Apre il Monastero di Santa Caterina, il weekend che anticipa la Pasqua
Sabato 8 e domenica 9 aprile il Monastero di Santa Caterina sarà aperto dalle ore 10 alle ore 19. Mentre da lunedì 10 e fino al 25 aprile, con esclusione del 14 venerdì Santo, sarà aperto dalle ore 10 alle ore 15.
Non sarà un’apertura indiscriminata. Si entrerà a piccoli gruppi. Si chiederà un contributo di 3 euro. I fondi raccolti saranno destinati al restauro del portale medievale d’ingresso della sala capitolare del convento. Giovedì Santo, 13 aprile, alle ore 18 sarà celebrata la Santa Messa della Cena del Signore. Dopo la celebrazione la Chiesa sarà aperta tutta la sera e la mattina del Venerdì Santo per la visita all’altare della Reposizione (i famosi sepolcri che verranno addobbati secondo lo stile delle Suore).?
L’idea è di rendere il bene sempre fruibile ma per la sua corretta conservazione, dopo il 25 aprile, i successivi giorni di apertura saranno decisi in accordo con la Soprintendenza. Alla conferenza stampa di oggi era presente il gruppo della Soprintendenza che ha verificato la sussistenza dell’interesse culturale del Monastero: gli architetti Lina Bellanca e Silvana Lo Giudice, le dott.sse Maria Reginella e Carolina Griffo, storiche dell’arte, la dott.ssa Carla Aleo Nero archeologa, la dott.ssa Daniela Ruffino archivista e il geometra Simone Aiello.
Il Monastero di Santa Caterina è importante perché è uno dei pochi a non aver subito gravi devastazioni nel difficile passaggio dei beni religiosi allo Stato post unitario (1866 – ’67 leggi di eversione dell’asse ecclesiastico). Con i suoi spazi eleganti e armoniosi pervasi di pace silenziosa, gli oggetti realizzati dalle suore, le preziose ceroplastiche, le ampie cucine, costituisce la rara testimonianza di un modo di vivere, l’immagine di una vera e propria città di Dio segregata e al tempo stesso integrata nella città degli uomini. La fondazione del convento si deve alle volontà testamentarie, datate rispettivamente 1310 e 1311, della ricca aristocratica palermitana, Benvenuta Magistro Angelo (Mastrangelo), sposata con Guglielmo conte di Santo Fiore e della mamma Palma sposata con Ruggiero, che fu capitano di Palermo all’indomani della rivolta del Vespro. Nella loro configurazione attuale, le fabbriche si articolano attorno a un ampio chiostro con al centro una bella fontana di Ignazio Marabitti, sormontata dalla statua di San Domenico. In un angolo del chiostro si può ammirare un obelisco (torre piezometrica) con i simboli domenicani. Sul lato orientale del Chiostro si trova il prospetto medievale dell’aula capitolare. Attualmente oltre al Chiostro sono visitabili la stanza della priora, la sacrestia, l’aula capitolare, il refettorio, e le cucine.