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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Fincantieri, Comella e Gerbino (Uilm): "Servono investimenti veri per il rilancio del cantiere navale di Palermo"

"Basta annunci, chiediamo un incontro alla Regione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

"Nonostante i ripetuti annunci, ancora oggi constatiamo l’assenza di investimenti, a fronte di un evidente arretramento e ridimensionamento, per lo stabilimento Fincantieri di Palermo che ha già visto perdere i due bacini galleggianti da 19 e 52mila tonnellate e il blocco dell’appalto e inizio lavori del bacino da 150 mila tonnellate. Non ci sono, infatti, notizie del progetto esecutivo e delle opere d’interconnecting che servono per rendere operativo il bacino”. Lo affermano Enzo Comella e Giovanni Gerbino della Uilm Sicilia e Palermo che hanno sollecitato un incontro alla Regione.

E aggiungono: “Altrettanto immediata è stata la cessione dell’area della banchina molo nord all’Autorità Portuale che a sua volta ha subito ceduto l’area trapezoidale senza presentare interventi infrastrutturali propedeutici alle attività produttive. Che dire poi dell’area del molo martello, del tutto priva di infrastrutture. Anche in questo caso non è stato previsto alcun tipo d’investimento per procedere alla sostituzione e all’implementazione del parco gru, oramai vetusto. Per non parlare delle aree cedute al Comune di Palermo per l’insediamento degli impianti di sollevamento Amap e della cessione del bacino in muratura per farne un museo a cielo aperto. Nessun intervento di concreto miglioramento delle infrastrutture appare all’orizzonte, salvo un limitato ammodernamento della linea plasma nell’officina navale e la nuova linea travatura in officina Osa. Tutto ciò - continuano Comella e Gerbino - stride con i roboanti comunicati di Fincantieri per gli enormi interventi previsti per il rilancio dello stabilimento".

E mentre a Palermo è tutto fermo, a Genova, così come a Castellammare di Stabia, Ancona, Trieste, Marghera e Muggiano si potenziano le strutture in vista di nuove commesse." La situazione attuale - concludono i sindacalisti - vede personale in trasferta e la drastica riduzione di lavoratori delle aziende dell’indotto locale. Lo stabilimento di Palermo è rimasto l’ultimo insediamento industriale presente in città con un organico che si riduce anno dopo anno. Alla base del piano industriale deve esserci una programmazione a medio termine di commesse di navi intere che possano impegnare tutte le qualità di mano d’opera al fine di evitare la perdita di competenze necessarie al mantenimento dell’attività futura”.

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