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Professore universitario prima scrive bando e poi lo vince, il Cga: "Procedura regolare"

Enrico Napoli ha ottenuto un posto di prima fascia come docente di Ingegneria, lui stesso aveva però dettato le regole di selezione. Il Rettore lo aveva sospeso dal concorso. Da qui il ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa

Partecipa alla stesura di un bando di concorso, poi partecipa e vince. Viene presentato ricorso, ma per i giudici è tutto regolare. Succede all'Università, dove il professore Enrico Napoli ha ottenuto la cattedra ordinaria di Ingegneria. L'assegnazione è stata scandita da polemiche e ricorsi, come riporta Tgcom24.

La vicenda inizia quando il docente partecipa - in quanto membro del Consiglio amministrativo dell'ateneo - alla stesura del bando per l'assegnazione di un posto da professore di prima fascia. Poi però decide anche di partecipare in prima persona. E ottiene il posto. L'iter non passa inosservato e il rettore Fabrizio Micari interviene sospendendo il docente dal concorso.

Napoli però si rivolge prima al Tar e poi al Consiglio di giustizia della Sicilia. Per i giudici la legge Gelmini - che detta le norme anti-parentopoli - si applica solo per le assunzioni dei parenti. La legge non si applica al "parente zero", ovvero il diretto interessato al posto. Il bando, quindi, è stato vinto in maniera legittima.

La replica del professore

"Il sottoscritto, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Palermo, non ha affatto vinto il concorso cui si fa riferimento, il cui svolgimento è appena all’inizio; il sottoscritto non ha in alcun modo “scritto il bando” di quel concorso, né ha partecipato ad alcuna fase della sua approvazione. I bandi sono scritti dagli uffici in modalità standard e pubblicati con decreto del Rettore.

Il bando in questione prevedeva 14 posti di professore ordinario di diversi settori, per ciascuno dei quali gli specifici criteri di selezione (numero di pubblicazioni scientifiche e profilo scientifico richiesto) erano proposti dai relativi Dipartimenti e approvati dal CdA.

Il sottoscritto non ha partecipato a nessuna riunione, né del Dipartimento di appartenenza, né del CdA, in cui si sono discussi, proposti e approvati quei criteri. il Rettore mi ha escluso con proprio decreto dal concorso ritenendo applicabile una norma che, secondo l’interpretazione data dall’Avvocatura di Stato, impedirebbe la partecipazione ai concorsi per i componenti del CdA. Tale interpretazione è condivisa da una sentenza del Tar  Puglia e contraddetta da altra più recente sentenza del Tar Toscana, nonché da una precedente ordinanza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana.

Adesso il Decreto Presidenziale del Cga ha solo temporaneamente confermato la giurisprudenza maggioritaria (a me favorevole), in attesa delle fasi successive del giudizio amministrativo ancora in corso. La “cattedra ordinaria di ingegneria” non esiste".

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