeatriceVenezi sul podio per dirigere l'Orchestra sinfonica impegnata nell'esecuzione della Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 "Patetica" di Čajkovskij e la Sinfonia n. 6 in si minore op. 54 di Sostakovic. Ritroveremo Gli Amici della Musica il 5 febbraio con il quintetto della “Female Symphonic Orchestra Austria” e il concerto “Note di donne”. La Fsoa è un’orchestra tutta al femminile, nata nel 2019 dalla direttrice d’orchestra Silvia Spinnato, sostenuto dal comune e dalla regione di Salisburgo oltre che da importanti personalità come la scrittrice Hera Lind e il direttore d’orchestra Hans Graf, in cui la musica si fonda con un percorso di ricerca e promozione del repertorio sinfonico di compositrici sconosciute del periodo classico e romantico. 

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