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Cronaca

Addio a Scienze Politiche e Farmacia? Come potrebbe cambiare l’università

Quali conseguenze porterà l'applicazione della legge 240/2010? Ce lo spiega in un'intervista esclusiva Marco Perconti, rappresentante degli studenti e coordinatore del gruppo studentesco "FareUniversità"

Scienze Motorie, Scienze Politiche, Farmacia e Architettura che rischiano di sparire, nuove strutture di raccordo e organi accademici completamente stravolti. Da diversi giorni circolano diverse voci riguardo possibili cambiamenti dell’ateneo palermitano: ma come cambierà realmente l'università? Quali conseguenze porterà  l’applicazione della legge 240/2010? Ne abbiamo parlato con Marco Perconti, rappresentante degli studenti presso la commissione statuto e coordinatore del gruppo studentesco “FareUniversità”, per provare a chiarire cosa potrebbe succedere nel nostro ateneo, una volta ultimati i lavori di revisione dello statuto.

Partiamo dalle voci diffuse nei giorni scorsi secondo cui Architettura potrebbe essere accorpata ad Ingegneria. Come stanno le cose?
“Bisogna partire dal presupposto che la legge offre una certa autonomia a ciascun ateneo: nel caso delle nuove strutture di raccordo che sostituiranno le “vecchie” facoltà, essa si limita a fissare esclusivamente dei parametri minimi, relativamente al numero di docenti per ciascun dipartimento. A Palermo, invece, proprio grazie all’autonomia concessa dalla legge, si è deciso di portare la soglia per la costituzione di una struttura ad almeno tre dipartimenti oppure a centoventi docenti. In seguito a questa scelta, è emerso il caso limite di Architettura, in quanto, attualmente, la facoltà dispone di un unico, grande dipartimento e di un numero di docenti di poco inferiore a centoventi: questo è il motivo per cui si è parlato di un accorpamento ad ingegneria”.

Quindi è probabile che, alla fine, Architettura resterà una Facoltà?
“Probabilmente si, l’orientamento è quello. Il discorso generale però è più ampio e va analizzato diversamente. Se, come detto, architettura rappresenta un caso limite che probabilmente verrà risolto, il numero delle attuali facoltà è comunque destinato a diminuire. La riforma, infatti, prevede che il numero complessivo delle strutture sia proporzionale alle dimensioni dell’ateneo. Quello  palermitano, potrà dunque disporre al massimo di 9 facoltà a fronte delle attuali 12: ciò significa che “almeno” tre di esse saranno inglobate nelle nuove strutture”.

Perché “almeno” tre?
“E’ possibile che venga stabilito un numero inferiore – si parla di otto - rispetto al tetto consentito,  con conseguenza concreta che il “declassamento” possa riguardare un numero maggiore di facoltà”.

Quali sono le facoltà che rischiano di essere accorpate ad altre?
“Ponendo come ipotesi che il nuovo statuto disponga l’istituzione di nove facoltà (ovvero il massimo), cifre alla mano rischierebbero di essere “tagliate” Scienze politiche, che potrebbe essere accorpata ad Economia, Scienze motorie, che potrebbe finire con Medicina, e Farmacia, che potrebbe confluire in una grande, nuova facoltà di Scienze”.
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Quali modifiche dell’aspetto organizzativo ci saranno nell’ateneo?
“Il consiglio di amministrazione potrebbe acquisire un ruolo deliberante più incisivo rispetto ad oggi e soprattutto preminente rispetto al senato che  diventerebbe, in pratica, un organo consultivo. Inoltre, la legge prevede l’esclusione dei presidi delle facoltà dal senato: per evitare che venga meno la funzione di coordinamento, si sta cercando di riprodurre nella composizione del nuovo senato l’esatta articolazione delle facoltà presenti nell’ateneo, includendo docenti, studenti e personale tecnico e amministrativo”.

Come giudichi il lavoro svolto fin qui dalla Commissione?
“Abbiamo lavorato in piena autonomia, consapevoli anche di dover rappresentare delle esigenze imprescindibili dell’ateneo. La nostra storia, come ricordato in precedenza dai ragazzi di architettura, si è definita nel corso del tempo. A Genova, per esempio, hanno creato cinque macroscuole applicando la legge in modo più estremo. Da noi nell’immediato sarebbe stato impossibile, perché molto difficile da assorbire. Comunque, nello statuto non si sta escludendo la possibilità che possano esserci ulteriori, grandi cambiamenti in questo senso in futuro”.
 

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