“La Sicilia che non ti aspetti”. Così la cantina cooperativa Settesoli di Menfi, in provincia di Agrigento, tratteggia il territorio in cui opera, tra ettari di colline ammantate di vigneti che digradano verso uno degli angoli di Mediterraneo più limpidi d’Italia. E, in effetti, nei borghi della Valle del fiume Belice scossi dal memorabile terremoto del ’68, gli echi del turismo in cerca di istantanee da cartolina (meglio, da post Instagram) suonano piuttosto lontani.
Qui si viene per godere di una Sicilia campestre e tranquilla, generosa nell’accoglienza ma discreta, dove la viticoltura è stata capace di risollevare un’economia che avrebbe riportato danni ancora più persistenti. Abbiamo raccolto i consigli per fare la conoscenza della zona, dove un viaggio può dirsi completo soltanto passeggiando tra vigne, spiagge e monumenti, prima di sedersi a tavola.
Menfi Città del Vino 2023
13mila abitanti, di cui il 70% è impiegato nel settore vitivinicolo: non stupisce che la cittadina sia stata individuata quest’anno come capitale itinerante del vino italiano. Il merito va ad alcuni agricoltori lungimiranti, che negli anni ’60 hanno sostituito alle colture di grano, foraggio, mandorle e persino cotone impianti di varietà di uve autoctone e via via internazionali.
La vite, su questi suoli calcarei rinfrescati dalle brezze marine, prospera, e con lei i futti di Nero d’Avola, Catarratto e Inzolia (ma anche Chardonnay, Syrah, Viognier…), che danno vini apprezzati un tempo per quantità, e oggi soprattutto qualità. Dal 1995 sono tutelati dalla Doc Menfi, strenuamente voluta da Diego Planeta, a capo dell’azienda omonima e presidente della cooperativa Settesoli dal '73 al 2011. Una vera istituzione, questa, che raccoglie 6mila ettari e una comunità di 2mila viticoltori, sostenendo l’economia e la cultura di un territorio dove il vino è più di un mestiere.
Cosa fare a Menfi e dintorni
Nonostante l’evento sismico abbia distrutto molti dei suoi monumenti, Menfi merita una visita per la Torre Federiciana, parte restante del massiccio castello di Federico II. Inoltre il seicentesco Palazzo Pignatelli e la Chiesa Madre di Sant’Antonio da Padova, ristrutturata dall’architetto razionalista Vittorio Gregotti.
Per passare dal centro al mare — premiato con bandiera blu da 23 anni — si può approfittare della pista ciclabile che collega Sciacca, Menfi e la sua frazione di Porto Palo, e spingersi sulla tranquilla spiaggia delle Solette o sulla sabbia dorata della Riserva Naturale Orientata Foce del Fiume Belice, dove le caretta caretta depositano indisturbate le loro uova. Dal porticciolo di Porto Palo è possibile poi imbarcarsi per una gita con la compagnia Sealosophy: scegliete quella con sosta al largo di Selinunte con tanto di aperitivo al tramonto. Agli antichi templi dei coloni greci si può naturalmente accedere anche via terra (senza tralasciare la vicina Segesta), con un piccolo sconfinamento nella provincia di Trapani. Mentre a 40 minuti d’auto si trova il Cretto di Gibellina, l’enorme installazione ambientale dell’artista Alberto Burri, che sta lì a ricordare la sparizione di un’intera città nel terremoto del ‘68.
Dove mangiare a Menfi
Freschissimo e maneggiato a dovere, il pescato è il protagonista della tavola di queste parti. Accomodatevi nella terrazza vista mare di Da Vittorio a Porto Palo, ordinate il carpaccio di tonno delle Egadi e preparatevi ad assaggiare uno dei crudi di mare migliori che vi siano mai capitati.
Per un pranzo in spiaggia, poco distante, c’è Harundo Mare, uno stabilimento con cucina che propone un’ottima insalata di polpo, poi pane cunzatu e sostanziosi hamburger di spada.
Il lido Salisà ha invece un’ottima cantina e lavora con piccoli pescatori del posto; assaggiate le tartare e i crudi. Nell’entroterra c’è poi Il Vigneto, un resort moderno con un ristorante di ottimo livello.
I suoi assi? La pasta con le uova di pesce San Pietro e quella con gamberi e arance. Prima di arrivare in cucina, le migliori materie prime sono quelle che arrivano da artigiani appassionati: visitate l’Oleificio Botta per farvi dire del lavoro di sei decenni di frantoiani, e spingetevi alle porte di Marsala per assaggiare i pecorini di Federica e della famiglia Genna, affinati con vini e spiriti.
Dove degustare a Menfi
Barbera, Serra Ferdinandea, Feudi del Pisciotto, Tenuta Stoccatello e Masseria del Carboj sono solo alcune delle cantine che punteggiano la Strada del Vino delle Terre Sicane.
Poi c’è Planeta, attiva a Menfi da 17 generazioni e oggi presente in tutta la regione con un totale di cinque tenute. Scegliete il resort e ristorante La Foresteria per un soggiorno dedicato al vino o trascorrete un pomeriggio al beach club Insula, tra le dune di Lido Fiori.
Per conoscere il lavoro di qualità che può portare avanti anche una cooperativa, fornendosi di strumenti moderni e lavorando con gli enologi più esperti, è bene mettere in programma una visita alla nuova winery Mandrarossa, il marchio premium di Cantina Settesoli.
Mandrarossa Winery
Oltre al negozio fornito delle numerosissime referenze — sono tra i primi ad aver sperimentato varietà tradizionali, con ottimi risultati — potrete visitare la barricaia e farvi guidare nella degustazione in una sala dedicata, con un incredibile panorama dai pendii vitati al Mediterraneo.
Ristorante Da Vittorio, Via Friuli Venezia Giulia, 9 — Menfi (AG)
Harundo Mare, Via Orvieto, Contrada Cipollazzo — Porto Palo di Menfi (AG)
Salisà, Via degli Oleandri, Contrada Fiori Sud — Menfi (AG)
Il Vigneto Resort, Contrada Gurra di Mare — Menfi (AG)
Caseificio Genna, SS115, 262 — Marsala (TP)
La Foresteria, Contrada Passo di Gurra ex S.S. 115 s.p. 79 — Menfi (Ag)
Insula Beach Club, Via dei Pioppi, Lido Fiori — Menfi (Ag)
Mandrarossa Winery, Contrada Puccia – Menfi (AG)
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