"Diaspora, identità e dialogo", a Palazzo Sant'Elia una collettiva anticipa la giornata della Cultura Ebraica
In vista della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che cade domenica 10 settembre, in tutta Italia si stanno organizzando eventi per far riscoprire un patrimonio saldamente incardinato alle città in cui si è sviluppato. Così anche a Palermo dove fino al 1492, anno dell’editto di espulsione di Ferdinando d’Aragona, la comunità ebraica era viva e cresceva nel cuore antico della città. Ad anticipare le manifestazioni in programma, sarà una collettiva degli artisti dell'Accademia della Hatikva che dal 5 settembre, alle 17, nella cavallerizza di Palazzo Sant'Elia (via Maqueda 81), si riuniranno sotto il titolo “Diaspora, identità e dialogo” ispirato al tema prescelto quest'anno dalla Giornata Europea.
Alla collettiva - promossa dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni con la collaborazione del Centro Studi “Biblioteca della Shoah - Il Novecento e le sue storie” di Fiuggi - parteciperanno quattordici artisti: Franca Bernardi, Francesco Calia, Antonio Carbone, Lucia Di Miceli (che firma l’organizzazione), Gabriella Di Trani, Salvatore Giunta, Silvana Leonardi, Rita Mele, Teresa Pollidori, Giuseppe Ponzio, Rosella Restante, Grazia Sernia, Marcello Rossetti, Oriano Zampieri, introdotti dal critico Marcello Carlino. La mostra proseguirà fino al 10 settembre, aperta dal martedì al venerdì dalle 9,30 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18,30. Ingresso libero.
L’Accademia Hatikva è costituita da artisti impegnati da diversi anni in ambito nazionale ed internazionale, che hanno scelto di intraprendere un percorso di valorizzazione di tutte le espressioni nell’ambito delle arti visive. Di diversa formazione culturale e professionale, i quattordici artisti presentano opere che ruotano intorno alla ricerca del segno, del colore e dello spazio, utilizzando diversi materiali che si trasformano in tele, sculture, installazioni, libri d’artista e video.
In questa occasione lo storico Pino Pelloni donerà al Comune e al sindaco Leoluca Orlando, una copia della Menorah di Anticoli, come simbolo di condivisione di valori e di accoglienza. L’originale del XV secolo viaggiò verso la cittadina laziale (Anticoli è la moderna Fiuggi) al seguito degli ebrei siciliani cacciati dall'isola nel 1492. L’antico Ghetto di Anticoli, chiamato Casa degli Ebrei, era molto esteso e comprendeva il mercato, un forno, il portico e la corte ebraica; in via della Portella c’era probabilmente una sinagoga con due vasche rituali, e probabilmente un banco di prestito.