Condannato per droga, sequestro beni da 500 mila euro a Conigliaro
Le indagini hanno accertato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e le acquisizioni patrimoniali. La sua convivente, nel 2002, aveva acquistato due fabbricati e due autovetture. I figli, invece, nel 2007 avevano dichiarato redditi sporadici minimi
Sequestro da mezzo milione di euro nei confronti di un sessantacinquenne condannato per reati connessi al traffico di stupefacenti. La guardia di finanza ha posto i sigilli a due immobili, due autovetture e disponibilità finanziarie per 525.311,47 euro a Salvatore Conigliaro, palermitano classe 1949. Ad emettere il provvedimento è stata la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dopo le indagini che hanno accertato una "netta sproporzione tra i redditi dichiarati e le acquisizioni patrimoniali".
Il provvedimento ha colpito il sessantacinquenne palermitano, già ritenuto socialmente pericoloso dal Tribunale di Palermo (con sentenze definitive del 2008 e 2013) e condannato nel 2013 dal gup del Tribunale di Palermo ad anni otto di reclusione, per reati connessi al traffico di stupefacenti commessi dal 2009 al 2011. Dalle indagini del Gico del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza è venuto fuori che Conigliaro avesse fiscalmente dichiarato redditi solo nell’anno 2007, mentre i tre figli conviventi avevano nel tempo dichiarato "redditi sporadici" e per importi esigui o appena sufficienti a garantire le primarie spese di sussistenza.
"Dallo sviluppo degli accertamenti economico-patrimoniali - si legge in una nota della finanza - è emerso che, a fronte di tali limitate disponibilità, la convivente dell’interessato aveva acquistato nel 2002 due fabbricati a Palermo e successivamente due autovetture, tutte spese risultate incompatibili con la descritta situazione redditua. le. Le predette risultanze - concludono - hanno consentito l’emissione del provvedimento di sequestro da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo con sentenza numero 200/14 R.M.P".
