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Cronaca Cefalù

Cefalù, "Interventi fantasma in ospedale": 34 indagati tra medici, infermieri e funzionari

Avrebbero agevolato il ricovero di alcuni pazienti e fatto interventi chirurgici privati nelle sale operatorie della struttura senza lasciare traccia nei registri. Dovranno rispondere a vario titolo di peculato, falso, abuso d'ufficio e truffa ai danni del servizio sanitario regionale

Peculato, falso, abuso d’ufficio, truffa ai danni del Servizio sanitario regionale e illecita gestione di medicinali ad azione stupefacente, per un totale di 87 capi d’imputazione. Sono queste le accuse di cui dovranno rispondere trentaquattro indagati tra medici, infermieri e personale amministrativo della Fondazione ospedaliera di Cefalù e dell'assessorato regionale della Salute. Si è conclusa così l'indagine preliminare della Procura di Termini Imerese iniziata nel 2012 e notificata dai carabinieri del Nas.

Gli indagati avrebbero agevolato il ricovero di alcuni pazienti all'Unità operativa di Chirurgia Generale della Fondazione ospedaliera a danno di chi era regolarmente in lista d'attesa violando sia le normative nazionali e regionali relative alla prenotazione delle prestazioni sanitarie sia il principio fondamentale dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione. 

Le indagini sono state avviate quando, a seguito di un controllo delle sostanze ad effetto stupefacente in dotazione al blocco operatorio della Fondazione in argomento, furono scoperte delle irregolarità sulla loro gestione. Nel corso del controllo emerse, inoltre, un intervento chirurgico fantasma eseguito su una minore: il primario dell'Unità operativa e i sanitari non lo registrarono come previsto. Andando più a fondo si è scoperto che non si era trattato di un caso isolato.

Gli interventi fantasmi erano una prassi messa in atto per trarne profitto. Secondo gli inquirenti "sono stati eseguiti interventi chirurgici privati utilizzando illecitamente le sale operatorie ed i farmaci in dotazione all’ospedale, avendo cura di non lasciare traccia alcuna sui relativi registri". 

Il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, alla guida del Cda dal 2015, commenta: “Nuova gestione Fondazione Giglio estranea a questi fatti. Ci siamo dati, criteri e regole di trasparenza anche sulla gestione delle liste di attesa. E’ stato un vero e proprio cambio di verso che ha portato al risanamento anche economico della Fondazione Giglio. Fra l’altro questa vecchia inchiesta fa riferimento alla chirurgia generale il cui responsabile non è più dipendente della Fondazione Giglio".

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