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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Libertà

Truffe agli anziani con la telefonata del finto poliziotto, scatta l'allarme a Palermo

Dall'inizio dell'anno almeno sette i raggiri messi a segno, tra la zona di via Libertà e quella dei cantieri navali, con un bottino che complessivamente supera ampiamente i 150 mila euro. I consigli della questura per evitare di cadere in trappola

Prima contatta le anziane vittime al telefono qualificandosi come poliziotto o carabiniere, conquistando la loro attenzione con l'ingrato compito di dovere comunicare qualche brutta notizia. "Suo figlio è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale". Oppure: "E’ stato indagato e arrestato al termine di un'operazione, bisogna subito fare qualcosa per aiutarlo". Poi, senza mai riagganciare, le incalza facendo sì che non riescano mettersi in contatto con i familiari o qualcun altro, presentandosi infine dietro la porta di casa per concludere il lavoro. E’ questa la tecnica adottata da un truffatore su cui indaga la squadra mobile e che dall'inizio dell'anno avrebbe messo a segno almeno sette raggiri, tra la zona di via Libertà e quella dei cantieri navali, con un bottino che complessivamente supera ampiamente i 150 mila euro.

L'ultimo colpo è stato registrato in via Vincenzo Di Marco poche settimane fa. Anche in quell'occasione il truffatore, dopo un'attenta fase di studio dell'obiettivo, è riuscito ad avere il numero di una ottantenne, prospettandole per telefono il coinvolgimento di suo figlio in un'inchiesta che aveva portato al suo arresto. Dopo averla attirata nel tranello, e sapendo dove poi andare, si è fatto aprire il portone condominiale ed è entrato fin dentro casa chiudendo solo allora la chiamata. "Attualmente suo figlio si trova in carcere, l'unico modo che ha per aiutarlo a uscire è pagargli la cauzione": queste più o meno le sue parole. L'anziana vittima, quasi in preda al panico, ha iniziato a frugare in ogni cassetto consegnando circa 700 euro e gioielli per migliaia di euro.

Una volta arraffato il bottino, il truffatore si è congedato lasciando sola la vittima che ci ha messo un po' prima di realizzare l'accaduto, chiamare il figlio e denunciare tutto al commissariato Libertà. Gli agenti hanno raccolto la segnalazione, l'ennesima, e l'hanno passata agli investigatori della squadra mobile che da mesi stanno cercando di mettere insieme i pezzi per risalire all'identità del responsabile. Tanti gli interrogativi sul metodo adottato dal finto poliziotto. Come fa a selezionare gli obiettivi e a trovare un loro contatto telefonico? Secondo quanto emerso dalle denunce in nessuna occasione il truffatore avrebbe avuto a disposizione informazioni personali sulle vittime, ma sarebbe riuscito ad ottenerle durante la prima telefonata approfittando dell'ansia generata.

Tutte le volte, sfortunatamente, gli anziani raggirati non sono riusciti a fornire molte informazioni sul truffatore, dalle sue fattezze agli indumenti indossati. E in tutti i casi, purtroppo, le denunce sono state presentante tardivamente, complicando le indagini e non consentendo di acquisire, per esempio, le immagini riprese dalle telecamere. Gli investigatori stanno continuando a battere diverse piste sviluppando i pochi elementi a disposizione. Il truffatore - o la banda di truffatori - potrebbe essere lo stesso che l'estate scorsa ci aveva provato a Caccamo. In un piccolo comune però le voci corrono rapidamente e dopo l'allarme lanciato pubblicamente dal sindaco Franco Fiore il finto poliziotto avrebbe preferito abbandonare i suoi piani.

I consigli della polizia

Dopo l’episodio di via Vincenzo Di Marco, il truffatore si sarebbe apparentemente fermato temendo forse di rischiare di essere scoperto. In attesa che le indagini diano i risultati sperati ci sono alcuni accorgimenti che, ricordano gli investigatori della Questura di Palermo, potrebbero evitare a chiunque di finire nella trappola. Innanzitutto è bene diffidare di chi, qualificandosi come poliziotto, carabiniere o pubblico ufficiale, utilizzi il telefono per dare comunicazioni tanto importanti. Nel caso in cui si dovesse ricevere una chiamata del genere, dalla polizia consigliano di temporeggiare e cercare di mettersi in contatto con il familiare "finito in manette" o che avrebbe "urgente bisogno di liquidità". Ad ogni modo è bene usare molta prudenza prima di aprire la porta a uno sconosciuto e permettergli di entrare in casa. Nel caso in cui invece fosse troppo tardi, è necessario chiamare subito il 112 e presentare il prima possibile regolare denuncia consentendo agli investigatori di acquisire molte più infomrazioni nelle 24-48 ore successive al fatto.
 

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