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Cronaca Castelbuono

Castelbuono, restaurato affresco del '600: l'"Assunzione della Vergine" risplende

I lavori sono firmati da Michele e Angela Sottile del laboratorio Poliarte Centro Restauro e realizzati grazie al contributo dell'azienda Fiasconaro

Sulla facciata della chiesa di Maria Santissima Assunta, che domina la piazza principale di Castelbuono, dopo secoli, torna a risplendere l'"Assunzione della Vergine". L'affresco, del 1600, pesantemente segnato dal tempo, ha ritrovato la sua leggibilità grazie ai lavori di restauro, firmati da Michele e Angela Sottile del laboratorio Poliarte Centro Restauro, finanziati grazie al sostegno.

“Da sempre - ha sottolineato il maestro pasticcere Nicola Fiasconaro - cerchiamo di valorizzare il nostro territorio utilizzando, nel fare pasticceria, solo materie prime di qualità provenienti pressoché esclusivamente dalla Sicilia. Guidati dal medesimo stimolo, dal medesimo amore nei confronti dell’Isola, io, i miei fratelli e l'intera azienda Fiasconaro, abbiamo voluto contribuire alla rinascita di questo storico affresco che rischiava di andare definitivamente perduto. Mi riempie il cuore di gioia vederlo oggi splendere di nuova bellezza”. 

L'affresco restaurato è stato presentato ieri pomeriggio nel corso di un evento che ha coinvolto, oltre a un gran numero di castelbuonesi, anche esponenti della Curia, autorità locali, membri delle istituzioni, fra cui Emilio Arcuri, assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Palermo. La cerimonia di inaugurazione è stata seguita da una tavola rotonda di approfondimento che ha visto intervenire, fra gli altri, lo storico dell’arte Gaetano Bongiovanni della Soprintendenza di Palermo e il cardinale e arcivescovo emerito di Palermo Paolo Romeo, oltre ai due restauratori.

Nel dipinto murale è possibile individuare la schiera di apostoli raccolti intorno al sepolcro vuoto della Vergine: la scena è resa dinamica dai loro sguardi e dai gesti che fanno percepire lo stupore ma anche l’emozione umana mentre assistono all’Assunzione di Maria, il cui corpo (purtroppo sono visibili solo le gambe coperte da un velo azzurro), è stato portato in cielo dagli angeli. Un putto, accanto alla Vergine, regge tre gigli bianchi, simbolo di purezza. Prima del restauro, l'affresco versava in gravissime condizioni di conservazione. L'intonaco si presentava quasi del tutto rigonfio con gravi difetti di adesione al supporto murario. Le sacche vuote interne costituivano un reale pericolo di caduta del dipinto, come già verificatosi in ampie zone dell’opera. Nel corso dei secoli, ha sicuramente concorso al degrado la collocazione dell'opera in esterno. La superficie pittorica si presentava dunque notevolmente lacunosa, abrasa e alterata cromaticamente a causa di un generale offuscamento dovuto non solo alla presenza di uno strato consistente di deposizione atmosferica, ma soprattutto di un fissativo sintetico alterato, riferibile all'intervento di restauro degli anni '70, che impediva la corretta lettura dell'opera nascondendo alla vista elementi figurativi molto significativi.

Il restauro

Le operazioni di restauro sono state mirate innanzitutto al consolidamento degli intonaci. La pulitura ha permesso di ridare vita alla figurazione liberando la superficie pittorica da uno strato grigio che rendeva impossibile la lettura della scena dipinta. Grazie all'intervento finale di integrazione pittorica eseguito con materiali inalterabili e compatibili e con tecnica riconoscibile secondo i dettami dell'odierna metodologia del restauro, è stato possibile eliminare visivamente le numerose lacune, donando finalmente al dipinto unità e leggibilità e riconsegnando così un bene artistico alla comunità che, per le condizioni critiche in cui versava prima dell'intervento, aveva poco a poco nei decenni smesso di guardarla fino quasi al punto di dimenticarla.

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