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Martedì, 30 Aprile 2024
AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

Un omicidio alla luce del sole: la morte dimenticata dell'avvocato Giuseppe Rubino

E' il 5 aprile 1989, 35 anni fa esatti: il noto professionista viene affiancato da un killer e ucciso. Pochi mesi dopo viene ammazzato un altro legale, Giuseppe Ramirez. In tre fanno irruzione nel suo studio e lo sgozzano. Poi la fuga, le indagini, il mistero

Un omicidio alla luce del sole. Via Sammartino, 5 aprile 1989, 35 anni fa esatti. Giuseppe Rubino, noto avvocato palermitano di 60 anni, mentre cammina viene affiancato da un killer che spara con una pistola calibro 7,65 e lo uccide davanti all'ingresso del portone del suo studio. Un agguato in pieno stile mafioso che dopo le prime complicate indagini viene catalogato tra i misteri della Palermo degli anni Ottanta. Un omicidio brutale, apparentemente senza spiegazioni. L'unica testimone è una donna. Racconta che ha visto il professionista uscire dal palazzo: stava barcollando, poi - nel vano tentativo di appoggiarsi a un'auto in sosta - è crollato. Prima di morire ha fatto in tempo a urlare: "Aiuto, aiuto. Cornuti, mi hanno ammazzato". Inutile la corsa verso l'ospedale Villa Sofia. 

Si scava subito sulla vita della vittima. Si cerca un movente mentre in città iniziano a circolare tutte le più svariate ipotesi. Giuseppe Rubino - proprietario di diversi immobili a Palermo, molti dei quali in affitto in centro - svolgeva la sua attività in campo civilistico e si occupava soprattutto di fallimenti e cause di divorzio. Qualche anno prima aveva subito un violento agguato: un cliente gli aveva sfregiato la faccia con una lama, provocandogli una ferita alla guancia. Per questo Rubino da quel giorno si era fatto crescere la barba. Le indagini vengono affidate al sostituto procuratore Giuseppe Ayala.

Mentre il mistero attorno all'omicidio di Giuseppe Rubino sta per perdere peso, pochi mesi dopo si materializza un altro agguato mortale ai danni di un avvocato. Stavolta la vittima è Giuseppe Ramirez, 53 anni, penalista. Ancora in pieno centro. Tre persone suonano alla porta del suo studio, in via Francesco Guardione. La segretaria apre. I tre entrano, la spingono e la chiudono a chiave in uno stanzino, insieme all'unico cliente presente. Poi fanno irruzione nello studio dell'avvocato e lo sgozzano con un coltello. Come in un film dell'orrore. Poi la fuga, le indagini, il mistero.

Quelli di Rubino e Ramirez sembrano infatti due gialli destinati a restare per sempre irrisolti. Ma il primo caso viene chiarito dopo due anni e mezzo. Un quarantenne, titolare di una tipografia nello stesso edificio dove si è consumato l'agguato, viene arrestato dopo lunghe e complicate indagini. Avrebbe sparato a Giuseppe Rubino per screzi condominiali. Per quanto riguarda l'altro omicidio, invece, 12 anni dopo viene condannato Nino Velio Sprio, ex funzionario regionale. Per lui l'accusa è di essere il mandante dell'assassinio dell'avvocato Ramirez ma anche delle uccisioni di Giovanni Bonsignore (assassinato nel 1990) e Filippo Basile, anche loro funzionari alla Regione.

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