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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

Dipendenti ex Grande Migliore licenziati: "Fallimento di un progetto aziendale"

La Uiltucs Sicilia commenta la comunicazione di licenziamento di 35 ex lavoratori: "Senso di impotenza anche per la totale assenza di un interesse concreto da parte dell'amministrazione comunale"

"La procedura Gieco rappresenta il fallimento di un progetto aziendale che inizialmente sembrava potesse essere una soluzione positiva per garantire una parte dei lavoratori Migliore". Lo afferma Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, commentando la comunicazione di licenziamento di 35 ex dipendenti di Grande Migliore.

"Si può ben comprendere - prosegue - la delusione dei lavoratori che in questi anni si sono sacrificati dovendo spesso elemosinare lo stipendio che è un loro sacrosanto diritto e nonostante tutto sono sempre stati presenti ed hanno svolto con diligenza il loro lavoro. Abbiamo chiesto l'esame congiunto e al tavolo sindacale esprimeremo la nostra posizione di  contrarietà alla procedura. Nel frattempo siamo ancora in attesa di conoscere l'esito del bando per la vendita del Grande Migliore ed anche in quest'ultimo caso la delusione dei lavoratori è tanta, come il senso di impotenza anche per la totale assenza di un interesse concreto da parte dell'amministrazione comunale ove si sono svolti numerosi incontri infruttuosi". 

Il segretario generale Confintesa Sicilia, Antonio Russo, e il segretario di Confintesa Palermo, Domenico Amato, parlano di "Sacrifici inutili e una situazione che va sempre peggiorando. Quello che sta accadendo è solo la punta di un iceberg molto più grosso dove tante aziende falliscono e tanta gente perde il lavoro. È il caso degli ex dipendenti di Grande Migliore che oggi si ritrovano senza lavoro dopo il cambio di gestione che avrebbe dovuto, sulla carta, salvaguardarli. Ci stiamo impegnando, insieme all’onorevole Edy Tamajo, per capire le dinamiche che hanno portato al licenziamento collettivo e se c’è la possibilità di risanare una situazione che viene presentata come irrecuperabile. Non accettiamo che il Gruppo Gieco si rassegni ai licenziamenti invece di provare un rilancio serio e credibile”.

“Sembra - aggiunge Tamajo - ci sia la volontà di non voler nemmeno provare il rilancio dell’azienda e si preferisce la via più breve e più dannosa per i lavoratori. Concordo con Russo e Amato che questa situazione è lo specchio di ciò che avviene in tutta l’Isola, dove gli imprenditori vengono lasciati soli in balia delle difficoltà di una crisi che è in esaurimento ma non si è ancora veramente conclusa. Mi farò portavoce della problematica nelle sedi istituzionali competenti per il ripristino dei livelli occupazionali. È un nostro dovere capire le ragioni di tale resa per invertire la rotta”.

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