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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Fece da tramite per comprare voti ad Antinoro", medico condannato a 3 anni

Così ha deciso il gup Nicola Aiello per Domenico Galati (64 anni), imputato in concorso per il reato di voto di scambio politico-mafioso. Nel suo studio sarebbe avvenuta la consegna del denaro "incriminata". Per la stessa vicenda invece l'ex Eurodeputato era stato assolto

Condannato per voto di scambio politico-mafioso il medico che avrebbe comprato i voti per Antonello Antinoro. Mentre nella stessa vicenda giudiziaria l’ex eurodeputato del Pid (colui che secondo la Procura era il destinatario dei voti) è stato in parte assolto e in parte ha beneficiato della prescrizione (con sentenza definitiva) per il reato di corruzione elettorale.

Il gup Nicola Aiello oggi ha condannato a 3 anni Domenico Galati, 64 anni, imputato in concorso per il reato di voto di scambio politico-mafioso. Nel suo studio, secondo quanto ricostruito dall’accusa, sarebbe avvenuta la consegna di denaro con cui l’ex politico avrebbe comprato i voti dalla mafia.

Per Galati la procura chiese l’archiviazione per l’accusa di associazione mafiosa, ma il procuratore generale Domenico Gozzo - dopo aver avocato l’indagine nell’ambito dell’inchiesta a carico dell’ex eurodeputato del Pid - gli ha contestato il reato di voto di scambio chiedendo per lui una condanna a cinque anni. Contro di lui ci sarebbero le intercettazioni e le accuse mosse da alcuni pentiti.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa Antinori avrebbe comprato 60 preferenze pagandole complessivamente 3.000 euro. Dopo una condanna in primo grado a due anni e due mesi per voto di scambio semplice (quindi non aggravato per essersi rivolto alla mafia), in appello è stato condannato a 6 anni. Sentenza che però fu annullata con rinvio dalla Cassazione che impose un nuovo giudizio in appello.

Nel nuovo processo Antinoro venne assolto per il reato di voto di scambio politico-mafioso, mentre è stato dichiarato prescritto quello di corruzione elettorale come poi confermato dalla Cassazione. L’ex eurodeputato ha sempre sostenuto di non conoscere la caratura mafiosa dei personaggi ai quali si era rivolto - stando alla sua linea difensiva - esclusivamente per affiggere i manifesti durante la campagna elettorale.

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