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Martedì, 30 Aprile 2024
Mare

Alga tossica a Vergine Maria, scatta il divieto di balneazione

Le ultime analisi, effettuate lo scorso 3 luglio dall’Arpa, hanno rilevato un valore di 188.610 cellule per litro di ostreopsis ovata, ben oltre il limite di 30.000 previsto per legge. Nessun problema negli altri tratti del litorale palermitano

Come ogni anno, puntuale, non appena la temperatura del mare sale, si ripresenta l’alga tossica sulla costa palermitana. Questa volta a farne le spese è Vergine Maria, nello specchio d’acqua davanti alla Tonnara Bordonaro, dove è scattato il divieto di balneazione, a seguito di un’ordinanza emessa dal sindaco Roberto Lagalla.

Il divieto di balneazione a Vergine Maria

Lì dalle ultime analisi effettuate lo scorso 3 luglio dall’Arpa, agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, è venuto fuori un valore di 188.610 cellule per litro di ostreopsis ovata, questo il nome scientifico del microrganismo, ben oltre il limite di 30.000 previsto dalla legge. Preso atto del rilievo oltre la soglia, il primo cittadino ha emanato il provvedimento che impone di non immergersi in quel tratto del litorale palermitano. Si potrà tornare a nuotare solo quando, e se, i parametri rientreranno. 

Le altre “spiagge” monitorate

Nessun problema, invece, negli altri punti in cui l’Arpa ha prelevato i campioni. Bassissime le concentrazioni di ostreopsis ovata a Capaci e ad Aspra, nella spiaggia con accesso da via Fiume d’Italia. A 11.760 il valore registrato a Isola delle Femmine, nel tratto di Costa Corsara. Tra i 2.000 e i 2.400 la densità di alga tossica rilevata a Sferracavallo e a Barcarello, in queste ultime località qualche settimana fa era stato istituito il divieto di balneazione per la presenza di enterococchi intestinali, ovvero batteri fecali, oltre i limiti.

Cos'è l'alga tossica

Ma che cos'è l'alga tossica? Si tratta, si legge sul sito dell'Istituto superiore di Sanità, “di un’alga unicellulare potenzialmente tossica, ostreopsis ovata, che solitamente vive sulla superficie delle macroalghe rosse e brune presenti sul fondo del mare”. E ancora: “La proliferazione di microalghe anche alle nostre latitudini è legata essenzialmente a fattori climatici: condizioni meteo-marine stabili moto ondoso ridotto (mare calmo, presenza di barriere artificiali), elevata temperatura dell’acqua (25°C o più), alta pressione atmosferica, venti di mare con velocità sufficienti a trasportare le goccioline d’acqua (aerosol)".

Cosa può provocare

Secondo quanto spiega l'Istituto superiore di Sanità l'intossicazione da alga tossica più diffusa è quella dovuta a "inalazione di aerosol contenente frammenti di cellule di alghe marine o tossine: i sintomi, che in genere si presentano a distanza di 2-6 ore dall’esposizione, sono febbre alta, mal di gola, tosse, dispnea, cefalea, nausea, rinorrea, congiuntivite e lacrimazione, vomito e dermatite". In genere tutto passa spontaneamente al massimo in 48 ore. Se però i malesseri dovessero essere eccessivi, ci si può rivolgere alla guardia medica.

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