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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia Resuttana-San Lorenzo

Dalla postazione alla scrivania, la storia felice di Claudio Falica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

"E' la determinazione che muove il mondo: credere in se stessi è il pilastro attorno al quale costruire il proprio successo". Ne è convinto Claudio Falica, palermitano di 31 anni, amministratore unico di InOut, azienda giovane e ambiziosa che si occupa di gestire le reti commerciali di affermati brand nazionali e internazionali. E non è una convinzione che nasce dalla teoria, perché Falica, sposato da sei anni e padre di una bambina di tre, ha vissuto sulla sua pelle cosa significhi inseguire un sogno imprenditoriale, nato su una postazione di un grande call center di Palermo, quando era un tele-operatore come tutti gli altri, con la cuffia in testa e con il computer davanti agli occhi per rispondere alle esigenze dei clienti. Ed era un precario, regolato da un contratto di lavoro a progetto, per cui si guadagnava a chiamata ricevuta e poi trasformatosi, grazie alla legge Damiano - Vico del 2010, a tempo indeterminato.

Meglio? No, perché paradossalmente la stabilità lavorativa causò una diminuizione del guadagno - in quanto fu determinata una retribuzione fissa minore di quella che si ricavava con il contratto a progetto - e, di conseguenza, limitò le prospettive di crescita di giovani come Claudio Falica che aspiravano a più che accontentarsi di una cifra che, alla lunga, non avrebbe potuto garantire una sicurezza economica degna di questa nome. Da qui la voglia/necessità di mettersi in gioco e di fare fruttare l'esperienza maturata nel call center, in primo luogo con l'apertura di un'azienda, nel 2009, che si occupava di marketing.

Comincia, quindi, la doppia vita lavorativa di Falica. Da un lato il call center, come tele-operatore; dall'altro l'imprenditoria: "E il paradosso fu che dalle 6 alle 10 del mattino rispondevo alle chiamate in giacca e cravatta perché, alla fine del turno, dovevo correre in aeroporto per prendere il volo per Londra per lavorare per conto della catena alberghiera Marriott. In tanti mi guardavano con gli occhi storti e sicuramente pensavano: "Guarda questo che viene a lavorare così… è chiaro che si potrebbe permettere di non essere qui". Invece, non sapevano che stavo gettando le basi per mettermi in proprio - racconta Falica -. Un giorno, dopo aver generato un bel po' di contatti a tal punto da non potere essere più gestiti dal customer care del cliente, mi consigliarono di aprire un call-center e, visto l'esperienza maturata sul campo, ho cominciato a Palermo, in via Sammartino, con 12 postazioni che, poco dopo, ho dovuto subito incrementare a 20".

Un iniziale successo che, però, ha un retrogusto amaro, perché la neonata azienda non aveva sede legale a Palermo ma a Roma. "Il motivo? Purtroppo per sedersi al tavolo delle trattative con i clienti 'grossi', soprattutto del Nord, sapevo che la mia città - che adoro - non mi avrebbe dato la possibilità di osare e di accaparrarmi dei contratti significativi". E così fu. Il call center dell'imprenditore palermitano cominciò ad ottenere sempre più commesse di qualità con una soluzione vincente: una partnership di servizi con altre aziende del settore e lo spostamento - momentaneamente - dal capoluogo siciliano a Sciacca, nell'aprile del 2011: "Sapevo che, se fossi rimasto nella mia città, avrei dovuto curare uno dei tanti call-center che stavano crescendo allora, mediocri e di poca prospettiva. Da qui la decisione di spostarmi nella città delle Terme, che conoscevamo per ragion famigliari".

A Sciacca, Falica colse un altro importante successo professionale, perché portò un lavoro nuovo per la cittadina agrigentina, assumendo ben 80 persone e creando uno staff a cui dovette insegnare tutti i rudimenti del mestiere e che oggi lavorano ancora con lui. Nel giugno 2012, poi, l'apertura del call center a Trapani, dove tutt'ora lavorano in 100 e, nel giugno 2013, il tanto agognato ritorno a Palermo: "Finalmente di nuovo nella mia città, aprendo una sede in via Ugo La Malfa, in una struttura efficiente e arredata nei minimi particolari. Scelta più che mai azzeccata se si pensa che ad oggi sono 150 le persone che lavorano con InOut. E la soddisfazione principale è essere riusciti a creare un'azienda che non ragiona in modo piramidale ma orizzontale, dove tutti siamo allo stesso livello e vige il motto: "Uno per tutti, tutti per uno". Perché è dal risultato e dalla produttività di ogni singolo che dipende il successo dell'intera azienda e ognuno è importante per raggiungere l'obiettivo comune".

E grazie al motto dei "Tre Moschietteri" applicato alla vita aziendale, oggi InOut ha deciso di espandersi e di potenziare il proprio organico con nuove assunzioni. Sono previste, infatti, 150 "new entries" per la sede di Palermo e 50 per quella di Trapani. Con la possibilità, quindi, per molti giovani siciliani che hanno voglia di mettersi in gioco con determinazione e motivazione, di affrontare una nuova avventura lavorativa che può senza dubbio arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. Come fare per candidarsi? Basta munirsi di un curriculum in formato europeo e inviarlo a selezioni@inoutcallcenter.it per Palermo e a hr@sicom4u.net per Trapani: "Garantiamo un contratto a norma di legge, una retribuzione fissa più un premio di produttività per ogni singolo risultato raggiunto. E, soprattutto, la possibilità di inserirsi in un team dove sono davvero tante le cose che si impareranno, prime tra tutte le tecniche di comunicazione che potranno servire anche in altri ambiti lavorativi". E le selezioni quando partono? "Ieri".

Insomma, in un momento in cui il mercato di lavoro siciliano offre davvero scarne possibilità di guadagno ai giovani, InOut può rappresentare un'oasi da non lasciarsi sfuggire. Ma qual è il segreto del successo di Falica? "La prima cosa da fare è credere in se stessi. Ho tanti amici davvero ricchi di talento ma è triste vedere molti di loro che hanno preferito ad andare a lavorare nelle fabbriche del Nord anziché provare a mettersi in gioco in Sicilia come in qualsiasi altra parte del Mondo. E, poi, bisogna provarci, sempre e comunque. Perché abbiamo una sola vita a disposizione e dobbiamo giocarci tutte le possibilità prima di dire "non ce la posso fare". Nessuno vive al posto nostro".

Ma il giovane imprenditore siciliano non dimentica affatto che non avrebbe potuto raggiungere i propri obiettivi senza il sostegno di sua moglie ("la sua esperienza lavorativa ha apportato consigli utilissimi e, nella parentesi saccense, è stata fondamentale per via della distanza con Palermo") e dei suoi tre soci, Roberto Signorello - site manager nella sede di Trapani - Roberto Maltese e Giuseppe Russo ("senza i quali non sarei arrivato da nessuna parte").

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