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Sabato, 27 Aprile 2024
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"Art Night, i colori dell'arte": i tesori di Palermo protagonisti su Rai 5

Appuntamento in tv fissato per domani, mercoledì 1° marzo, alle 21.15 con Neri Marcorè

Il giallo è il colore della luce, del fuoco, della prosperità. Molto amato dagli antichi, non può mai mancare sulla tavolozza dei pittori. È certamente il colore preferito dall’Oriente, mentre nel mondo occidentale non ha una buona reputazione. È ultimo, infatti, in tutti i sondaggi sui colori preferiti, forse perché è stato sopraffatto dall’incredibile valore che la sua variante “oro” ha avuto nella storia dell’arte di tutte le civiltà. Un colore protagonista di “I colori dell’arte”, in onda mercoledì 1° marzo alle 21.15 su Rai 5, per “Art Night” con Neri Marcorè.

Si parte dai gialli più antichi: quello dell’ocra, che dalla preistoria è arrivata a oggi, e viene ancora prodotta solo in un luogo, la Société Ocres de France di Apt in Francia, la cui gestione è affidata alla quarta generazione della famiglia con Stéphanie Anglès-Guigou; e quello dei tintori medievali, estratto dalla pianta di Reseda nel Jardin des plantes tinctoriales di Lauris in Francia, dove Lise Camoin ancora lo utilizza per le tinture.

Ma più che il giallo, è stato l’oro il protagonista assoluto delle rappresentazioni artistiche di tutte le civiltà, dagli Egizi a cui appartengono molti dei pigmenti utilizzati dall’antichità al Rinascimento e poi, ancora, fino all’arte contemporanea. Il Museo Egizio di Torino è una delle principali fonti di conoscenza al mondo sui colori degli antichi egizi, e dunque, ancora una volta ha una parte in questo racconto. Poi, nel Medioevo, l’oro diventa simbolo della luce divina e come tale risplende nei fondi delle miniature e dei dipinti su tavola, come nelle tessere auree dei mosaici.

L’Italia è piena di esempi di ogni tipo, tra cui la Chiesa di San Lorenzo fuori le mura a Roma con antichissimi mosaici restaurati dall’Istituto Centrale del restauro di Roma, come racconta Carla D’Angelo, e il percorso arabo normanno Sito Unesco che, da Palermo con la Chiesa dell’Ammiraglio, porta a Monreale con la Cattedrale e il Chiostro di Santa Maria Nuova, raccontati da Maria Andaloro, storica dell’arte bizantina e da Mauro Sebastianelli, restauratore.

All’antica fornace Orsoni di Venezia insieme al responsabile tecnico Luca Chiesura si può vedere ancora oggi la produzione delle tessere d’oro di cui Venezia è luogo di produzione d’eccellenza.

Una tonalità che è protagonista delle tavole a fondo oro estremamente diffuse sia nel Medioevo sia nel Rinascimento, e solo chi le ha studiate nel dettaglio può raccontare la minuziosa fatica della lavorazione, come Marco Ciatti Soprintendente emerito dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze dove sono in restauro due meravigliose opere degli Uffizi. Tra le tavole più belle ci sono i polittici quattrocenteschi del Vivarini, restaurati dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e conservati nella Chiesa di San Zaccaria a Venezia, raccontati dalla direttrice dell’Istituto Centrale per il Restauro, Alessandra Marino, dalla restauratrice Francesca Fumelli e dallo storico dell’arte Giuliano Romalli.

Straordinario è anche l’oro delle miniature come quello del Manoscritto De Balneis Puteolanis conservato alla Biblioteca Angelica di Roma, di cui parla Lucinia Speciale, storica delle miniature, Università del Salento.Persino le prime esperienze fotografiche erano gialle: erano quelle della stampa all’albumina, di cui svela i segreti Simona Turco, funzionario archivista dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma. Ma se c’è qualcuno che ha saputo riabilitare il giallo e fargli prendere un nuovo posto nella storia è stato Vincent Van Gogh, il cui giallo cromo sarà centrale nell’intervento di Letizia Monico, ricercatrice del Cnr-Scitec.

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