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Cronaca

"Falcone fu isolato dalla politica e dai giudici", l'amara denuncia dell'ex ministro Andò

L'ex titolare della Difesa Salvo Andò parla dell'audizione in commissione Antimafia del pentito Salvatore Contorno, datata 1989 ma desecretata solo adesso, e del clima in cui lavorava il giudice ucciso nella strage di Capaci: "Da vivo non mi pare sia stato sempre sostenuto... da morto sì"

"L'isolamento del giudice Falcone era palese, un fatto acquisito. Era un isolamento sia politico che della corporazione della magistratura. Spesso veniva attaccato anche per ragioni politiche perché il dottor Falcone non era disponibile a farsi strumentalizzare. Era un uomo libero e la sua grande forza era che non riusciva spesso a entrare nei sofismi della politica". Sono le considerazioni dell'ex ministro della Difesa Salvo Andò che, in un'intervista all'AdnKronos, parla dell'audizione in commissione Antimafia del pentito di mafia Salvatore Contorno. Si tratta di un'audizione datata 1989 (anno del rientro del boss dagli Usa) ma desecretata solo adesso. Andò ricorda quell'audizione, ma anche il clima in cui lavorava il giudice ucciso nella strage di Capaci del 1992.

Contorno, pubblicate le audizioni

Salvo_Andò-2"Ricordo bene quella audizione del pentito Contorno - dice Andò (nella foto) - anche perché il suo ritorno in Italia fu accompagnato da un certo clamore. Ovviamente non ricordo le domande che feci a Contorno, però ricordo il periodo e il clima che si respirava".

Era stato l'allora presidente Gerardo Chiaramonte a convocare in quel torrido agosto di 30 anni fa sia il pentito Salvatore Contorno sia l'ex dirigente della Criminalpol Gianni De Gennaro. In quel periodo a Palermo c'era una mattanza. Un'audizione che racconta un clima di sospetti attorno al giudice Giovanni Falcone ma anche attorno all'ex capo della Criminalpol Gianni De Gennaro, sentito lo stesso giorno.

"Ricordo benissimo che alla fine degli anni Ottanta il ritorno in Italia dagli Stati Uniti di Totuccio Contorno fu accompagnato da un certo clamore, in commissione Antimafia l'attenzione era proprio su quel ritorno in Italia e non sulle rivelazioni che il collaboratore di giustizia poteva fare. Ci si chiedeva perché era tornato", ricorda Andò andando indietro nel tempo di 30 anni. "La storia di Falcone - sottolinea - è la storia di un magistrato simbolico che da vivo non mi pare sia stato sempre sostenuto dalla corporazione dei suoi colleghi... Mentre da morto sì".

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