Nel tempo Sicilia si è trasformata dal punto di vista climatico. Non è una semplice leggenda metropolitana: il cambiamento climatico è percepibile concretamente anche nell’isola. Questo, secondo molti studiosi, ha aperto le porte alla piantumazione di frutti tropicali. Alcuni sostengono che, in realtà, l’isola fosse comunque pronta (visto il microclima di determinate zone), ad accogliere nuove coltivazioni, a prescindere dalle “bizze” stagionali degli ultimi anni.
La moda dell’avocado, che ormai è un frutto “italiano”
Inizialmente furono il mango e il passion fruit a spopolare, mentre da qualche anno il principe delle coltivazioni è l’avocado. L’oro verde ormai è entrato, a pieno regime, nei piani alimentari degli italiani: ideale per l’aperitivo, è la farcia di milioni di toast con salmone/tonno o salsa per sushi. Dall’avocado, infatti, si ottiene il guacamole: oltre all’avocado frullato, servono lime, cipolla tritata finemente, sale, pepe e olio. Si tratta, in effetti, di un alimento molto versatile, se associato bene: è adatto a piatti salati e dolci ed è ricco di grassi vegetali, compresi gli Omega-3, e di proteine vegetali. Il boom dell’avocado ha fatto sì che nei supermercati si evidenziasse una costante domanda, con evidenti innalzamenti di prezzo.
Dalle zone tropicali alla Sicilia: il viaggio dell’avocado
Ma come si è arrivati alla coltivazione di avocado in Sicilia? Molti agronomi, complice anche il successo di questi frutti in cucina, hanno iniziato a studiare concretamente le possibilità di replicare le coltivazioni anche sull’isola. Questi frutti hanno bisogno di terreni sabbiosi con assenza o una minima parte di ristagno d’acqua, un’altezza sul mare non superiore ai 200 metri, possibilmente una protezione garantita da altre piante o alberi per riparare i frutti dalle intemperie.
Il microclima dell’avocado, come si coltiva
Nel catanese (a Giarre soprattutto) e nel trapanese le coltivazioni di avocado sono molto sviluppate e diffuse poiché che nella Sicilia orientale le condizioni climatiche risulterebbero maggiormente favorevoli rispetto, per esempio, al palermitano. Del resto, non è possibile ipotizzare una distribuzione capillare sul territorio: serve un microclima con caratteristiche specifiche. D’altra parte, l’impatto idrico, anche rispetto ad altri tipi di frutta, è notevole: è questo, infatti, l’aspetto più criticato della coltivazione di avocado. Nelle fasi iniziali l’avocado richiede molta acqua, poi il fabbisogno idrico (simile a quello degli agrumi) si riduce.
Le aziende siciliane che coltivano avocado
Tra i pionieri dell’isola, sin dal 2003, c’è l’azienda Sicilia Avocado sita a Giarre. Tutto nasce dalla scommessa e dall’intuizione del giovane imprenditore siciliano Andrea Passanisi. La visione era quella di portare avanti le proprie tradizioni di famiglia – legate da generazioni alla produzione di vigne e limoni - dedicandosi alla coltivazione di qualcosa di nuovo, seguendo la vocazione del territorio, l’andamento del mercato e l’evoluzione dei consumi. In questa azienda si produce anche l’avo olio, un’interessante alternativa all’olio di oliva fatta con l’avocado. Sempre nel catanese un’ampia produzione di avocado è quella dell’azienda Agrumicola Arancia Bellino, nel territorio di Mineo, un piccolo paesino in provincia di Catania. Sul versante messinese, invece, c’è anche AgriBio Jalari che coltiva e produce avocado nella cornice del Parco Museo Culturale Etnografico Ambientale Jalari a Barcellona Pozzo di Gotto, dove viene venduto l’avocado bacon, quello di origine californiana.
Alle origini della coltivazione siciliana
La coltivazione dei frutti tropicali in Sicilia è iniziata con la crisi degli agrumi: occorreva correre ai ripari, vista la concorrenza. È soprattutto la Spagna a “disturbare” la Sicilia, non solo sugli agrumi ma anche sull’avocado. Nella penisola iberica la coltivazione di avocado è in fortissima espansione. La stagione dell’avocado siciliano va da ottobre a giugno ma per raccogliere i primi frutti bisogna attendere tre anni dalla piantumazione. Insomma, l’avocado mette le proprie radici anche in Sicilia: una scelta sostenibile e, nella stragrande maggioranza dei casi, totalmente biologica.
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