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La pubblicità contro le carrozze sui bus dell'Amat, Mistretta: "Sì al rispetto dei cavalli, no a immagini crude"

Questa la decisione del presidente della partecipata sulla campagna di affissioni richiesta dall'animalista Enrico Rizzi. "Disponibili al confronto affinché il contenuto dei manifesti sia condiviso da entrambe le parti". L'azienda e il Comune però vengono diffidati...

"Sì a una pubblicità che sensibilizzi l'opinione pubblica sul benessere degli animali, no a immagini crude e messaggi contro una categoria che legittimamente esercita un'attività". La decisione dell'Amat sulla campagna di affissioni sugli autobus richiesta dall'animalista Enrico Rizzi, arriva direttamente dal presidente Giuseppe Mistretta.

C'è dunque da parte dei vertici della partecipata che gestisce il trasporto pubblico urbano la disponibilità a confrontarsi con l'attivista per i diritti degli animali, "purché il contenuto dei manifesti pubblicitari sia condiviso da entrambe le parti". Così dice Mistretta a PalermoToday, provando a spegnere le polemiche nate dopo che Rizzi ha inviato all'Amat le immagini e la grafica della campagna pubblicitaria contro l'utilizzo dei cavalli per il traino delle carrozze. 

Polemiche alimentate da una diffida con messa in mora che il legale di Rizzi, l'avvocato Alessio Cugini Borgese, ha inviato ieri all'Amat e al Comune. Nella missiva, il legale dell'attivista lamenta che, contrariamente a quanto appreso tramite un'agenzia di stampa, "la campagna non poteva essere disposta per le conseguenze che avrebbe determinato" e pertanto chiede il "risarcimento del danno patito" in quanto Rizzi dovrebbe anche "dare conto ai donatori dell'impiego delle somme raccolte" per sostenere i costi della pubblicità. 

Il presidente dell'Amat però ribatte: "Noi non siamo contrari, anzi siamo sensibili al benessere degli animali e lo è pure il Comune, che ha disposto controlli veterinari sulle condizioni dei cavalli impiegati a trainare le carrozze e della polizia municipale sul rispetto dell'ordinanza sindacale da parte dei cocchieri".

L'Amat ha così provato a contattare l'animalista per trovare un punto di caduta. Finora invano perché, come riferisce lo stesso Mistretta, "Rizzi non vuole parlare e il suo avvocato, contattato dall'ufficio legale di Amat, non ha risposto. Ribadiamo - conclude Mistretta - la nostra disponibilità al confronto: il dialogo è il modo giusto per trovare un'intesa e divulgare un messaggio positivo che metta al centro la tutela degli animali, senza creare contrapposizioni".

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