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Anche a Palermo la raccolta firme per la legge popolare sui beni comuni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Anche in città il comitato Rodotà Palermo per la difesa dei beni comuni, per la giornata nazionale del Firma Day di domani, ha organizzato un proprio banchetto in via Ruggero Settimo (sotto i portici di piazzale Ungheria) a partire dalle 15,30 fino alle 21,00. Per quanti saranno impossibilitati a sottoscrivere nella giornata di domani si ricorda che è comunque possibile recarsi - negli orari di apertura - nell’ufficio elettorale dell’Amministrazione comunale palermitana e chiedere – esercitando così il proprio diritto costituzionale - di poter firmare per il disegno legge di Iniziativa popolare, per la modifica del codice civile con l’introduzione della categoria dei Beni Comuni. Per poter presentare la proposta di legge in Parlamento serve raggiungere quota 50 mila firme. Ecco perché serve compiere “un piccolo gesto per preparare un grande cambiamento”.

Dal comitato nazionale Rodotà dicono che "sarà una giornata davvero speciale, all'insegna della partecipazione e della democrazia, della gioia e della grande passione per il nostro Paese e per la sua bellezza”.

Questi mesi di campagna hanno sensibilizzato migliaia e migliaia di cittadini, diffondendo una nuova coscienza civile volta alla tutela effettiva e concreta dei beni comuni, consentendo così alle future generazioni di poterne godere appieno. "A tal fine - per il comitato - è necessario che i beni comuni siano riconosciuti politicamente e giuridicamente come solida alternativa al duopolio fra pubblico e privato le cui collusioni ai danni della cittadinanza sono sotto gli occhi di tutti. Insomma, nel quadro della crisi delle istituzioni e della democrazia rappresentativa (vedi il trend sempre più crescente dell’astensionismo elettorale), chissà che, dopo aver toccato il fondo, il rapporto politico della partecipazione sociale attiva e democratica, a partire dai principi costituzionali della nostra Carta, non sia proprio dai beni comuni che possa ripartire una coalizione ampia e variegata che faccia della serietà istituzionale, dell’ambientalismo vero e dell’inclusione sociale fondata sui diritti individuali e i doveri di solidarietà sociale la propria bandiera”. Questa speranza si deve anche all’alto profilo umano e politico della figura di Stefano Rodotà e alle sue battaglie che abbiamo il dovere di proseguire.

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