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Cronaca Cefalù

Cefalù, svaligiavano case e ville Fermata la “banda delle Madonie”

Con l'operazione Moonlight la polizia ha arrestato un gruppo di 9 ladri che oltre al reato di furto dovranno rispondere su ricettazione e danneggiamenti, incendi e atti intimidatori

Per mesi hanno terrorizzato i villeggianti e i residenti delle Madonie, spaventati dalle continue rapine in villa alcune delle quali molto violente. Adesso i componenti della banda criminale sono stati arrestati dal commissario di Cefalù Manfredi Borsellino, figlio del giudice ucciso da Cosa nostra. Sono complessivamente nove le ordinanze di custodia cautelare eseguite all'alba di oggi dai poliziotti che hanno disarticolato la banda di malviventi specializzata in furti in appartamenti e ville della cittadina normanna e dei comuni limitrofi.

"La banda delle Madonie"

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Gli agenti hanno così eseguito provvedimenti restrittivi in carcere per 6 persone e provvedimenti restrittivi domiciliari per altri tre componenti della banda, così come disposto dal Gip del Tribunale di Termini Imerese, Angela Lo Piparo, su richiesta del pm Giacomo Urbano. Contestualmente agli arresti e già nel corso delle indagini durate svariati mesi, i poliziotti hanno effettuato numerose perquisizioni che hanno portato al sequestro di una ingente quantità di preziosi trafugati dalla banda. Che il fenomeno criminale legato alle scorrerie della banda avesse ormai oltrepassato abbondantemente la soglia di guardia è testimoniato dal particolare che gli arrestati dovranno rispondere, a vario titolo ed in concorso tra loro, dei delitti di furto aggravato, di armi e munizionamenti, ricettazione e danneggiamenti, incendi, atti intimidatori e violenze.

L'operazione nasce alla fine del 2011 a seguito di un incendio ad un edicola nel comune di Cefalù cui, successivamente, seguì una rapina violenta in danno della titolare di un esercizio di vendita di prodotti ortofrutticoli ridotta in fin di vita all'interno della sua abitazione . Gli arresti sono stati operati nei comuni di Castelbuono, Altavilla Milicia, Bompietro ed in quello di Randazzo, in provincia di Catania, in quest'ultimo centro con la collaborazione del personale del Commissariato di Adrano. Il nucleo centrale dell’organizzazione è rappresentato dal titolare di un esercizio di ricambi per moto di Castelbuono e da due sodali. Il gruppo criminale si avvaleva delle 'preziose' informazioni carpite dalla compagna del titolare del ricambi per moto. La donna, di professione estetista dai modi particolarmente affabili, grazie al suo lavoro porta a porta riusciva ad attingere notizie cruciali circa abitudine nonché lunghi o brevi allontanamenti che fossero di interi nuclei familiari dai loro domicili, così da far da apripista ai componenti del gruppo che avrebbero materialmente compiuto le scorrerie. Tra le vittime della banda anche alcuni parenti dei malviventi.

 

 

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