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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi Scianna, Marzullo, Calcagno e Tirrito

L'origine dei cognomi Scianna, Marzullo, Calcagno e Tirrito, di Francesco Miranda.

Scianna

(come Ferdinando Scianna, fotografo e Francesco Scianna, attore)

Si tratta di un cognome di origine linguistica dialettale; proviene dal Salentino, dove “Scianna” è dialettale di Giovanna. Altra ipotesi lo vuole di origine araba, sãnn, con il significato di “otre””. Nel dialetto siciliano, con riferimento alla zona del ragusano, “scianna” è detto di donna “pigra e sudicia” (Voc. Siciliano Piccitto). 
Scianna è cognome diffuso soprattutto in Sicilia, con ceppo principale nel palermitano (Palermo, Bagheria, Partinico, Misilmeri, Lercara Friddi, Altavilla Milicia, Marineo, Villabate, Santa Flavia, Trabia, Campofelice di Roccella, Ficarazzi, Mezzojuso, Prizzi, Campofiorito, ecc.) e piccoli nuclei nel trapanese (Marsala, Calatafimi, Trapani), nel siracusano (Melilli, Avola), nel nisseno (Villalba). Presenze non molto numerose si trovano anche in alcune regioni italiane, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana; Liguria, Lazio, Toscana,

Riferimenti storici e personaggi. FERDINANDO SCIANNA (Bagheria 4/7/1943), uno dei più noti e richiesti fotografi italiani. Ha iniziato negli anni Sessanta raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della Sicilia: da questo lavoro ha scritto un libro, con Leonardo Sciascia, sulle feste religiose in Sicilia. Nel 1967 a Milano collabora come fotoreporter e inviato speciale con l’Europeo, poi va a Parigi; nel 1977 pubblica in Francia “Les Siciliens, con testi di Domenica Fernandez e Leonardo Sciascia e, in Italia, “La villa dei Mostri”. Negli anni Ottanta lavora nell’Alta Moda e nella pubblicità, pubblica con Jorge Luis Borges (1995), con Tornatore (2009) e con tanti altri grandi autori; nel 2013 pubblica “Ti mangio con gli occhi”, viaggio intorno alle tradizioni culinarie dei vari paesi conosciuti nella sua lunga esperienza professionale. Ha pubblicato diversi romanzi, fra cui “Autobiografia di un fotografo”, 2011, ristampato e aggiornato nel 2021.  Fra le tante sue mostre personali, interessante quella del 2022 al Palazzo Reale di Milano dal titolo, “Ferdinando Scianna, Viaggio, Racconto, Memoria”. FRANCESCO SCIANNA (Palermo 25/3/1982), attore teatrale e cinematografico, noto al grande pubblico per la sua partecipazione a fiction di qualche successo come “La luna e il lago”, in onda su Rai1 nel 2006, miniserie “Il capo dei capi”, in onda su Canale Cinque, e per la partecipazione nel film di Giuseppe Tornatore, “Baarìa”, del 2009, in cui interpreta il ruolo del protagonista Peppino Torrenuova. Francesco Scianna aveva esordito nel 2002 nel film di Cristina Comencini, “Il più bel giorno della mia vita” e, nel 2004, aveva recitato nel film di Mario Martone, “L’odore del sangue”.  Lunga la sua filmografia: fra gli ultimi impegni, “Il filo invisibile”, per la regia di Marco Puccioni (per il quale gli è stato conferito il “Premio Migliore attore in un film commedia”); la serie televisiva “A casa tutti bene”, diretta da Gabriele Muccino e distribuita da Ski Italia, Now, quest’anno alla seconda stagione. CIRO SCIANNA (Bagheria 16/3/1891 – Monte Asolone 24/6/1918), militare italiano decorato con Medaglia d’oro alla memoria, caduto nel corso della prima guerra mondiale, colpito in pieno petto da una raffica di mitragliatrice, e “dando prima al tricolore l’ultimo bacio e alla Patria l’ultimo pensiero col grido ‘Viva l’Italia’”. Gli sono intitolate la Base di Addestramento Incursori dell’Esercito Italiano di Pisa, la caserma del 4^ Reggimento genio guastatori dell’Esercito Italiano di Palermo e la Scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale di Bagheria. GIORGIO SCIANNA (Pavia 7/6/1964), scrittore, autore di testi di successo, come “Il jukebox), 1997; “Fai di te la notte”, 2007; “Diciotto secondi prima dell’alba”, 2010; “Qualcosa ci inventeremo”, 2014; “La regola dei pesci”, 2017; “Cose più grandi di noi”, 2019; “Le api non vedono il rosso”, 2021.

Marzullo

(come Gigi Marzullo, giornalista e conduttore televisivo)

Marzullo deriva da modificazione dialettale del vezzeggiativo del nome medioevale marzo, latino “martius”, mese dedicato al dio romano Marte, divinità del raccolto primaverile e della guerra. Ma Marzullo poteva essere riferito anche ad individui nati nel mese di marzo. Il cognome è diffuso in Campania, Sicilia, Puglia (nel Barese), quindi Lombardia, Piemonte, Calabria (nel Cosentino), Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Friuli-Venezia Giulia. In Sicilia è, in particolare, censito nel Catanese (Catania, Randazzo, Mascali, Scordia, Mirabella Imbaccari, Acireale, Motta Sant’Anastasia, Pedara, ecc.), nel Messinese (Floresta, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Gaggi, Ucria, Gioiosa Marea, Milazzo, Taormina, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Castelbuono, Castellana Sicula, Monreale, ecc.), nell’Agrigentino (Licata, Raffadali, Agrigento, ecc.), nel Trapanese (Mazara del Vallo, Castelvetrano, Marsala, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. LUIGI (GIGI) MARZULLO (Avellino 25/7/1953), giornalista, conduttore TV e personaggio televisivo. Laureato in medicina e chirurgia, ha iniziato a scrivere per il Mattino, poi ha esordito in TV (1986) conducendo “Italia mia” e “Il mondo è tuo”. In televisione ha raggiunto la notorietà con il programma “Mezzanotte e dintorni”, talk show notturno in cui personaggi famosi si sottoponevano a domande spesso pungenti e personali. La formula del programma, durato quattro anni, venne poi ripresa nel programma “Sottovoce” fino al 2001. Ha lavorato anche nella trasmissione “Quelli che il calcio”, condotta da Fabio Fazio e Marino Bartoletti. Attualmente conduce “Sottovoce” e “Cinematografo”, dove racconta storie di film e personaggi famosi. È stato anche il responsabile della struttura notte di RaiUno. Dopo il pensionamento continua a lavorare per RaiUno come collaboratore esterno. ANTONIO MARZULLO (Messina 1898 - Camogli 1979), latinista e traduttore; fu insegnante di latino e greco nei licei classici e preside del liceo Tasso di Salerno dal 1934 al 1941. A Catanzaro assunse il ruolo di provveditore agli studi. Per dieci anni era stato direttore del museo archeologico provinciale di Salerno; fondò e diresse la rivista “Salernum” e fu presidente della Società salernitana di storia patria. BENEDETTO MARZULLO (Cava dei Tirreni 9/6/1923 – Roma 15/10/2016), figlio di Antonio, fu filologo classico e grecista di fama internazionale, grandissimo studioso dei tragici greci. Ha insegnato nelle università di Firenze, Padova, Bologna, Roma; ha istituito nel 1966 la rivista “Museum Criticum”, pubblicandone 35 annate. Nel 1971, all’interno della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Bologna, fondò il DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), successivamente istituito in molti altri atenei italiani. Fra le tante sue opere, del 1994 è la traduzione de “il Maestro di Prometeo” per il Teatro Greco di Siracusa, e la traduzione di tutto Aristofane. ANGELA MARZULLO (Rümlang, Svizzera, 8/11/1971), regista, performance artist e attivista svizzera con cittadinanza italiana; combina video e performance art per esplorare le questioni femministe, centrali nella sua pratica per la critica sociale e politica. FRANCESCO MARZULLO (Milazzo 14/12/1905 – Brescia 8/11/1988), ex calciatore, ala destra. Appassionato sportivo, effettuò a nuoto la traversata dello Stretto di Messina e partecipò varie volte alla Targa Florio. Da tenente di fanteria, prese parte alla guerra d’Africa; laureato in ingegneria, fondò un’impresa edile attiva nel Messinese.

Calcagno

(come Gianni Calcagno, alpinista genovese di fama mondiale)

Calcagno deriva dalla cognominizzazione di un soprannome legato ad una caratteristica fisica (una parte del corpo) della persona: il calcagno è l’osso più voluminoso del tarso del piede. Il cognome è diffuso soprattutto in Sicilia, in Piemonte, in Liguria: sono presenti, inoltre, piccoli ceppi in Lombardia, Campania, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Basilicata, Calabria, Veneto, Puglia. In Sicilia è frequente soprattutto nel Catanese (Palagonia, Catania, Adrano, Ramacca, Misterbianco, Gravina di Catania, Raddusa, Tremestieri Etneo, Aci Castello, Caltagirone, Belpasso, Randazzo, Sant’Agata Li Battiati, Bronte, Motta Sant’Anastasia, ecc.) nel Messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Novara di Sicilia, Giardini Naxos, Villafranca Tirrena, Cesarò, Pace del Mela, Tripi, Falcone, Rodi Milici, Taormina, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Carini, Giuliana, Trabia, Misilmeri, Mezzojuso, Termini Imerese, ecc.), nel Trapanese (Campobello di Mazara, Castelvetrano, Partanna, Mazara del Vallo, Favignana, Marsala, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Lentini, Carlentini, ecc.), ed anche nel Nisseno (Niscemi, Riesi, Caltanissetta, , ecc.), nell’Ennese (Aidone, Enna), nell’Agrigentino.

Riferimenti storici e personaggi. Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1500 a Milano, riferite ad un capitano di ventura, Calcagno Origone, ed anche in altre città: a Pontremoli (1400, con Zuchi de Valsasina dicti Calcagno), a Ferrara (erudito Coelius Calcagninus), ad Offida, a Montecorice, a Genova. Una illustre e antica famiglia Calcagno ebbe origine a Recanati; godette di nobiltà a Messina, dove alcuni membri vestirono la toga senatoria, e a Milazzo, dove un Francesco Calcagno fu capitano di giustizia negli anni 1694/95. GIORGIO CALCAGNO (Almese, To, 9/9/1929 – San Benedetto del Tronto 26/8/2004), giornalista, critico letterario, scrittore, poeta; direttore responsabile di “Studi Francesi”, aveva collaborato in passato con vari giornali: “Il Popolo Nuovo”, il “Radiocorriere”, “La Stampa” (per molti anni); in questo ultimo quotidiano era stato responsabile di “Tuttolibri” settimanale di informazione sulla novità librarie. Non fu solo giornalista, ma anche saggista, romanziere, poeta; pubblicò vari libri, fra cui “Il gioco del prigioniero” (Rizzoli,1990), Premio Grinzane Cavour e “Dodici lei, zodiaco romanzesco”, incluso nella cinquina del Premio Campiello 2001. GIANNI CALCAGNO (Genova 6/3/1943 – Denali, Alaska 16/5/1992), alpinista di fama mondiale, fu tra i primi scopritori delle Rocce di Finale. Effettuò moltissime salite con varie spedizioni; oltre alle montagne italiane (Marittime, Monte Bianco, Dolomiti, Apuane) fu in Scozia, Perù, Colombia, Cina, Africa, India, Pakistan. Alle salite dedicò tutta la sua vita, morì nel 1992, insieme al suo amico Roberto Piombo, durante la salita della via Cassin Sul Denali in Alaska. Per volere della sua famiglia il suo corpo riposa sull’ultima montagna che l’ha accolto: nel 1994 una spedizione di amici ha seppellito il suo corpo in un crepaccio sul Denali. MARIA CALCAGNO (Savona 1/3/1839 – Cagliari 21/5/1916), suora. Nel 1860 entrò a far parte delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli e fu mandata a Cagliari presso l’Istituto San Vincenzo dove imparò “l’arte di aiutare i poveri”. Nel 1880, in collaborazione con un uomo di grande pietà, il cav. Carlo Cappa, diede l’avvio all’Opera della Misericordia per soccorrere indigenti e malati cronici. Tra asilo, educandato e Opera della Misericordia, le suore della Carità aiutarono circa 800 persone; il governo conferì a Maria Calcagno, una medaglia d’oro di benemerenza.

Tirrito

(come Vittorio Tirrito, pittore e scultore di Castronovo di Sicilia.

Tirrito è cognome di origine linguistica dialettale siciliana: ha il significato di “veloce, arzillo”, soprannome riferito, probabilmente, a capostipite abbastanza attivo e celere nei movimenti. La locuzione “tirri, tirri”, usata soprattutto nel Palermitano e nel Trapanese, significa “difilato, celermente”. (cfr. Vocab. Siciliano Piccitto, Vito Blunda). Il cognome è molto noto nel Palermitano (Castronovo di Sicilia, Palermo, Lercara Friddi, Isola delle Femmine, Termini Imerese, Bagheria, Villabate, Altofonte, Trabia, Monreale, Misilmeri, ecc.), nell’Agrigentino (San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Casteltermini, Montallegro, Calamonaci, ecc.), nel Nisseno (San Cataldo, Caltanissetta, Niscemi, Mussomeli, ecc.), nel Messinese (Messina, Rometta, Furnari, Sant’Agata Militello, ecc.), nel Catanese (Catania, Mascalucia, ecc.). Famiglie Tirrito sono censite, inoltre, in Piemonte, Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Puglia, ecc.  In totale circa 80 comuni.

Riferimenti storici e personaggi. VITTORIO TIRRITO (Castronovo di Sicilia 13/9/1927 – Napoli 20/6/2020), siciliano trapiantato a Napoli, fu pittore e scultore, docente di Disegno e Storia dell’arte presso il liceo “Giuseppe Mercalli” di Napoli. Ha realizzato diverse opere a soggetti sacri nella zona del Matese nel Casertano, a Castronovo di Sicilia, a Napoli, opere ad olio, bassorilievi e gruppi statuari, creazioni in cartapesta, bozzetti, opere scultoree in alabastrino, vetrate istoriate, affreschi vari. Fin dal 1956 aveva allestito numerose personali e aveva partecipato a personali in diverse città italiane ed estere, riscuotendo consensi, menzioni, prestigiosi premi. Fra le tante sue opere vengono ricordati: l’altorilievo in alabastrino “Il Battesimo di Gesù” posto nella Parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli Cappella Cangiani di Napoli; l’altorilievo “Il cammino del Popolo di Dio” nella chiesa parrocchiale San Giovanni Battista del Rione Traiano; la Via crucis in bronzo, 14 stazioni installate lungo il percorso sacro del colle di San Vitale a Castronovo di Sicilia; il grande bassorilievo in bronzo raffigurante il simbolo del Giubileo 2000 della chiesa Madre di Castronovo di Sicilia. MATTEO SEBASTIANO PALERMO TIRRITO (San Biagio Platani 18/1/1717 – Palermo 9/8/1801), noto come padre Fedele da San Biagio, religioso, letterato e pittore. Pittore ufficiale dell’Ordine dei cappuccini, realizzò una vasta produzione che comprendeva 156 pale dipinte e circa 3000 opere di varia grandezza, presenti in varie località, in parte ad Alcamo, Ciminna, Palermo, Ribera, Sciacca, Cammarata, Casteltermini, Castroreale, San Biagio Platani, Roma, Viterbo e in tanti altri comuni del Palermitano. A Roma, dove soggiornò nel 1765, realizzò opere donate al papa, ai cardinali, ai padri della Congregazione dei Sacri Riti. Il suo corpo mummificato di trova nelle catacombe dei Cappuccini annesse alla chiesa di Santa Maria della Pace di Palermo. FRANCESCO TIRRITO (Messina), archeologo, fondatore e direttore dell’Associazione ArcheoMe di Messina, composta da archeologi specializzati, professionisti nel settore culturale e del turismo. ArcheoMe è anche una testata giornalistica di cultura archeologica. TIZIANA TIRRITO (Napoli 1966), attrice di cinema, teatro, televisione. Ha fatto parte, fra l’altro, del cast di alcune importanti fiction, fra cui la serie della “Squadra”, girata a Napoli, e quella de “Il commissario Ricciari” di RaiUno. ANTONELLA TIRRITO (Palermo 6/2/1985), esperta in Comunicazione e Marketing, assessore al comune di Palermo con delega all’Innovazione digitale e rapporti con SISPI (Sistema Palermo Informatica); Sicurezza e protezione civile; Emergenza abitativa ed educativa; Politiche migratorie e rapporti con la Consulta delle culture; Reinserimento sociale dei detenuti; Rapporti con le confessioni religiose.


 

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