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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Cocaina dalla Campania, case confiscate a trafficante: "Uomo del clan di Porta Nuova"

Nonostante fosse sottoposto alla misura di sorvegliato speciale continuava a rivestire un ruolo di primissimo piano nella gestione di un ingente traffico di sostanze stupefacenti (asse con l'Albania per la marijuana): la polizia "aggredisce" il patrimonio di Alessandro Bronte, 34 anni

Nonostante fosse sottoposto alla misura di sorvegliato speciale continuava a rivestire un ruolo di primissimo piano nella gestione di un ingente traffico di sostanze stupefacenti, il cui approvvigionamento avveniva, attraverso un canale dalla Campania per cocaina e ahashish e attraverso un asse con l'Albania per la marijuana. La polizia ha dato esecuzione a un decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Palermo (sezione misure di prevenzione) nei confronti di Alessandro Bronte, 34 anni.

In virtù di questo provvedimento - messo in pratica dal personale della divisione polizia anticrimine della Questura - passano definitivamente allo Stato due beni immobili: si tratta dell’intera proprietà di un appartamento sito in via Trappetazzo, nonché una quota di un altro appartamento in via Paolo Emiliano Giudici, e un’autovettura, per un valore complessivo di circa 300 mila euro. Beni, questi, già sottoposti a sequestro il 10 maggio 2017 su proposta del questore di Palermo.

alessandro bronte-2"Alessandro Bronte - dicono dalla questura - si è caratterizzato fin dalla giovanissima età come persona pericolosa, per aver partecipato a sodalizi mafiosi, e abitualmente dedita al traffico di droga. Nel dicembre del 2015 era stato arrestato per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’ambito dell’operazione Panta Rei, in quanto ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Palermo Porta Nuova, per conto della quale gestiva la rete di vendita, il procacciamento della clientela e la diretta importazione di droga dalla Campania". Per questi fatti nel settembre del 2017 il Tribunale di Palermo lo aveva condannato a anni 12 di reclusione. Sempre nel 2017 Bronte era stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti nell'ambito dell'operazione “Back Again”. 

Gli accertamenti patrimoniali condotti dall’ufficio Misure di prevenzione della divisione anticrimine della questura di Palermo hanno permesso di appurare come Bronte e i suoi familiari non disponessero di entrate lecite e idonee a garantire l’ordinario sostentamento familiare. "L’assenza pressoché assoluta di mezzi economici - dicono dalla polizia - non poteva quindi giustificare l’acquisto di numerosi beni, formalmente intestati ai familiari, ma di fatto riconducibili a Bronte come evidente frutto delle sue attività illecite e, pertanto, colpiti oggi dal provvedimento di confisca. In considerazione di fatti così gravi, commessi nonostante il 34enne fosse sottoposto alla misura di sorveglianza speciale per due anni, con questo provvedimento il Tribunale di Palermo ha disposto, inoltre, l’aggravamento della misura aumentandola di altri tre anni".

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