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"Qua dobbiamo mangiare": chiede il pizzo in un cantiere, arrestato

I carabinieri hanno arrestato Umberto Mustacchia, di 29 anni, della famiglia mafiosa di Porta Nuova. L'esattore del pizzo si era recato più volte nel cantiere, nei pressi di via Roma, chiedendo 1.500 per la prima "messa a posto"

Si era presentato al titolare di un cantiere in centro e minacciandolo lo aveva “invitato” a sganciare 1.500 euro per "mettersi a posto". Una prima rata, ovvero l'anticipo di successive mensilità, dall'importo imprecisato. I carabinieri, al termine di una complessa attività d’indagine, hanno arrestato Umberto Mustacchia, 29 anni, volto noto alle forze dell'ordine. I fatti risalgono allo scorso mese di giugno.

L'esattore del pizzo dopo essersi recato in più occasioni nel cantiere allestito nei pressi di via Roma, si era rivolto sia al titolare dell’impresa che agli operai affermando di essere "un emissario della nota famiglia mafiosa di Porta Nuova" e pronunciando le seguenti frasi: "Qua dobbiamo mangiare, perché abbiamo i carcerati e dobbiamo mantenere le famiglie”. Poi ancora: “I cristiani devono campare là dentro”. Come se non bastasse - spiegano i carabinieri - Mustacchia ha intimato al titolare di interrompere l’esecuzione dei lavori fino a quando non avesse adempiuto a versare quanto richiesto.

L'indagine è stata coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. Per Mustacchia è scattato il provvedimento di “fermo di indiziato di delitto”, emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo. L'uomo è stato tratto in arresto con l’accusa di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso. Il ventinovenne è stato portato al “Pagliarelli”.

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